Il mare come non lo avete mai visto

Modellini di barche in scatola,
così diventano dei capolavori

Modellini di barche in scatola,  così diventano dei capolavori

I primi esemplari conosciuti di navi in miniatura sono quelli ritrovati nelle antiche tombe delle popolazioni del Medio Oriente. Si ritiene che fossero delle offerte sacre, come per i modelli cretesi, oppure che servissero al defunto nel suo viaggio verso il mondo dei morti, come per quelli dell’antico Egitto. La costruzione di modelli navali propriamente detti, risale invece agli inizi del XV secolo. In principio furono vecchi marinai che, sulla scorta dei loro ricordi o per pura passione, realizzarono i primi esemplari. Questi modelli, anche se frutto del massimo impegno e di tanta abilità, possedevano tuttavia delle parti o dei singoli pezzi non perfettamente in scala con l’originale.

Al giorno d’oggi la precisione offerta dalla tecnica e una ricca documentazione permettono al modellista di scegliere cosa costruire tra una vasta gamma di modelli navali di diverse epoche. In aiuto del principiante sono in vendita scatole di montaggio con istruzioni dettagliate, con i pezzi principali già tagliati, il cui montaggio e finitura è lasciato alla pazienza e alla passione del singolo. Ecco allora che il neo modellista, con il passare degli anni, ha la possibilità di arricchire la propria esperienza, ricorrendo a volte al consiglio di amici già esperti o acquisendo nuove documentazioni.

Un esempio di come la serie può diventare fuoriserie? Il  vascello di 1° rango Royal William

In tale modo egli potrà via via migliorare il proprio modello rispetto a quello offerto dalla pura e semplice scatola di montaggio. Questo miglioramento continuo, questa progressiva maturazione, è ben visibile visitando le manifestazioni modellistiche navali, ed è proprio in una di queste mostre che il nostro interesse si è soffermato su un modello derivato sì da una scatola di montaggio, ma sensibilmente elaborato e migliorato dal modellista che lo esponeva. Si tratta del modello del vascello di 1° rango Royal William. Varato a Portsmouth nel 1719, partecipò alle operazioni navali per la liberazione di Gibilterra nel 1782, quando fu anche impegnato nel tentativo di recupero del vascello Royal George, che si era capovolto nello stesso anno a Spithead. La sua ultima destinazione fu come guardaporto a Portsmonth fino al 1813, anno della sua demolizione. Il modello è stato realizzato da Piergiorgio Turra, bresciano e assiduo frequentatore di mostre modellistiche un po’ ovunque per l’Italia, diventato modellista dopo che un suo amico aveva acquistato la scatola di montaggio di un piccola barca da diporto divertendosi moltissimo nel costruirla.

Il primo modello non si scorda mai. Anche se sono passati 30 anni da quel Flyng Fish…

Da allora sono trascorsi 30 anni, ma l’immagine di quel primo modello è ancora ben chiaro nella sua memoria: il famoso Flyng Fish, imbarcazione adattissima per i modellisti alle prime armi. Durante la sua vita di modellista, Turra ha poi ricostruito questa imbarcazione altre due volte (senza però usare più alcuna scatola di montaggio) che contribuiscono a formare la sua personale flotta di oltre 40 esemplari, tra barche da pesca, da diporto, da trasporto e da esplorazione, galeoni, corvette e vascelli minori. Mancava, in quella collezione costruita nel suo ampio laboratorio-cantiere di circa 100 metri quadrati, , proprio un vascello di 1° rango. Come la  Royal William  che ha sempre esercitato su  Turra un particolare fascino, fin da quando aveva visto su un vecchio manuale di modellismo, delle fotografie del’esemplare esposto al National Marittime Museum di Greenwich.

I pezzi aggiunti? Gli argani per le gomene delle ancore, i pagliolati, le scale…

Così, quando è venuto a conoscenza che in commercio esisteva una scatola di montaggio di questo vascello, l’ha comprata senza esitare, staccandosi però dalle istruzioni della scatola di montaggio e iniziando, dopo essersi documentato a fondo anche grazie all’aiuto di un carissimo amico e grande appassionato particolarmente documentato sull’architettura navale, a curare la finitura dei ponti inferiori,  arredandoli con tutti i cannoni completi di affusto (nelle istruzioni della scatola indicavano di inserire le mezze canne), autocostruendo gli argani per le gomene delle ancore, i pagliolati e tutte le scale che collegano i ponti inferiori con i ponti di batteria. Un lavoro che può sembrare inutile, visto che  fasciando la nave ben poco di tutto quel lavoro è visibile, ma che ha reso il modello unico grazie anche alla scelta di dipingere con colori a olio i fregi delle fiancate, le decorazione di poppa e la polena e  usando un sistema di invecchiamento per renderle più verosimili alle sculture in legno del vascello… E unica è stata la soddisfazione d’averlo realizzato, dimostrando che si può realizzare un meraviglioso vascello anche partendo da una normale scatola di montaggio. Un esempio e un incoraggiamento per chi volesse avvicinarsi al modellismo.

Libero adattamento per mareonline.it del testo di Edgardo Facchi pubblicato sul numero 47 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale. Le immagini di Umberto Pagnoni  sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.

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  • Adriano Girometti ha detto:

    Sono interessato a conoscere vari tipi di modellini navali, costi e spedizione.

  • Roberto Savelli ha detto:

    Sono interessato a conoscere vari tipi di modelli di navi, aerei, ecc.

  • Max ha detto:

    Che follia quella dell’uomo di costruire queste ‘cattedrali’ in legno sul mare per poi demolirle . Come sarebbe bello poter vedere navi museo reali come Le Soleil Royal, Hms Prince , Hms sovereign of the seas o San Felipe … Peccato davvero .

  • Edgardo Facchi ha detto:

    Modello spettacolare. Quando sono andato a vederlo per scrivere l’articolo sono rimasto a bocca aperta era meraviglioso.

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Pubblicato da Just Peruzzi su Martedì 30 aprile 2024
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