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Roberto Giavarini, il pittore che con le sue
eliche fa girare i colori a ogni sguardo

Leonardo da Vinci aveva  immaginato un’elica che si avvitasse nell’aria per portare l’uomo a volare. Lui, Roberto Giavarini, giovane artista bergamasco  allievo del pittore Mario Donizetti, le eliche delle imbarcazioni le ha “trasportate” sui suoi dipinti per far salpare l’immaginazione di chi le guarda in un mare di fantasia, con un orizzonte capace di mutare in una frazione di secondo, al minimo spostamento, al più insignificante cambio di luce. Grazie alla capacità di  dare a tutte le sue opere più recenti una straordinaria  caratteristica: quella di  riverberare la luce a seconda della posizione in cui l’osservatore si trova. Un “effetto speciale” che ha lasciato senza parole moltissime delle persone che hanno avuto modo di ammirare le sue opere, primi fra tutti i visitatori della mostra allestita alla Galleria Ceribelli di Bergamo, dove le eliche navali sono state fra i soggetti protagonisti in assoluto.  Eliche che Roberto Giavarini,”da sempre innamorato del mare di cui”, premette, “mi piacciono i suoni fusi nei colori, il suo continuo movimento”, ha dipinto “ossidate, abbandonate ma sempre vive perché c’è sempre un riscatto, una mano pronta a rimetterle a nuovo per intraprendere il nuovo viaggio”. Come la mano con cui lui, pittore ma anche musicista, le ha rappresentate nelle sue tavole, abbinate a diverti elementi completamente differenti, come nel caso delle coccinelle e delle   impronte blu di un bimbo sullo sfondo “ preludio alla vita nuova”, ma sempre con un comun denominatore: la capacità di cambiare a seconda della luce che le colpisce. Una scelta, frutto di una tecnica elaborata in anni di studi e ricerche, di esperimenti, che hanno un significato  ben preciso:  raccontare, proprio attraverso  dipinti che riverberano la luce a seconda della posizione in cui l’osservatore si trova, “con alcune parti, come i cristalli, che cambiano addirittura i colori fluttuando nell’intera gamma dello spettro cromatico”, come l’uomo stia vivendo “un’epoca di assoluto relativismo, in cui il singolo individuo si trova slegato da canoni culturali e sociali assoluti come invece succedeva in epoche passate”,  rappresentare “ questa condizione dell’uomo contemporaneo facendo in modo che più osservatori vedano colori e riflessi luminosi diversi a seconda del punto di osservazione” Affidando alle eliche la “missione” di “riflettere  una luce che rimanda al ciclo vorticoso della loro essenza”. Quadri che rappresentano l’approdo al termine di una lunga navigazione alla ricerca  di tecniche nuove, ma anche di materiali e processi esecutivi innovativi da lui stesso ideati, “salpando” dalle tecniche antiche (“dall’antico encausto greco-romano, alla tempera a tuorlo d’uovo verniciata e velata con pigmenti organici, olio e polveri minerali come il preziosissimo Lapislazzuli puro, fino all’incisione”, per arrivare ai nuovi procedimenti fatti emergere da un mare di “esperimenti” che, spiega l’artista-inventore, “si basano sull’impiego di prodotti chimici corrosivi e di altra natura. Ogni mio dipinto è eseguito con circa una decina di tecniche diverse. A seconda della parte dell’opera, scelgo il procedimento tecnico che ritengo più adeguato”. Dipinti che uniscono dunque il presente e il futuro con il passato che ha tramandato un vero e proprio “mare” di opere d’arte che hanno per soggetto l’acqua salata , le spiagge e le rocce, le imbarcazioni…. Opere antiche che in moltissimi  casi hanno colpito profondamente Roberto Giavarini, “ a partire da La zattera della Medusa di Gericault, per passare d Francesco Guardi o alle incredibili opere di Turner. Il suo dipinto del moderno battello a vapore che traina l’antica nave è commovente sino alle lacrime”. Un’emozione che Roberto Giavarini spera di regalare, a sua volta, con le sue opere, con soggetto non solo le eliche ma anche “ imbarcazioni e pesci fantastici generati dalla commistione di navi antiche e oggetti che in genere non si associano al mare”, ovvero i  nuovi “soggetti” che custodisce gelosamente e che conta di “estrarre dal cassetto” non appena “avrò trovato, grazie anche alla mia attività di progettista svolta per  oltre dieci anni, il modo di rappresentarle coerentemente, dando a queste navi oniriche una forma comunque coerente con lo status naturale di imbarcazione”. Magari perché finiscano “appese sul mare”, su un’imbarcazione, come già successo per suoi dipinti commissionatigli da Costa Crociere per la nave Costa Deliziosa, “opere  esposte nelle suites della nave che mi danno sempre un’emozione particolare al pensiero che girano per il mondo. Così come mi emozionerebbe, e mi farebbe grande piacere, pensare che mie opere potessero navigare a bordo du yacht di armatori amanti dell’arte. Anche su commissione:  sarebbe  decisamente stimolante. Magari impiegando  materiali non previsti per la pittura tradizionale, per ottenendo effetti particolarissimi, capaci di far vedere i colori in modo diverso a ogni sguardo”… Già, i colori: il mare è fatto di “tanti colori”. Qual è il suo preferito?  “ Non so dare una risposta. Le infinite, eterne metamorfosi del mare, lo rendono uno scrigno magico di tutti i colori del mondo. È impossibile rivedere lo stesso mare. Alcuni blu sono eterni e fugaci al contempo. I rossi dei tramonti sembrano arrivare da altri mondi. Forse si dovrebbe coniare un termine nuovo che trascenda il concetto stesso di colore quando si parla del mare”.  Colori capaci di mutare così come i suoni, la musica, sua altra grandissima passione. Quale potrebbe essere la sua colonna sonora ideale per una navigazione?   “Tutta la grande musica duetta con il mare. Se mi immagino al pianoforte lungo una traversata, mi penso immerso in Debussy e Chopin.   Quando, sul ponte di una nave, mi ritrovo a guardare l’orizzonte, è una musica soltanto che sento fluttuare nelle onde: Le metamorfosi per orchestra di Richard Strauss.   Si tratta di uno dei pezzi più grandi e misteriosi della musica del ‘900. Ha l’andamento sinuoso delle onde, dell’abisso che custodiscono, del vento, delle luci cristalline e dei cieli bui senza confini”.  Un mondo, quello del mare, unico e inimitabile che l’arte  può rappresentare “solo se il pittore sa porsi con profonda umiltà di fronte a uno dei misteri insondabili dell’intero creato. Perché il mare sfugge a ogni definizione e a ogni rappresentazione, perché è un mistero non ancora svelato, perché nessuna linea o colore lo può raccontare, perché dipingere l’acqua con i mille riflessi non è sufficiente”. A meno di essere capaci di far cambiare a un quadro i colori ad ogni sguardo….

pubblicato il 24 Febbraio 2023 da admin | in | commenti: 0

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Commenti recenti
  • Carmen Iemma 28 Aprile 2025 at 05:03 su Vini da tenere in cambusa? Queste bottiglie
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    Il Bellone non filtrato cresce su un terreno sabbioso ed è baciato dal ponentino, accompagnerà egregiamente i tuoi pranzi. Provare
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