“Ridurre o addirittura cancellare i sussidi sul costo del lavoro dei marittimi italiani, con tagli che potrebbero essere inseriti nella prossima Legge di Bilancio, sarebbe autolesionismo, significherebbe gettare a mare una misura, adottata vent’anni fa, che ha rilanciato l’armamento nazionale, facendo raddoppiare il numero di navi battenti bandiera italiana, salvando e rilanciando l’occupazione nel settore”. Ad affermarlo è il presidente di Assarmartori, Stefano Messina, che intervenendo al Forum di Conftrasporto a Cernobbio, ha denunciato a chiare lettere come la volontà di “ridurre quei sussidi, fino a cancellarli, per imporre agli armatori una svolta ambientalista che in realtà da tempo sollecitiamo noi alle istituzioni sia frutto di una confusa e maldestra filosofia green. Visto che l’ambiente viene prima di tutto semmai”, ha sottolineato il presidente di Assarmartori, “non capiamo perché in Italia sia praticamente impossibile usare come carburante il Gas naturale liquefatto, che è ancora una fonte fossile, ma decisamente molto, molto meno inquinante. In Italia c’è il gas, ci sono i depositi, ci sono i bunker nei porti o ci sono i soldi per costruirli, ma mancano le regole per effettuare i rifornimenti. Le stanno elaborando due differenti tavoli tecnici insediati da due ministeri diversi, che peraltro tra loro non dialogano. E questo è un dazio pesante da pagare: oltre ai dazi derivanti dalle guerre commerciali, ci sono altri dazi occulti, molto pesanti che paghiamo senza ragione, o meglio a causa di una volontà autolesionistica della politica”.
pubblicato il 24 Ottobre 2019 da admin | in | commenti: 0