C’era una volta la “casa in multiproprietà”, la casa vacanze, molto spesso al mare, da acquistare ma solo per una “quota”, da abitare per poche settimane l’anno per lasciarla poi agli altri “comproprietari”. C’era, perché oggi c’è molto meno, perché quel fenomeno è decisamente tramontato. Per tornare a sorgere, e con la prospettiva addirittura di splendere, invece in un altro settore: nel mondo nautico dove proprietà con divisa e boat sharing (soluzione che, a differenza della prima, non prevede alcuna proprietà ma solo il diritto di utilizzo, versando una quota annuale fissa che offre l’accesso all’ imbarcazione cancellando spese impreviste per manutenzioni, riparazioni, ormeggi e assicurazioni) stanno “emergendo” sempre più sulla scia di quanto successo in molti Paesi, primi fra tutti Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda. Come conferma Dario Zana, un passato (lungo oltre 30 anni) nel settore del charter nautico e un presente – oltre che un futuro- proprio nel boat sharing, con la “profondissima” convinzione che sia questa la rotta giusta. Come sottoscrive Maria Grazia Zuliani, sua socia che non ha avuto la benché minima esitazione nel seguirlo in questa”virata professionale”. Una convinzione che Dario Zana, personaggio conosciutissimo dal popolo dei vacanzieri navigatori per essere stato al timone per tre decenni di 43° Parallelo, e Maria Grazia Zuliani hanno maturato “sull’onda di una domanda in crescita, di un mercato che lascia vedere nitidamente all’orizzonte importanti opportunità, almeno per chi innanzitutto sa e poi sa averte anche nuove idee per migliorare sempre l’offerta, sotto l’aspetto economico e, soprattutto, qualitativo”.
Per l’esattezza un vero mare di nuove idee nel quale la mente di Dario Zana ha cominciato a navigare un paio d’anni fa (trovando immediatamente l’appoggio della “socia”) per dare la miglior risposta ad alcune domande di fondo: “ridurre i costi di acquisto, manutenzione e gestione di una barca, che sono lievitati enormemente, e ottimizzarne l’uso, considerato che anche chi oggi potrebbe permettersi un acquisto di un’imbarcazione tutta per se di massima avrebbe ben poco tempo per utilizzarla. Trovando le migliori soluzioni ai problemi credo che anche in Europa, come già successo in molti Paesi, le alternative alla classica proprietà come la proprietà condivisa e il boat sharing possano rappresentare il futuro della nautica da diporto. Ovviamente sempre che si parli di proposte serie”. Già, ma perché un progetto “naufragato” nel mattone dovrebbe invece navigare a tutta forza in barca? “Anche se qualche motivazione la immagino, non sono certo in grado di dare una risposta riguardo il tramonto delle multiproprietà, perché non è il mio settore. So invece perfettamente perché credo nel “varo” di Smart Boat Owner , nome che ho scelto per la nuova attività di “proprietà condivisa”: perché tratta di barche, oggetti profondamente diversi da un’abitazione, perché al contrario di una casa una barca non puoi lasciarla abbandonata neppure per brevi periodi, perché va curata e gestita con grade attenzione.
E Smart Boat Owner è un sistema che gestisce accuratamente tutto dalle manutenzioni ordinarie alle straordinarie, gli imbarchi, le richieste degli armatori eccetera, dove nulla è lasciato al caso. Un sistema che è pensato per armatori che hanno sempre il pieno controllo su ogni cosa che viene fatta a bordo e che utilizzano la barca senza dover avere pensieri o preoccupazioni. Con un’ app appositamente creata che gestisce tutto. Le ragioni per le quali gli amanti della navigazione dovrebbero seguire questa rotta? Semplice: è una soluzione che permette di possedere una barca investendo cifre accettabili e contenere i costi di manutenzione senza pensieri o preoccupazioni perché c’è qualcuno che si occupa di tutto.
