Una nuova incredibile testimonianza riemersa a distanza di oltre un secolo dal più celebre naufragio della storia, quello del Titanic, o un clamoroso “scherzo”? È questa la domanda alla quale stanno cercando di dare una risposta grafologi, storici, ricercatori universitari che da quattro anni stanno collaborando con l’università del Quebec per stabilire l’autenticità del foglietto di carta ingiallito trovato nel 2017 dentro una bottiglia “approdata” su una spiaggia della baia di Fundy, nel sud-est della Francia, dove stava passeggiando una famiglia canadese. Una vecchissima bottiglia dentro la quale padre madre e due figli avevano trovato una lettera con un brevissimo messaggio, “Lancio questa bottiglia in mare, dobbiamo arrivare fra qualche giorno a New York. Se qualcuno la trova, avvertite la famiglia Lefebvre a Lie’vin”, e la firma: Mathilde Lefebvre. Oltre alla data: quella del 13 aprile 1912, il giorno prima del naufragio del Titanic. Il giorno in cui, se il messaggio dovesse risultare autentico, la giovanissima passeggera si sarebbe affacciata dal ponte di terza classe del Titanic, ignara del terribile destino che la stava attendendo, per lanciare la bottiglia con una lettera. Centonove anni e un mese abbondante più tardi quel messaggio continua a dividere gli esperti, anche se i sostenitori della sua autenticità sembrano aumentare. A favore della tesi che la bottiglia con la lettera arrivata sulle coste francesi dalle lontanissime acque dell’oceano Atlantico teatro del naufragio, avvenuto a sud est dell’Isola di Terranova, in Canada., si sarebbero alcuni indizi. Il primo: il periodo di fabbricazione della bottiglia è compatibile con quella di inizio Novecento, così la qualità e l’analisi chimica del vetro. E compatibile sarebbe anche “l’età” del tappo e della carta usata per scrivere il messaggio, analizzati con l’esame “carbonio 14”-. Infine anche l’inchiostro ha superato il test dello spettroscopio. In altre parole, tutto sembrerebbe perfettamente databile 1912. Cosa impedisce ancora di affermare che l’oceano ha restituito un’ultimo reperto del Titanic? Innanzitutto il fatto che un eventuale autore dello “scherzo” (nonché abilissimo falsario….) avrebbe potuto essersi procurato vetro, tappo, carta dell’epoca e aver utilizzato un inchiostro contraffatto. E poi il fatto che la grafia di Mathilde appare diversa dal corsivo regolare e dal tratto continuo che si insegnava allora nelle scuole. Una lettera che sembra scritta più da un adulto che da una ragazzina. Che, però, avrebbe potuto chiedere proprio a un adulto di scriverla per lei, ormai vicinissima a coronare il sogno di vedere quel grande, lontanissimo Paese, quel “nuovo mondo” dove avrebbe potuto avere una nuova vita, diversa da quella, poverissima, che aveva condotto fino ad allora, così come il resto dei passeggeri ospitati nella terza classe del transatlantico. Un nuovo mondo dover avrebbe potuto riabbracciare suo padre, Franck. Erano più di due anni che non lo vedeva, da quando l’uomo, minatore poverissimo, era salpato per l’America con uno dei figli, Anselme, di 10 anni, per cercare fortuna . Ora, dopo aver raggranellato, lavorando duramente nelle miniere di carbone di Mystic, nell’Iowa, la somma sufficiente per pagare il viaggio anche alla moglie e agli altri 4 figli l’aveva inviata in Francia. Senza immaginare che così avrebbe firmato la loro condanna a morte.
pubblicato il 16 Agosto 2021 da admin | in | tag: mistero del messaggio nella bottiglia, mistero sul Titanic, naufragio del Titanic | commenti: 0