Il lavoro nei porti richiede un grande consumo di energia elettrica, è un’attività fortemente “energivora” che oggi, “alla luce” (e mai modo di dire fu più calzante) delle maxi bollette degli ultimi mesi necessita di interventi specifici immediati, in aggiunta alle misure di carattere generale fin qui adottate, che possano alleggerire terminal e operatori da sovraccosti energetici imprevedibili e difficilmente ribaltabili sulla merce o sui caricatori. E’ questo il messaggio, un vero e proprio Sos, che i vice presidenti di Uniport (associazione che rappresenta le imprese che operano in ambito portuale) Pasquale Legora De Feo e Fabrizio Zerbini hanno lanciato al Governo in occasione dell’incontro avvenuto a Roma con il presidente della Commissione trasporti della Camera Salvatore Deidda. Un appuntamento durante il quale i responsabili di Uniport hanno portato all’attenzione del Governo anche altre due richieste: quella di “sterilizzare”, per il triennio 2023-2025 l’indicizzazione annuale dei canoni di concessione demaniali (“perchè”, hanno evidenziato, “ sarebbe improponibile anche solo immaginare, dopo un incremento per l’anno 2022 di più dell’8 per cento, successivi aumenti in linea con il tasso di inflazione in continuo rialzo) e quella di intervenire per superare le “duplicazioni, non solo apparenti, di compiti che, a seconda delle materie, possono riguardare diversi enti, quali Mit, Art,, Autorità di Sistema Portuale, Autorità Marittima e Asl”. Temi caldissimi per le imprese del settore rappresentate da Uniport che “valgono” oltre 4000 posti di lavoro e un fatturato annuo di circa 1 miliardo di euro, operando nei Terminal Ro/Ro, Ro/Ro Pax e Rinfuse oltre che nei principali terminal Crociere.
pubblicato il 30 Novembre 2022 da admin | in | tag: allarme bollette nei porti, allarme bollette nei terminal, consumo di energia nei porti, Fabrizio Zerbini, lavoro nei porti, Pasquale Legora De Feo, Uniport | commenti: 0