E considerando che dopo sei anni il programma prevede di vendere la barca generando un importante ritorno economico, fa in modo che tra costi di acquisto e manutenzione (inclusi ormeggi assicurazioni ecc.) alla fine del periodo il costo effettivo equivalga ad aver noleggiato ogni anno una barca similare per due settimane in alta stagione, ma in questo caso la barca è sempre in ordine, ben attrezzata, senza considerare tutti i servizi di assistenza e opzionali che sono a disposizione”. Ogni medaglia ha un diritto ma anche un rovescio…. “Vero. Sicuramente il principale è dovuto al fatto che molti appassionati considerano la barca come il proprio oggetto da curare e in questo caso non trovano questa soddisfazione. La battuta che facciamo sempre è: “purtroppo non puoi piantare un chiodo in paratia per appendere la tua cerata perché la barca non è solo tua”.
E un altro aspetto negativo potrebbe essere rappresentato da possibili danni causati da altri armatori che potrebbero pregiudicare o ritardare l’utilizzo della barca, ma per questa eventualità siamo riusciti a stipulare una polizza assicurativa che copre adeguatamente il mancato utilizzo. Come detto il sistema è stato lungamente pensato, abbiamo fatto tesoro di realtà che sono sul mercato da anni e abbiamo adattato il tutto alle normative e mentalità europee. Un lavoro lungo e certosino che ci ha fatto raggiungere però l’approdo sognato: avere zero dubbi”. Un progetto capace di tracciare nuove rotte, con diverse novità che Dario Zana da “esperto lupo di mare” tiene per se, pronto a svelarle “solo a fine estate”, quando anche gli ultimissimi capitoli di questa affascinante storia imprenditoriale che stanno “bollendo in pentola”, saranno “cucinati e pronti per essere serviti”. Con tutti gli “ingredienti” testati e certificati, come deve avvenire per ogni ottimo progetto. L’approdo dopo un lungo “viaggio” vissuto, come sottolinea Maria Grazia Zuliani, “guardando anche ad altre esperienze straniere, studiando i sistemi anglosassoni che esistono da anni, e in particolare un sistema in Turchia che c’è da sei anni e conta circa 40 barche. L’esperienza di questi colleghi è stata fondamentale: se non si parte con il piede giusto facendo attenzione a ogni dettaglio e a ogni possibile eventualità si rischia di andare incontro a grosse problematiche ed è proprio quello che non deve succedere agli armatori”.
Un’anticipazione a “mareonline” però potete farla: è’ vero che all’orizzonte c’è una nuova novità che coinvolge proprio partner stranieri per possibili scambi di “quote di barche” e come funzionerebbe? “Sì, è vero”, è la risposta all’unisono, seguita dalla conferma che nient’altro deve però trapelare, perché “fa parte proprio delle novità che annunceremo a fine estate, ma per scaramanzia preferiamo non anticipare nulla fino a quando non avremo certezze e saremo pronti al 100 per cento”. Una certezza che Dario Zana e Maria Grazia Zuliani possiedono invece già, al 100 per cento, riguarda la qualità della gestione, la capacità di far funzionare come il miglior meccanismo di un orologio svizzero la suddivisione di quote di utilizzo fra sei proprietari diversi, ognuno con esigenze diverse – e pronte magari a sovrapporsi con quelle di altri – “incastrando” nel calendario date per l’utilizzo che lascino tutti soddisfatti.
A pensarci sembra un rompicapo, un meccanismo dagli “ingranaggi” impossibili… “Come funziona? In realtà è piuttosto semplice: ogni armatore ha diritto a scegliere otto settimane di utilizzo (quattro sono destinate alle manutenzioni di cantiere invernali), a gennaio si fa l’assegnazione delle settimane con un sistema a rotazione semplice e perfettamente equo che dà anche la possibilità di prenotare anche due o tre settimane consecutive e al termine delle giornate di assegnazione (che dura fra i due e i tre giorni) il risultato è che tutti hanno due settimane invernali, due di mezza stagione e quattro nel periodo estivo (tra maggio e settembre). Le settimane vanno dal lunedì alle 13 alla domenica alla stessa ora in questo modo gli armatori possono sfruttare week end o long week end, e noi abbiamo 24 ore per preparare la barca”.
