Se la Venezia dei Dogi ha lasciato, con la sua potenza militare, la sua arte e la sua lungimiranza, segni importanti nella storia medievale, la Venezia degli ultimi 18 anni sembra essere tornata ai fasti del passato millennio, almeno per quanto riguarda la supremazia sul Mediterraneo. Fasti che non si misurano in termini commerciali o militari, come qualche tempo fa, ma in termini di flussi turistici. E il successo della Venezia che naviga, sulla scala graduata dell’appeal nel mondo, negli ultimi 18 anni ha subito un’impennata degna del centauro più spericolato. Nel 1997 i crocieristi che transitavano nel terminal veneziano erano 300mila: nel 2015 sono diventati oltre un milione e mezzo. Il fatturato ha fatto balzi di felicità per gli amministratori, passando dai circa tre milioni e mezzo del 1997 ai quasi 33 milioni di euro del 2015. Si potrebbe continuare a snocciolare numeri per glorificare il successo di questi quasi vent’anni di gestione da parte di Venezia Terminal Passeggeri, ma come i grandi protagonisti veneziani della storia del Secondo millennio, si preferisce guardare al futuro. Un futuro prossimo che continua a far sorridere, anche se con moderazione.
Nel 2016, infatti, sono attesi oltre un milione e mezzo di passeggeri, per un totale di 529 approdi da parte di navi appartenenti a 38 diverse compagnie. Il tutto nonostante l’ormai insostenibile situazione legata alle limitazioni di tonnellaggio che impediscono alle navi con una stazza superiore alle 96 mila tonnellate di entrare a Venezia. Una situazione che, come ha detto Sandro Trevisanato, presidente di Venezia Terminal Passeggeri, “… va risolta a livello governativo al più presto, perché vietando l’accesso alla maggior parte delle nuove navi, Venezia rischierebbe di ospitare quelle meno recenti e tecnologicamente meno avanzate, con una progressiva marginalizzazione del terminal lagunare, baricentro dei traffici adriatici.
Tutto ciò creerebbe ripercussioni sull’intera croceristica italiana e su tutto l’indotto occupazionale ed economico ad essa collegato”. Come è successo a lungo nei secoli medievali, Venezia ha saputo difendere tenacemente il suo primato nel Mediterraneo. E lo ha fatto puntando, ancora una volta, sull’innovazione. Per gli operatori e per i passeggeri la viabilità interna al porto è notevolmente migliorata grazie alla realizzazione di percorsi pedonali coperti preassemblati. Di livello più alto anche lo standard per lo smistamento dei bagagli, effettuato in ogni terminal con un sistema di nastri trasportatori che convogliano valigie e borse, attraverso tunnel sottostanti il fabbricato, direttamente sulla banchina di servizio. È stata aumentata l’efficienza del sistema di automazione dei parcheggi e della loro prenotazione online, sono stati incrementati gli information point e i servizi presenti nei terminal, con la realizzazione di parafarmacie, gelaterie, shuttle e taxi per raggiungere la città storica. Si è lavorato anche a una nuova disposizione dei pontili di attracco per i mezzi di collegamento per la città storica (lancioni e taxi) e al rivestimento di protezioni aggiuntive in prossimità delle bitte d’attracco, per uno svolgimento in tutta sicurezza della attività di ormeggio. Venezia continua a fare il suo, insomma: adesso si aspetta che anche gli altri facciano il loro, a partire dal Governo. “Se le normative non cambieranno al più presto e non si risolverà il problema delle limitazioni del tonnellaggio”, ha continuato Trevisanato, “avremo un declino tanto rapido quanto vertiginosa é stata la crescita della crocieristica stessa.
Secondo l’ultimo rapporto del Clia, l’associazione internazionale delle compagnie di crociera, l’economia di Venezia ha già subito una perdita di 40 milioni di euro nel 2014 e nel 2015 in termini di spesa diretta proveniente da croceristi, equipaggio e navi, attribuibile direttamente al limite delle 96mila tonnellate. Nella sola area di Venezia sono oltre 200 le aziende economicamente legate alla crocieristica per un totale di 2.150 posti di lavoro in 38 settori diversi”. Come hanno sempre fatto i loro gloriosi antenati, i veneziani non si limitano a piagnucolare contro la cattiva sorte. Denunciano, chiedono e, soprattutto, offrono soluzioni.
La prima proposta consigliata da Venezia Terminal Passeggeri per risolvere il problema è la creazione di una via alternativa per far arrivare i giganti del mare fino al terminal crocieristico. L’unica percorribile, al momento, è quella del canale Tresse Nuovo, soluzione peraltro condivisa dal Comune di Venezia e dall’Autorità Portuale. Lo scavo di questo nuovo canale, unico progetto presentato da soggetti pubblici, oltre a rappresentare una straordinaria opportunità per riqualificare dal punto di vista dell’habitat naturalistico la Laguna, permetterebbe finalmente di superare l’impasse creata dal Decreto Clini Passera, prima, e dalla successiva ordinanza 153/2013 della Capitaneria di Porto. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, secondo quanto annunciato di recente da ministro Graziano Delrio, ha dato il via libera a investire per completare gli studi di impatto ambientale del progetto Tresse Nuovo, segnalando al ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che il carattere prioritario risiede nella circostanza che tale progetto ha ricevuto i pareri positivi di tutte le amministrazioni locali rispetto ad altri in corso di elaborazione.
In attesa di questa situazione radicale, Venezia Terminal Passeggeri si auspica che il Governo ritorni sui suoi passi per quanto riguarda il limite delle 96mila tonnellate, un provvedimento già annullato dal Tar del Veneto, ma rispettato volontariamente dalle compagnie di crociera. Ogni limitazione, secondo Vtp, dovrebbe essere di natura qualitativa e non quantitativa, in quanto sono proprio le navi più grandi e moderne a essere più sicure. Un’idea condivisa dallo stesso Graziano Delrio il quale, di recente, a margine del varo di una nuova nave in Fincantieri, ha dichiarato di aver seriamente preso in considerazione la necessità di adottare limiti qualitativi e non quantitativi per la soluzione transitoria. Una scelta peraltro auspicata anche dal sottosegretario ai Beni e alle Attività Culturali e al Turismo, Dorina Bianchi. Il limite è infatti del tutto ingiustificato se non in termini estetici, ed è dannoso proprio ai fini della tutela ambientale e della sicurezza.
pubblicato il 29 Aprile 2016 da admin | in Crociere in Mediterraneo, Navi da crociera | tag: boom delle crociere a Venezia, no alle meganavi a Venezia, Sandro Trevisanato, Sì alle meganavi a Venezia, Venezia la più amata dai croceristi, Venezia Terminal Passeggeri | commenti: 0