Heron, in inglese airone. Come quello planato a fine 2017 nel panorama nautico internazionale tuffandosi nel mare degli scafi d’autore con le sue linee innovative come pochissime al mondo, frutto del design sviluppato dall’architetto Massimo Picco, dello studio Picco Yacht Design, designer di riconosciuta esperienza internazionale soprattutto in ambito velico, settore nel quale esiste forse più attenzione nello studio delle forze applicate a carene che devono necessariamente risultare efficaci con la sola spinta del vento. E Heron 56, yacht nato per stupire, è frutto proprio della più profonda ricerca sviluppata attraverso l’analisi dei flussi idrodinamici delle linee d’acqua con una simulazione che ha permesso di realizzare a colpo sicuro, e senza rischi relativi alle performances, l’opera viva, ovvero la parte dello scafo immersa. La parte che rappresenta il punto di forza e di innovazione di uno yacht che definire inusuale è quantomeno riduttivo, con le superfici di carena completamente lisce, l’assenza totale di pattini di sostentamento idrodinamico, step o redan. “L’obbiettivo era quello di creare una carena che potesse garantire minima resistenza all’avanzamento, consumi limitati, eccellenti performance con motorizzazioni contenute e massimo comfort”, hanno spiegato i progettisti. “Le linee d’acqua sono disegnate per garantire assetto longitudinale costante a qualsiasi regime di velocità. Volevamo creare scafo che avesse la capacità di incrementare la potenzialità di conservare sempre lo stesso assetto longitudinale all’interno del cosiddetto “Delta speed”, range che rappresenta la “forbice” tra l’andatura minima di crociera di uno yacht e la velocità massima: l’assetto degli scafi tradizionali tende a variare in funzione dell’andatura fino al raggiungimento della velocità massima mentre la posizione longitudinale di Heron 56 rimane sempre costante”. Uno yacht progettato per regalare sensazioni forti , pronte a domare le onde grazie alla carena polivalente in grado di mantenere elevata stabilità e portanza. Ma sono molte altre le innovazioni che Heron 56 ha mostrato in anteprima agli amanti della navigazione ai Saloni di Canness e Genova 2017: la prua verticale, sottile, affilata come una lama e longitudinalmente curvilinea; le superfici laterali della prua piatte, quasi “stirate” per agevolare l’effetto dei flussi idrodinamici sulle murate dell’imbarcazione dalla singolare forma laterale disegnata in funzione dello sviluppo della parte immersa della chiglia. E , ancora, il posizionamento del baricentro di carena più avanzato rispetto agli scafi tradizionali mentre a poppavia le forme tondeggianti “a cono” con spigolo al tondo costituiscono il punto di appoggio dell’opera viva. “Sotto l’aspetto puramente estetico, le linee dello scafo sono enfatizzate da una verniciatura metallizzata che dona risalto ed eleganza all’imbarcazione”, si legge nella scheda di presentazione. “Relativamente agli aspetti funzionali, lo yacht trasmette da subito un senso di libertà poiché la coperta è disegnata per essere vissuta davvero en-plein-air. Estese le aree open con piani di calpestio in teak che, partendo dalla zona di comando, mostrano la postazione centrale per il comandante e poltroncine laterali per ogni lato, tutte in Silvertex. Sotto la protezione dell’ampio parabrezza in acciaio e Perspex, la console è ergonomica e dotata di strumentazione di controllo-navigazione touch-screen. A centro nave è collocata l’area galley con penisola corredata di ogni elettrodomestico per preparare e conservare il cibo; quando non sono utilizzate, le dotazioni a scomparsa sono completamente celate da mobilio realizzato ad hoc. Confinante verso poppavia trova collocazione l’area living con divani per otto persone e tavolo trasformabile. Assai godibile l’area poppiera con grande prendisole posto al di sopra del portellone garage e pedana per il bagno illuminata da faretti dedicati e servita da scaletta a scomparsa. Il garage può contenere un tender di piccole dimensioni. La zona prodiera è allestita con prendisole interrotto centralmente da doppio tambuccio per dare aria e luce sottocoperta. Elemento di distinzione il T-top in carbonio che ombreggia la zona centrale dello yacht e dal cui cielino, tramite un sistema lift elettrico, discende la Tv Lcd. La compartimentazione interna prevede la cabina armatoriale a proravia con bagno suddiviso in due ambienti separati per creare un locale doccia ad ampio respiro. A centro barca le due cabine ospiti a letti divisi, entrambe dotate di toilette riservata. A poppavia la cabina marinaio con accesso dal ponte di coperta a tutela della privacy di armatore e ospiti. Contemporanei e raffinati gli allestimenti interni in essenza di rovere naturale sbiancato evidenziato da inserti in pelle in tutte le cabine e cielini laccati grigio metallizzato. Lo yacht monta una doppia motorizzazione Volvo Penta IPS600 per un totale di 870hp, scelta che riconduce alle doti peculiari dell’opera viva: relativamente pochi cavalli quindi per un dislocamento così importante. A seconda delle richieste dell’armatore, è prevista l’installazione di combinazione motori-trasmissioni alternative, a partire dalle linee d’asse fino alle più performanti trasmissioni di superficie per performance al top”. Heron 56 ha una lunghezza f.t. di 17,90 metri, la lunghezza al galleggiamento di 15,20 metri, la larghezza max 4,71 metri, un serbatoio carburante da 2.200 litri, dislocamento 14 – 16,5 tonnellate, motorizzazione 2 x 435 hp Volvo Penta IPS600, velocità di progetto32,5 Kn) è scattato. Info:Tel: +39 06 65028807, www.heron-yacht.it
pubblicato il 20 Luglio 2018 da admin | in | tag: architetto Massimo Picco, designer nautici più famosi, Heron 56, migliori designer di barche a vela, migliori progettisti di barche a vela, studio Picco Yacht Design, yacht più innovativi | commenti: 0