Dicono che è nella fine delle cose che si annidano i nuovi inizi e ricomincia tutto e che il vero lieto fine è non smettere mai di ricominciare. E dicono anche che non è tanto importante avere un buon motivo per smettere, ma una valida ragione per ricominciare. A Roberto Spadavecchia la vita ha insegnato che è davvero così. Perché dopo averlo costretto a chiudere un capitolo importante della sua storia professionale, nel settore della moda, attività trascinata in cattive acque da una crisi infinita, la vita gli ha mostrato la rotta per ripartire verso un mare di nuove opportunità. Ripartendo proprio dal mare, che è sempre stata la sua grande passione, e con tante valide ragioni: a cominciare dalla possibilità di lavorare a fianco delle persone più care, prima fra tutte la figlia Barbara, per proseguire con l’opportunità di realizzare quello che a sempre avuto nel Dna: creare sempre qualcosa di nuovo, rinnovare l’esistente per migliorarlo. In altre parole continuare a ripartire ogni giorno, cercando sempre nuovi approdi professionali da raggiungere. Cosa non facilissima da immaginare per chiunque, a 50 anni, si ritrovi a dover tracciare una riga su tutto quanto fatto fino ad allora per voltare pagina ripartendo da zero, ponendosi la fatidica domanda “cosa farò da grande?”. Cosa difficilissima, addirittura quasi impossibile per molti, da mettere in pratica. Ma non per uno capace di trovare la rotta giusta anche in un mare in burrasca. Quello stesso mare per il quale ha nutrito un amore profondissimo fin da bambino e che da adulto gli ha fornito l’ispirazione per intraprendere la nuova attività.
“Frequentando i cantieri navali della mia città, Bari, grazie al mio hobby per la pesca e per tutte le attività che gravitano intorno al mare, ho notato che tutte le barche, sia a vela sia a motore, anche quelle molto costose, una volta tirate a secco per le manutenzioni venivano posizionate su attrezzature di vario tipo, tacchi di legno, bidoni dell’olio, blocchi di cemento e altri attrezzi di fortuna, che chiaramente non garantivano sicurezza agli operatori che lavoravano al di sotto e tantomeno alle stesse barche”, ricorda Roberto Spadavecchia. “Senza contare che gli operatori dei cantieri impiegavamo ore e ore a tagliare pezzi di legno, a sagomare i tronchi e a inventarsi di tutto per posizionare in modo empirico piccole, medie e grandi barche.
Osservando quel modo di lavorare ho deciso che avrei dovuto inventarmi a tutti i costi qualcosa per contribuire, nel mio piccolo, a eliminare attrezzature inquinanti, tipo i bidoni dell’olio, e poco sicure sostituendole con prodotti tecnologici che garantissero pulizia e sopratutto sicurezza nei cantieri navali. Sia agli operatori sia alle barche. Il tutto con il piacere immenso di lavorare a contatto con il mio amato mare”.
Un amore ricambiato con un mare di soddisfazioni professionali, arrivate dopo una dura gavetta. “Le prime esperienze le ho fatte in un’officina di un fabbro conoscente dove abbiamo iniziato a inventarci i primi supporti metallici, e proseguita portando in giro per mezza Europa quei prodotti per farli conoscere ai vari vari cantieri”, ricorda sempre Roberto Spadavecchia.
