“Sono un bambino del mondo digitale”. Così ama definirsi Gabor Turcsi, giovane, determinato e talentuoso fotografo che aggiunge: “La mia fotografia è passione, sperimentazione, voglia di provare me stesso”. Ungherese di Tapolca, una cittadina 200 a chilometri da Budapest, vicino al lago Balaton ha scoperto proprio grazie alla bellezza del lago, con le acque dai mille riflessi e le rive ciottolose, delle sue colline verdi di foreste, il desiderio di catturare in un’immagine la bellezza della natura. Frequentava ancora una scuola alberghiera, proprio in riva al lago, quando, da autodidatta, ha iniziato ad appassionarsi alla fotografia. “Sul lago trovo sempre ispirazione e nuove inquadrature da provare. È un soggetto che ogni giorno si rinnova e mi sfida a una gara di bellezza”. Di fronte alla natura si dichiara un “minimalista”. “Cerco composizioni semplici, paesaggi in cui ci siano pochi elementi ma significativi ed essenziali. Ogni pixel deve contare, lasciare una traccia di sé, una emozione”. Gabor Turcsi “inciampa” nella vela nel 2007: colpo di fulmine. Anche se non sa portare una barca, non ha mai navigato, scopre nella concitazione delle regate, nell’adrenalina che scorre tra gli equipaggi, negli sforzi che sollecitano uomini e barche, che la contemplazione non è la sola strada per cogliere la bellezza. C’è il movimento, la lotta tra gli uomini, il mare e il vento.
“Nelle foto di sport io cerco l’azione, la forza, la sfida. Mi piace cogliere il momento topico, il cuore della battaglia. E allora mi concentro sulle facce, sui muscoli, sui particolari che danno l’idea dello sforzo in atto. Per me una foto vale se riesce a darti emozione tutte le volte che la guardi”. Composizione, luce, movimento: tutto coopera a rendere un’immagine qualcosa di unico. “Non sono un fotografo paziente”, confessa Gabor. “Non certo il tipo che se ne sta seduto ad aspettare che la luce sia giusta o l’inquadratura perfetta. Colgo l’attimo, come si dice. E quanto i miei occhi sono catturati da qualcosa, io so subito se sarà uno scatto buono per il bianco e nero, o se dovrò entrare nell’azione con un teleobiettivo, oppure lavorare di grandangolo per dare valore all’insieme”.
“Trasformo in bianco e nero molte delle mie foto. Credo che siano più espressive, colgano davvero l’essenza della bellezza o del movimento senza distrarre l’occhio. Spesso lascio solo un piccolo particolare in colore per portarlo al centro dell’attenzione”.
Libero adattamento del testo di Nicoletta Salvatori, pubblicato sul numero 63 di Arte Navale del dicembre 2010 / gennaio 2011. Su gentile concessione della rivista Arte Navale. Le immagini di Gabor Turcsi sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.
pubblicato il 2 Agosto 2016 da admin | in | tag: Gabor Turcsi | commenti: 0