L’utilizzo di navi ospedale risale a tempi antichissimi. La marina ateniese disponeva di una nave di nome Therapia, mentre i romani impiegavano una nave di nome Esculapio, dio della medicina. Nel XVII secolo venivano invece utilizzate vecchie navi in disarmo dette “pulmonare” che , attraccate in modo fisso ai moli, funzionavano da ospedale e infermeria per i marinai. E del secolo successivo risale l’uso di fare accompagnare le flotte da battaglia da navi speciali per la raccolta e la prima cura dei feriti; si trattava in genere di vecchie imbarcazioni da guerra non più abili al servizio adattate a navi soccorso, mentre nel corso della prima e della seconda guerra mondiale al contrario numerose navi passeggeri furono convertite in navi ospedale. La prima nave ospedale italiana di cui si ha notizia è la “Washington” varata a metà ottocento. Nel corso della prima guerra mondiale la marina italiana disponeva di otto navi ospedale in servizio, numero che aumentò a 18 nel corso del secondo conflitto mondiale. Scopo di queste imbarcazioni era quello di seguire le formazioni navali, ricercare i naufraghi, trasportare feriti e interagire con i servizi ospedalieri posti sulla costa. Attualmente la Marina italiana non dispone di navi ospedale ma l’Italia è l’unica nazione a possedere una nave da soccorso per sommergibili denominata “Anteo”.
La USS Navy dispone invece di due enormi navi ospedale, la Mercy e la Comfort, di circa 270 metri di lunghezza con mille posti letto ciascuna. Entrambe erano in precedenza navi petroliere convertite poi in navi ospedale per via dei grandi spazi disponibili.
Queste navi, oltre che a supporto di azioni militari, vengono utilizzate anche a scopo di soccorso civile nel caso di maremoti, tsunami e altri disastri naturali. Anche la Cina si è dotata di una nave ospedale, la Peace Ark, derivata anch’essa da una unità riconvertita, lunga 178 metri e con 300 posti letto. Questa unità e’ stata recentemente utilizzata per missioni umanitarie a Cuba ed in Africa. Il vantaggio principale di disporre di navi ospedale è essenzialmente quello di raggiungere più agevolmente e più rapidamente territori difficilmente raggiungibili da terra o che comunque non dispongono di adeguate strutture a terra per la cura dei malati oppure per superare eventuali crisi dovute a calamità naturali. Allo stato attuale possono essere individuate cinque tipologie di navi ospedale o da soccorso: Hospital launches: sono sostanzialmente delle imbarcazioni ambulanza che vengono utilizzate principalmente lungo i fiumi o i laghi, specialmente in Africa. Si tratta per lo più di vecchie imbarcazioni riadattate per questo specifico utilizzo. Small medical support ships : sono navi essenzialmente militari di medio tonnellaggio con a bordo personale medico per compiti di assistenza sanitaria e protezione civile. L’Italia dispone ad esempio delle navi San Giusto e Mimbelli con destinazione esclusivamente a interventi di protezione civile. Evacuation ships : sono navi trasporto persone impiegate sia in guerra che per evacuazione di personale civile in caso di calamità naturali. Dispongono di attrezzature mediche limitate. Civilian hospital ships : sono di fatto navi ospedali civili e il loro numero è molto limitato.
In Spagna esiste la Esperanza del Mar che fornisce assistenza ai pescherecci d’altura mentre in Africa opera l’Africa Mercy dell’associazione umanitaria Mercy Ships International. In Madagascar opera invece, tramite una associazione benefica italiana, l’unità Nave Ospedale derivata da un vecchio rimorchiatore restaurato. Hospital ships : sono le navi ospedali militari come le USS Navy Mercy e Comfort e la cinese Peace Ark. Come emerge da tutto questo, nella storia della marina le unità destinate a ospedale o nave soccorso sono costituite in via pressoché esclusiva da unità riconvertite e non costruite specificamente per tale scopo.