“Prodotti che sono riuscito a portare anche al Salone nautico di Genova, dapprima grazie all’ospitalità nello stand di un’azienda amica, l’Ascom e Abi-Trailers, e successivamente, con notevoli sforzi economici, con uno stand tutto proprio”. Sforzi economici, fisici, mentali ripagati nel 2012 con il “varo” della Navaltecnosud, salpata con “a bordo” un preziosissimo carico “di cavalletti, puntelli, invasi, tacchi, bilancini, attrezzature per il trasporto di grandi yacht su navi, rastrelliere, scaffali porta barche – porto a secco, rack for boat dry storage a più piani e tanto altro per la cantieristica navale, per la sicurezza sulle aree tecniche e per una migliore ottimizzazione degli spazi”. Un punto d’arrivo (ma allo stesso tempo di ripartenza, per un imprenditore che sembra possedere la mentalità del surfista, sempre alla ricerca del prodotto che rappresenti “l’onda perfetta”) raggiunto grazie “a una conoscenza del settore metalmeccanico costruita giorno per giorno che mi ha poi permesso di acquisire un’officina di primissimo ordine specializzata in lavori di precisione e sopratutto dotata di tutte le certificazioni; grazie alla possibilità di avvalermi della collaborazione di ingegneri scrupolosi con idee innovative e tecnologiche; grazie al coinvolgimento entusiasta di mia figlia Barbara che si occupa dell’immagine aziendale e del marketing potenziando il mio impegno nel continuare a macinare chilometri e a partecipare a quasi tutti i saloni nautici europei”.
Con nel cuore un salone in particolare: quello di Genova “che ha rappresentato lo start della mia nuova attività che oggi, lasciatemelo dire con orgoglio e magari con un pizzico di presunzione, si colloca con i suoi prodotti nei più importanti cantieri navali europei che si fidano del prodotto altamente tecnologico certificato CE, di facile utilizzo e con costi contenuti”. Un orgoglio più che giustificato, alimentato dai riconoscimenti arrivati nel corso degli anni.
Un esempio? My Song è lo yacht di Pierluigi Loro Piana, re del cashmere, un signore che di barche se ne intende, che in materia di navigazione ha una passione e un’esperienza profonde. Una di quelle barche che fanno la differenza. Ebbene: Naval Tecno Sud è stata scelta per la realizzazione di un invaso personalizzato per questo splendido Baltic 130 quando era in rimessaggio nei Cantieri navali di La Spezia. Essere scelti come partner per una simile imbarcazione è un gran bel biglietto da visita per presentarsi. Che effetto fa? “Semplicemente bellissimo.
La personalizzazione dei nostri articoli è il punto di forza della nostra azienda, pur avendo una moltitudine di articoli “standard” sia per barche a vela sia per barche a motore. Nel caso di My Song abbiamo accettato la sfida di realizzare una sella personalizzata e smontabile per consentire il suo trasporto seguendo la barca in giro per il mondo”. Navigando nella storia della vostra azienda si scopre che ci sono stati in realtà molti altri “clienti” illustri…: se dovesse citare alcuni dei grandi scafi (e cantieri) per i quali avete avuto il piacere di lavorare quali citerebbe? “Abbiamo il piacere di essere i fornitori di una vasta gamma di cantieri navali, sia di produzione sia di refit, in Italia e nel mondo.
Citarne qualcuno? Azimut Benetti, San Lorenzo, Princess, Sunseeker, Marina Militare Italiana, Royal Navy UK, Nuovi Cantieri Apuania, AdmiralTecnomar, Amico, e poi i cantieri Monaco Marine in Francia, tutti i cantieri della CCI francese tra i quali il più rappresentativo è il porto di Cannes. Fuori dall’Europa siamo fornitori di Lauderdale Marine Center, Marine Korea, Port Elisabeth in South Africa.
Ma ce ne sarebbero tanti altri da citare di uguale importanza”. Il lavoro più importante mai realizzato? “Tra i lavori importanti ci sono le strutture Rack, porto a secco, alcuni in particolare realizzati in Corsica, tra l’altro non in pianura ma in collina, con venti da 180 chilometri l’ora.”. E quello più “difficile”? “Possiamo identificare tra i lavori appena citati i più difficili da realizzare e i più importanti. Anche se ‘difficile’ non è una parola che ci si addice, perché il nostro studio tecnico è in grado di studiare e ottimizzare tutte le richieste “difficili”.
