Le Autostrade del mare rischiano di sprofondare affondate da un insostenibile carico di tasse frutto delle normative europee in materia di sostenibilità? A lanciare l’allarme, in occasione dell’ormai consueto appuntamento annuale organizzato da Alis per riunire istituzioni, imprese e tutti i “portatori d’interesse” per un confronto su temi legati a logistica, economia, occupazione e sostenibilità, è stato Guido Grimaldi, presidente dell’associazione logistica dell’intermodalità sostenibile, presentando un’analisi destinata ad addensare nubi scurissime all’orizzonte del trasporto via acqua. Già, perché i conti presentati da Guido Grimaldi aprendo i lavori dell’evento ospitato nella Masseria Li Reni di Manduria, dove è andato in scena l’evento intitolato “L’Italia protagonista dello sviluppo euro-mediterraneo”, prevedono un autentico tsunami economico per gli armatori. “Rispetto alla crescita competitiva del nostro Paese intervengono alcuni fattori che rappresentano seri ostacoli, tra cui la iper-tassazione derivante dalle normative europee in materia di sostenibilità”, ha esordito il presidente di Alis, che approfittando anche della presenza del viceministro all’Ambiente e alla sicurezza energetica Vannia Gava ha voluto ribadire come “il grande lavoro svolto dagli imprenditori nel trasporto sostenibile rischi di essere fortemente compromesso da alcune scelte compiute dall’Europa e, in particolare, dalle normative Ets e Fuel Eu Maritime che dall’inizio del 2024 stanno tassando e tasseranno il settore marittimo a danno di cittadini e imprese”. Un’introduzione a una serie di dati che non lasciano spazio a interpretazioni: “Si stima che l’Ets avrà un impatto economico sul naviglio a livello europeo pari a oltre 3 miliardi di euro nel 2024 ed oltre 7 miliardi di euro a partire dal 2026 (quando l’applicazione sarà al 100 per cento)”, ha aggiunto Guido Grimaldi, “mentre il Fuel Eu Maritime, che richiede l’utilizzo di bio-carburanti non ancora disponibili e penalizzerà ancor di più il settore marittimo e in particolare le navi Ro-Ro e Ro-Pax impiegate nei servizi di Autostrade del mare e di cabotaggio insulare, avrà un impatto economico a livello europeo pari ad oltre 1,5 miliardi di euro dal 2025 (quinquennio 2025-2030) e pari ad oltre 65 miliardi di euro al 2050, in quanto saranno necessari gli e-fuels da energie totalmente rinnovabili”. Previsioni che, secondo i vertici di Alis, esigono una “ fondamentale attenzione sul futuro utilizzo delle risorse finanziarie derivanti dall’Ets affinché siano destinate interamente al trasporto marittimo, e in particolare alle Autostrade del mare, attraverso incentivi virtuosi da almeno 100 milioni di euro annui per l’intermodalità marittima, aumentando quindi la dotazione del Sea Modal Shift, specialmente ora che tale settore è fortemente penalizzato nonché maggiori investimenti in formazione, ricerca e sviluppo per creare le nuove competenze richieste dal settore e incentivare la transizione energetica e la produzione dei carburanti green da utilizzare nel settore”. Numeri e riflessioni, quelli esposti nel l0intervento introduttivo del presidente di Alis, che si sono trasformate in un punto di partenza per “navigare” in un mare di importanti temi legati al ritorno competitivo delle imprese europee sullo scenario globale, alla transizione energetica, allo sviluppo sostenibile, al potenziamento dei sistemi di formazione e alle dinamiche occupazionali, oggetto dei momenti di confronto dell’evento organizzato dall’associazione che “con i suoi 2300 soci, 261.000 lavoratori e 87 miliardi di euro di fatturato”, come ha evidenziato sempre Guido Grimaldi, “è in prima linea anche per ridurre il divario esistente tra Nord e Sud che oggi è ancora di 21 punti percentuale, nonostante un consistente aumento del tasso di occupazione nel Mezzogiorno, ed è quindi anche nostro compito cercare di ulteriormente i territori e la cultura del Mezzogiorno, tenuto anche conto che al Sud è prodotto il 24 per cento del Pil turistico nazionale, creare maggiori prospettive lavorative e trattenere i nostri giovani talenti”. A chiudere l’evento (che ha visto due momenti di dibattito, “Le sfide di porti ed imprese del trasporto sostenibile tra PNRR e normative europee”, con protagonisti Andrea Annunziata, presidente AdSP Mar Tirreno Centrale, Domenico De Rosa, amministratore delegato Smet, Luigi D’Auria, amministratore delegato Trans Italia, Pino Musolino, presidente AdSP Mar Tirreno Centro-Settentrional e Sergio Prete, presidente AdSP Mar Ionio, e il panel “L’Italia al centro del Mediterraneo: le nuove prospettive dello sviluppo economico”, con gli interventi del viceministro Vannia Gava, di Marcello Di Caterina, direttore generale di Alis, di Silvio Busico, presidente Rete nazionale Itsd per la mobilità sostenibile, e Felice Simonetti, responsabile Sustainable B2B Eni) è stata una doppia intervista di Bruno Vespa a due grandi protagonisti della blue economy: l’ammiraglio Nicola Carlone, comandante generale Capitanerie di porto-Guardia costiera), ed Emanuele Grimaldi, presidente dell’International Chamber of Shipping, una delle principali organizzazioni marittime del mondo, capace di rappresentare circa l’80 per cento del tonnellaggio mercantile mondiale, oltre che amministratore delegato del Gruppo Grimaldi) recentemente definitivo “Ambasciatore Green” dal Time, il magazine d’informazione più famoso al mondo. Un ambasciatore che qualche “pena” , contrariamente a quanto dice un vecchio detto, qualche “pena” l’ha portata all’Europa visto l’invito rivolto all’Europa, tanto garbato quanto chiaro, a fornire “un maggiore sforzo da parte delle istituzioni nel dare il buon esempio, anche in termini di sostenibilità, attraverso normative migliori a livello globale e anche attraverso un concreto aiuto a quei Paesi che sono in difficoltà a sviluppare nuovi carburanti e nuove tecnologie”.
pubblicato il 17 Luglio 2024 da admin | in | commenti: 0