“La storia siamo noi” canta Francesco De Gregori, “siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo”. Una metafora, quella del cantautore romano che così tanta poesia ha scritto sulle note appese ai righi del suo pentagramma, dalla forza evocativa incredibile. Raccogliete, adesso, qualcuno di questi aghi e metteteli insieme, uno accanto all’altro, su una griglia avente come ordinate il tempo e lo spazio. Non raccontereste una storia qualsiasi. Raccontereste un pezzo di storia, quella storia con la esse maiuscola della quale, volente o nolente, ognuno di noi fa parte. Hanno seguito questa rotta coloro i quali, mossi dalla voglia di raccontare la storia della loro terra e del loro mare, hanno raccolto testimonianze, strumenti del fare, diari, vecchi articoli di giornali e li hanno disposti, ordinatamente, all’interno dell’ex edificio Alpi, l’Azienda di lavorazione e produzione ittica, di Stintino. È nato così il Museo della Tonnara di Stintino, il santuario dove si celebra virtualmente il rito della tradizionale metodo di pesca del tonno praticato nel Golfo dell’Asinara fino al secolo scorso. Che poi è anche il millennio scorso. Il filo che tiene insieme gli aghi di questa storia, è invece tutto del millennio attuale. Si chiama storytelling audiovisivo ed è un racconto multimediale fatto con video che ricostruiscono le vicende della tonnara, la vita dei protagonisti, la storia di Stintino e dell’isola dell’Asinara. Un percorso che si percorre salendo sulle scale del jazzista sardo Paolo Fresu, ma anche un racconto aperto, con un punto di partenza ben preciso e un finale che non vuole essere scritto. La vocazione del Mut non è solo quella di fungere da libro di storia per far vedere ai suoi visitatori come si viveva nel passato. È, al contrario, quella di dialogare con la comunità e il suo territorio per trasmettere i valori che la cultura e la tradizione non smarriscono nel loro infinito viaggio lungo i sentieri della storia, sempre quella con la esse maiuscola. Il museo diventa, allora, uno spazio aperto in grado di ospitare eventi, incontri e presentazioni, concerti, laboratori attivi. Uno spazio vivo, in continuo mutamento. Perché gli aghi continuano a cadere dal grande albero della storia e qualcuno dovrà pur raccoglierli.
Giorni e orari di apertura del Mut
giugno, settembre: tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 18 alle 21
luglio, agosto: tutti i giorni dalle 18 alle 23, il giovedì anche dalle 11 alle 13
L’ho visitato, è bellissimo….
E’ vero che c’è un antico “biberon” in creta a forma di delfino?
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L’ho visitato quattro anni fa. Piccolo ma veramente molto interessante. Ps: nella trattoria vicina, in piazzetta, vicino al parcheggio si mangia pesce (accompagnato da un bianco con uve vermentino e di un altro vitigno che non ricordo) veramente bene….
Ho avuto modo di visitarlo, veramente bello.