Inoltre realizziamo singoli cavalletti con portata certificata CE da 100 tonnellate ognuno che vanno posizionati nei bacini di carenaggio dove varano e alano mega yacht da oltre mille tonnellate”. Ce n’è stato anche uno particolarmente “curioso” ? “Tra i lavori più curiosi sicuramente le strutture, scale e piattaforme, per poter accedere in sicurezza allo spostamento e alla demolizione della Norman Atlantic, una nave che ha subito un grosso incendio ed è in stallo al Porto di Bari”. Chi è il vostro “cliente” e cosa vi chiede in particolare? “È il cantiere di refit che ci chiede attrezzature di qualsiasi tonnellaggio per ‘taccare’ le barche da cinque a oltre 1000 tonnellate in sicurezza. Per le barche più grandi da svariate centinaia di tonnellate sono soliti inviarci i docking plan del mega yacht affidando a noi il compito di studiare la maniera più giusta per metterlo in sicurezza in cantiere”. Voi progettate, producete e commercializzate un mare di altri prodotti: invasi, scale e piattaforme per accedere alle barche posizionate a terra in cantiere, cavalletti, puntelli, tacchi, selle fisse e trasportabili con carrelloni motorizzati, bilancini, carrelli trainati e stive e/o scaffali per natanti. Quali sono i più richiesti? “Il nostro core business è senza dubbio il settore invasi, selle, cavalletti, puntelli.
Ultimamente, a seguito purtroppo di alcune disgrazie, ci stanno richiedendo tantissime scale per poter accedere alle barche quando sono in rimessaggio e a questo proposito siamo continuamente in contatto con la Car.Sa.T. francese che è il ministero per la sicurezza nazionale nei luoghi di lavori e nello specifico nei cantieri navali e che ha inserito le nostre scale, piattaforme e altri articoli nei propri manuali distribuiti in tutti i cantieri nel sud est della Francia. Manuali che invitano a mettersi in sicurezza utilizzando scale e piattaforme come le nostre, segnalate come esempio di “sicurezza” in quanto siamo una delle pochissime aziende ad aver ottenuto l’omologazione europea. Un attestato di qualità assoluta confermato dal fatto che, mentre su tutti gli altri articoli abbiamo la certificazione CE, sulle scale viene rilasciato un particolare numero, attribuito alla nostra azienda, per poterle omologare.
Anche la Camera di commercio francese, che gestisce diversi porti turistici, ci ha richiesto di realizzare un book dove consigliamo la giusta maniera per taccare qualsiasi tipo di barche a vela e a motore.” Torniamo agli invasi, ovvero quei tralicci modulabili in altezza per ospitare la culla personale del mega yacht per il suo trasporto in ogni angolo del pianeta. Dunque strutture personalizzate, fatte su misura come il miglior abito sartoriale che devono “fare i conti” con bulbi di qualsiasi altezza… “A prescindere dai tralicci modulabili, noi realizziamo anche moduli e invasi per trasportare barche a vela e barche a motore su navi, tant’è vero che la maggior parte dei trasportatori di barche su navi tipo Cigispeed, Starclass, Mega Yacht Transport, sono nostri clienti. Il cliente ci invia il docking plan di una barca e se la “soluzione del problema” non rientra nel ventaglio di articoli che sono diventati standard, studiamo i punti critici, studiamo le varie altezze, la distribuzione dei pesi e progettiamo l’invaso su misura per quella data barca”. Con che caratteristiche principali? “Una soluzione ad hoc è come un “abito sartoriale”, anche se la maggior parte dei nostri invasi è così versatile da potersi adattare a tutte le varie esigenze.” I prodotti che progettate, producete e commercializzate quali “valori aggiunti” possiedono rispetto a quelli della concorrenza? “I nostri punti di forza sono indubbiamente una rigorosa certificazione CE, il rilascio del manuale di uso e manutenzione per ogni singolo manufatto e la garanzia di 24 mesi. Ogni nostro articolo è numerato quindi rintracciabile e assicurabile.
