Fin da bambino Caspar David Friedrich, uno dei maggiori esponenti del Romanticismo, fu affascinato dal mare. Gli spazi immensi, apparentemente senza confini, lo attiravano con forza irresistibile e lo spingevano a meditare sul senso della vita e sul destino dell’uomo dopo la morte. In uno dei suoi quadri più famosi, intitolato Der Mönch am Meer, eseguito tra il 1808 e il 1809 e attualmente conservato all’Alte Nationalgalerie di Berlino, l’artista raffigura un uomo in primo piano, solo, di notte, mentre contempla un mare scuro e buio, freddo e ostile, sotto un cielo coperto di nubi minacciose. Non sappiamo chi sia, né perché si trovi in quel luogo, ma possiamo immaginare le molte domande che agitano il suo, e a volte anche il nostro, animo. Friedrich nacque a Greifswald, in Germania,
il 5 settembre 1774. La sua infanzia fu funestata da alcuni lutti, tra cui la morte della madre nel 1781, della sorella Elisabeth nel 1782 e di un’altra sorella, Maria, nel 1791, e fu segnata da un tragico incidente: l’8 dicembre 1787 la lastra di ghiaccio su cui pattinava si ruppe e Caspar David precipitò in acqua. Per salvarlo dall’annegamento il fratello Johann Christopher perse la vita, lasciandolo pieno di rimorsi e interrogativi sul destino e la fragilità della nostra esistenza.
Il suo carattere, già chiuso e malinconico, fu ulteriormente segnato dalle letture dei poeti romantici e dalla rigorosa educazione luterana impartitagli dal padre. A vent’anni si iscrisse all’Accademia di Copenaghen, la più prestigiosa nell’Europa settentrionale, e iniziò a dipingere ritratti e vedute. Nel 1798 si trasferì a Dresda e iniziò a esporre regolarmente nelle mostre allestite dalla locale accademia. Per lui la natura rappresentava una manifestazione della presenza di Dio e quindi la pittura costituiva una forma di preghiera e, insieme, una meditazione sui misteri dell’esistenza. Nel 1805 ottenne un premio a una manifestazione organizzata da Johann Wolfgang Goethe a Weimar, dove aveva presentato due disegni intitolati Processione al crocifisso e Pescatori a riposo sul lago. Il 12 novembre 1810 divenne membro dell’Accademia di Berlino, ma negli anni seguenti, a causa delle Guerre napoleoniche, attraversò un periodo di ristrettezze economiche. La sua situazione migliorò nel 1816: nell’agosto espose all’Accademia di Dresda due dipinti, Cattedrale gotica e Veduta di un porto, acquistati da Federico Gugliemo III. Il 21 gennaio 1818 sposò Caroline Bummer e trascorse il viaggio di nozze nell’isola di Rügen, dove trasse ispirazione per il famoso dipinto Le bianche scogliere di Rügen, un’opera ricca di significati religiosi. I tre personaggi rappresentano le tre Virtù teologali: la moglie Caroline, vestita di rosso, indica allegoricamente la carità; il fratello Christian, con lo sguardo rivolto verso l’orizzonte, ci dà l’idea della speranza, mentre il pittore stesso, carponi, assume l’atteggiamento di umile accettazione della fede. Sotto di loro vediamo il mare, solcato da alcune piccole imbarcazioni, simbolo del percorso della vita. Analogo significato si ritrova in un altro quadro, intitolato A bordo del veliero, acquistato nel 1820 dal futuro zar di Russia Nicola I e ora all’Ermitage di san Pietroburgo.
