Due delle tre più antiche forme d’arte secondo Samuel Taylor Coleridge, uno dei padri del romanticismo inglese, sono l’architettura e l’abbigliamento. Due arti che la Boutique Marras, aperta nella Piazza Civica di Alghero, cuore pulsante della città sarda, abbina nel più straordinario dei modi trasformando un atelier in quello che potrebbe tranquillamente apparire il più moderno museo dell’arte del vestire. Capace di affascinare i clienti con l’arte di ogni capo, ma anche con quella del palazzo che li ospita, uno dei più antichi della città con volte a botte di arenaria, salotto, giardino interno. Spazi meravigliosi che i capi d’abbigliamento e gli accessori creati dallo stilista “arredano”. Spazi, tanto ampi quanto belli, nei quali si resterebbe all’infinito ad ammirare le collezioni create dallo stilista “salpato” dalla sua città natale, alla conquista del mondo, lavorando nelle maggiori capitali della moda, prima fra tutte Parigi dove è stato tra l’altro direttore artistico della maison francese Kenzo. Uno straordinario percorso professionale compiuto grazie a una fantasia creativa unica che affonda le sue radici proprio nella terra e nel mare della città dove è nato, e nella quale ha sempre trovato fonte d’ispirazione per ogni nuova creazione, unendo materiali e colori, tagli e cuciture. Un legame con la proprie terra raccontato meglio di mille parole dal “ligazzio rubio”, il legaccio rosso che è divenuto per lo stilista un vero e proprio marchio di fabbrica. Un legame rinsaldato , fra un viaggio e l’altro, nelle giornate vissute nella grande casa-laboratorio sulla collina, davanti al mare, a immaginare come utilizzare materiali come le garze stramate, trattamenti radicali come le bruciature dei tessuti alla ricerca di nuovi contrasti nelle lavorazioni destinati a rendere unici i suoi capi, in moltissimi casi veri e propri oggetti del desiderio che Antonio Marras ha cominciato a creare nel 1987, disegnando la sua prima collezione. Il primo passo di un cammini destinato a portarlo quattro anni più tardi a essere uno dei protagonisti delle sfilate di Alta Moda a Roma e, l’anno dopo, a Parigi, incantata dalla sua collezione Le nuvole. Un cammino professionale che ha avuto sempre una costante: il desiderio di continuare a sperimentare, abbinando l’arte, con la musica, con la danza, con teatro, con il cinema. Perché per la moda ha sempre rappresentato un legame con gli altri linguaggi,. Come quello dell’abbigliamento e dell’architettura. Due delle tre più antiche forme d’arte secondo Samuel Taylor Coleridge. La terza? La cucina. Un mondo che l’artista sempre alla ricerca di nuove scoperta ha già esplorato, con il Temporary Restaurant Rosso Marras, al Circolo Marras in via Cola di Rienzo a Milano, aperto perché, come lui stesso ha confessato, gli è ” sempre rimasta nel cuore la voglia di un ristorante, di una grande cucina, di una casa capace di ospitare tanti, tanti commensali. Tutti diversi, tutti provenienti da posti diversi, tutti accomunati dalla curiosità, dalla voglia di sperimentare e dal desiderio di stare insieme per condividere un’unica esperienza del gusto”. Un uomo modernissimo, capace di abbinare alla perfezione le più antiche forme d’arte…
Testo realizzato da Daniella Rodeschini per mareonline.it
pubblicato il 14 Novembre 2018 da admin | in Abbigliamento, Accessori | tag: boutique Marras ad Alghero, bruciature di Antonio Marras, Circolo Marras a Milano, garze stramate di Antonio Marras, ligazzio rubio di Antonio Marras, stilista Antonio Marras | commenti: 0