Inoltre proponiamo comode maniglie per gestire al meglio e in sicurezza i telescopi, ulteriori comode maniglie per intervenire sulla vite di regolazione del cappello dei puntelli e soprattutto il cappello dei puntelli che ha una sfera che consente un’oscillazione a 360° adattabile a tutti i tipi di carena. E soprattutto, a differenza da altre soluzioni sul mercato, non si mette mai a taglio, perché ha dei punti di bloccaggio.
Questo è molto importante perché quando la barca viene calata dalla gru o dal travel non c’è bisogno che l’operatore vada a mettere in orizzontale i cappelli, operazione che, se non eseguita, potrebbe danneggiare la barca”. Prodotti già ideati e realizzati e altri ancora da “inventare”: voi siete sempre alla ricerca di prodotti da realizzare. C’è qualche progetto nuovo all’orizzonte? State lavorando per migliorare qualche prodotto in particolare? “Stiamo studiando la possibilità di realizzare e certificare CE attrezzature per poter gestire barche da oltre 10000 tonnellate.
Quello che c’è in giro per il momento sono blocchi di cemento armato, pesantissimi e di difficile gestione”. Una curiosità: molto spesso vostri clienti vi trasmettono delle foto che per voi sono importantissime:per quale motivo? “Perché se ci mandano delle foto sono soddisfatti del nostro lavoro creando una vetrina reale e virtuale dei nostri prodotti, che ci inorgoglisce”. Torniamo da dove eravamo partiti, la storia dell’azienda: quali sono stati i “protagonisti principali” di questa lunga “impresa”? “Io e mio padre che continuiamo a portare avanti questo sogno, mia figlia Barbara, e il nostro collaboratore Giovanni”. Dalla storia di ieri e di oggi a quella di domani: quali traguardi vedete da raggiungere e a quali mercati state guardando con particolare attenzione?
“Il nostro traguardo più importante è sicuramente il continuo apprezzamento da parte del cliente dei nostri prodotti e dei nostri servizi. Il mercato americano e nello specifico la Florida, ha iniziato ad acquistare con più frequenza i nostri prodotti, tant’è che a prescindere dagli abituali saloni nautici autunnali ai quali partecipiamo, tipo Cannes, Genova, Barcellona e Amsterdam, quest’anno abbiamo uno stand al Boat Show di Fort Lauderdale.
Abbiamo chiuso un contratto di esclusiva con gli importatori Princess Yachts di Taiwan, che distribuiranno il nostro prodotto in alcune aree asiatiche. Abbiamo degli ordini in corso anche con l’Australia e abbiamo potenziato alcune vendite nei Caraibi”. Dal ponte di comando di un’azienda come la vostra che messaggio le verrebbe voglia di lanciare alla classe politica che invece è al timone di un Paese che, con qualche migliaio di chilometri di coste, dovrebbe vedere nel mare e nella nautica da diporto una risorsa importantissima? “Sicuramente li inviterei a non considerare gli armatori come persone da perseguire e a lavorare per incrementare la nautica da diporto e non per penalizzare la cantieristica navale”.
E sempre dal vostro osservatorio privilegiato sull’industria della nautica” quali luci e ombre vedete in particolare? “In questo particolare momento vediamo delle luci positive, sembrerebbe che il periodo delle ombre durato fin troppi anni sia finalmente finito”.
Testo realizzato da Baskerville Comunicazione & immagine srl per mareonline.it
pubblicato il 17 Novembre 2021 da admin | in Accessori, Partner, Personaggi, servizi a terra, Storie | tag: attrezzature per il trasporto di grandi yacht su navi, Barbara Spadavecchia, bilancini, cavalletti, invasi, migliori aziende italiane del settore nautico, migliori partner per gli armatori, migliori partner peri cantieri nautici, Naval Tecno Sud, puntelli, rastrelliere, Roberto Spadavecchia, scaffali porta barche, tacchi | commenti: 0