Chi acquista la propria “quota” non sottoscrive uno solo contratto: perché e quali sono i punti più importanti dei contratti? “Tutto deve ed è ben regolamentato, ogni possibilità preventivamente prevista. I contratti sono tre: uno è per l’acquisto della quota di proprietà, uno è con chi gestisce la barca e un contratto determina le regole tra armatori, che non hanno alcun bisogno di conoscersi, quindi nessuna riunione di condomino o obblighi similari”. A proposito di contratti e relative clausole: ci sono diverse domande che i potenziali “clienti “ si pongono. Un esempio: chi ha usato la barca prima di me l’ha ridotta in pessime condizioni per cui io non potrò usarla. E in questo caso chi mi rifonderà i danni? “Si purtroppo può capitare, è un problema che abbiamo affrontato, come dicevo siamo però riusciti a stipulare un accordo con una importante compagnia assicurativa che rimborsa il mancato utilizzo agli armatori che eventualmente perdono periodi di uso loro spettanti”.
Altro esempio: per ragioni indipendenti dalla propria volontà un sottoscrittore non potrà usare l”imbarcazione. In questo caso il denaro speso sarà stato buttato a mare? O esiste la possibilità di farla utilizzare da altri, come (parenti e amici, o addirittura di subaffittarla? Attualmente il noleggio o sub affitto non sono possibili, le barche sono destinate a uso esclusivamente privato. Ogni armatore può comunque segnalare due nominativi ogni anno possono utilizzare la barca al suo posto”. Il contratto dura sei anni: dopo di che cosa succede? “Se tutti gli armatori decidono di proseguire è possibile prorogare la scadenza di un anno per volta oppure la barca viene venduta e l’incasso suddiviso tra gli armatori.
Naturalmente ogni armatore può scegliere di vendere la propria quota in qualsiasi momento”. Sempre “a proposito di contratti, c’è una voce manutenzione “a costi irrisori”. Quanto irrisori e come avviene la manutenzione? E quanto sta “ferma” la barca? “Nonostante la manutenzione sia molto accurata agli armatori viene presentato il conto al costo nostro: noi non mettiamo margini sui lavori eseguiti, la nostra attività è già compensata da ogni armatore versando costi di gestione annuali, una quota che copre il nostro lavoro organizzativo e di controllo, l’uso delle applicazioni eccetera. Così come è compensato il nostro lavoro per gli aspetti burocratici per i quali pensiamo a tutto noi evitando ai proprietari un mare di scartoffie”.
Non resta che parlare di quello di cui si diventa comproprietari o co-utilizzatori: le barche. La vostra flotta come è composta? E quanto costa diventarne comproprietari? “Siamo partiti a febbraio di quest’anno con tre barche a Scarlino: un Sun Odyssey 350 versione 2 cabine, un Sun Odyssey 410 versione 3 cabine e un Excess 11 versione 4 cabine, ma il progetto prevede altre basi, in questo modo sarà anche possibile effettuare scambi con altri armatori sempre Smart Boat Owner di barche simili. Sul nostro sito sono indicate le quote di acquisto residue e i costi annuali di gestione/manutenzione per i comproprietari che vengono aggiornati sullo “stato delle cose” della propria barca grazie a un’app con cui è possibile monitorare ogni cosa, ogni preventivo, fattura o altro e ogni lavorazione anche attraverso materiale fotografico molto dettagliato”. La “navigazione” alla scoperta del fenomeno “barche condivise” e delle ragioni per le quali promette di diventare un capitolo sempre più importante nell’economia del mare è giunto al termine e i due soci salpati per seguire la rotta della “condivisione in mare” devono andare a verificare gli avanzamenti dei lavori per una delle delle novità destinate a restare top-secret fino a fine estate.
Resta solo il tempo per una domanda finale: cosa chiedereste al Governo di fare per sostenere questo mercato? “Ci sarebbe molto da fare per snellire e ridurre i costi, con l’attuale situazione ci sono troppe complicazioni, costi esagerati e lentezze assurde per le quali siamo costretti a immatricolare le barche con bandiere estere (comunque sempre nella comunità Europea) dove è tutto più snello e soprattutto più chiaro”.
pubblicato il 7 Agosto 2025 da admin | in | tag: acquistare la barca? Meglio condividerla, barca condivisa, boat sharing, Dario Zana, Maria Grazia Zuliani, Parallelo 43, Smart Boat Owner | commenti: 0