I due sposi, Caspar David e Caroline, sono seduti sulla prua di una barca a vela; si tengono teneramente per mano e guardano il loro avvenire con fiduciosa speranza. Il 30 agosto 1819 nacque la loro figlia Emma, seguita pochi anni più tardi da Agnes Adelheid, nata nel 1823, e da Gustav Adolf, nato l’anno seguente. Il 19 gennaio 1824 Friedrich venne nominato professore dell’Accademia di Dresda, con uno stipendio di 150 talleri all’anno, ma l’artista non vi insegnerà mai, a causa dei primi sintomi di una malattia, la cui natura è rimasta sconosciuta. Alcuni critici parlano di una forte crisi depressiva, anticipazione della malattia cerebrale, che lo portò alla morte il 7 maggio 1840. La grande forza dei suoi dipinti è rappresentata innanzitutto dai profondi significati spirituali e simbolici, che ancora oggi colpiscono e coinvolgono gli spettatori, facendoli emozionare e, talvolta, persino commuovere. Nella produzione artistica di Friedrich il mare, i porti e le navi occupano un posto di rilievo e il pittore stesso ha più volte rivelato di sentire questo soggetto in maniera del tutto particolare. La Veduta di porto del 1815/1816 fa parte di una serie di tele che raffigurano il porto di Greifswald, la città natale dell’artista sulle rive del Mar Baltico: è sera e tra gli alberi delle due grandi navi in primo piano si vede il cielo al tramonto, dipinto con sottili zone di colore, che sfumano dal giallo chiaro all’arancio, dal bianco al grigio, con le nubi disposte a formare bande diagonali lievi ed evanescenti.
Questo sfondo, così profondo e impalpabile, dona all’intera scena un’atmosfera quasi irreale, tanto che anche le imbarcazioni sembrano prive di peso e di consistenza, come delle apparizioni o delle visioni fantastiche, fuori da un tempo e uno spazio reali. In questo contesto la piccola barca in primo piano assume una dimensione simbolica e raffigura il cammino dell’uomo verso l’ignoto della propria esistenza, mentre le navi che ha davanti a lui rappresentano le molte opportunità che gli si prospettano: sta a lui (o al suo destino?) scegliere quelle favorevoli ed evitare quelle dannose. Un altro quadro famoso è Mondaufgang am Meer (Luna nascente in riva al mare), commissionato nel 1822 dal console di Berlino, Wagener e, dopo la morte del diplomatico, di proprietà dei sovrani di Prussia. Qui vediamo due donne e un uomo, seduti sugli scogli, mentre guardano il mare davanti a loro. I tre personaggi indossano i costumi tradizionali tedeschi adottati in quegli anni dai liberali: sembrano taciturni e assorti nei propri pensieri, soli, fragili e sperduti di fronte alla potenza e all’immensità del mare. L’artista li ritrae di spalle (e così fa in molti dei suoi quadri), affinché lo spettatore si identifichi in essi, condivida i loro sentimenti e la loro ricerca di una superiore armonia con l’universo. All’orizzonte la luna sta spuntando, facendosi largo tra le nuvole e illumina due velieri, ennesimo simbolo del viaggio dell’uomo verso il suo destino. Uno sfondo simile, con un numero maggiore di imbarcazioni, si trova in un’altra tela, altrettanto popolare, intitolata Die Lebensstufen (Le età della vita), dipinta intorno al 1835, poco dopo il primo dei colpi apoplettici di cui Friedrich fu vittima negli ultimi anni della sua vita. Probabilmente l’artista si è raffigurato nel vecchio di spalle, che contempla il tramonto e medita sull’imminente fine dei suoi giorni, mentre i bambini intenti al gioco rappresentano la vita che continuamente si rinnova e ritrova le sue energie. Ancora più evidenti i riferimenti simbolici del dipinto intitolato Seestück bei Mondschein (Mare al chiaro di luna), che si ricollega alla metafora di Platone: per il filosofo greco la “prima navigazione”, fatta con le vele al vento, corrisponde al tragitto della vita terrena, mentre la seconda navigazione, assai più faticosa e impegnativa, porta al superamento della sfera sensibile e alla conquista della vita dello spirito.
Testo di Gabriele Crepaldi pubblicato sul numero 74 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale. Le immagini della Collezione privata George Matthews sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.
pubblicato il 20 Novembre 2014 da admin | in Quadri, Quadri & arredi | tag: Accademia di Dresda, Alte Nationalgalerie, Caroline Bummer, Caspar David Friedrich, Gabriele Crepaldi, Le bianche scogliere di Rügen | commenti: 0