Il progetto Hospital Boat, realizzato dagli architetti Marino Alfani e Taddeo Baino premiato con il Millenium Yacht Design Awards 2012, è invece stato pensato sin dall’origine per lo specifico impiego di ospedale e nave da soccorso. In particolare le caratteristiche principali sono: struttura a catamarano che consente di separare la zona tecnica e operativa dagli alloggi dell’equipaggio e dell’equipe medica; disponibilità di un’ampia superficie di lavoro da adibire, nella parte superiore, a helipad; possibilità d’imbarcare anche ambulanze direttamente dai portelli posteriori; grande autonomia per gli spostamenti; pannelli solari sul ponte superiore (210 metri quadrati); totale autosufficienza.
Il progetto HB può prestarsi a diversi utilizzi in base alle dimensioni dell’imbarcazione. In particolare si propone una configurazione che naturalmente può essere ampiamente modificata in base alle esigenze della committenza.Civilian Hospital Ship è la configurazione di dimensioni maggiori che ha vinto il Millenium Yacht Design Awards 2012: un vero e proprio ospedale galleggiante, con tanto di astanteria, due sale visita, laboratorio, camera iperbarica, sala Rx/Tac, degenza, sala operatoria; destinato all’uso costiero quale nave ospedale per l’assistenza a popolazione poste in zone disagiate o prive di ospedali a terra oppure come unità di assistenza in caso di calamità naturali, lungo 35 metri e largo 14,5 con una velocità di crociera di10 nodi, in grado di ospitare sei dottori e quattro infermieri oltre ai pazienti.
Il progetto, applauditissimo in molti Paesi stranieri ma incredibilmente passato inosservato in Italia nonostante sia frutto della creatività “made in Italy”, prevede anche 240 metri cubi di volume destinati al magazzino (con la possibilità di “immagazzinare” anche un ospedale da campo esterno composto da 5 tendoni gonfiabili collaudato per un totale di 100 posti di degenza), alla dispensa e al deposito materiali, alle zattere e al garage del “tender ambulanza” di 8 metri per il trasporto di feriti /pazienti.
pubblicato il 27 Ottobre 2016 da admin | in | tag: Marino Alfani, Millenium Yacht Design Awards 2012, nave ospedale, progetto Hospital Boat, Taddeo Baino | commenti: 7
Il ministro Alfano lunedì 1 settembre sul Corriere della Sera indicato, fra le strategie del Viminale contro l’emergenza naufragi, ha indicato la necessità di avere cinque navi a disposizione. Averne una ospedale non sarebbe male… Peccato che, come sempre, i progetti ci siano ma nessuno li sappia cogliere e realizzare…
Alfani batte Alfano (curiosa questa quasi omonimia…) 1-0. 1° perché lui ci ha pensato per primo e 2° perché lui ha già concretamente realizzato un progetto, mentre il suo quasi omonimo politico è ancora alla fase delle chiacchiere.
Buongiorno. Avrei bisogno di noleggiare (per conto terzi) una nave ospedale, con tutto l’equipaggio medico. Potrei avere indicazioni? Grazie. Bernardino Bondoni, via Di Castel, 15 – 38089 STORO (TN).
Le ultime centinaia di morti su un barcone di disperati (si parla di 800 vittime!!!!!! non basterebbero da sole a giustificare la realizzazione di una simile unità? magari da tenere di stanza proprio nello Stretto di Messina?
Stamattina a Radio 101 uno dei conduttori, Militello, quello di Striscia lo striscione, ha parlato di una raccolta di fondi per costruire una nave ospedale in Venezuela. E’ possibile che a nessuno sia venuto in mente che uno dei Paesi che ha maggiormente bisogno di una nave ospedale per fronteggiare l’emergenza profughi è proprio l’Italia?. Avete presente quante “vittime” degli scafisti potrebbe salvare una simile iniziativa? Scontato il fatto che sulla cosa i politici italiani non ci vogliono sentire, perché nessuna associazione ci vuol provare?
Un mare di profughi morti annegati ogni estate nei nostri mari e al Governo nessuno pensa ad allestire navi ospedale? Dovremmo tornare in dietro di qualche millennio e ripartire da lì per ripulire questo Paese da “timonieri” incapaci quando non peggio…
Al Governo qualcuno sta pensando a questa soluzione? Neanche una tragedia come quella del Coronavirus basterà a far capire qualcosa a questi scappati di casa che hanno preso il timone del Paese?