È bastato un anno. Dodici mesi nei Cantieri navali di Sestri e Sea Home è tornata a essere la splendida imbarcazione che tanti sguardi ha fatto girare durante la sua lunga carriera sui mari di tutta Europa. Dopo tanti anni al servizio di ben 4 generazioni per l’anziana signora, ormai prossima al secolo di vita, era arrivato il momento di un bel restauro. Non uno di quelli in cui si demolisce tutto, ma un restauro che lasciasse le rughe da anziana signora, senza far sparire le piccole modifiche apportate negli anni (e ormai anche loro d’epoca), senza cancellare a colpi di motosega e fiamma ossidrica tante storie e avventure delle quali il legno e il ferro ormai erano intrisi. Gli armatori non la considerano una barca d’epoca, ma semplicemente la vecchia barca di famiglia con cui da anni navigano per il Mediterraneo. Volevano quindi mantenerne la praticità
e scegliere soluzioni per navigare con semplicità, senza equipaggio, sempre in famiglia. Sea Home è uscita dalla felice matita del progettista navale svedese Hugo Schubert ed è stata varata alla fine degli Anni 20 con il nome di Flora. Oggi però non dobbiamo ringraziare solo Hugo Schubert se questa barca solca i mari con nuovo vigore.
I meriti sono di due figure chiave del restauro: l’architetto Matteo Picchio, ormai persona di spicco nel settore del refitting e autore del progetto di restauro di Sea Home, e Fulvio Montaldo, titolare dei Cantieri navali di Sestri, un’azienda con alle spalle decine di interventi perfettamente riusciti su barche di questo tipo. La filosofia del restauro è stata principalmente conservativa. Si è così deciso di mantenere alcune modifiche apportate all’arrivo di Sea Home nel Mediterraneo, come l’alta impavesata presente a prua, ma non nei disegni originali. Ora l’area di navigazione di Sea Home non sono le placide acque degli arcipelaghi svedesi, ma quelle imprevedibili del Mare Nostrum: se qualcuno, a suo tempo, aveva messo quell’impavesata, vuol dire che a qualcosa serve. Altro discorso, invece, per la cucina. In questo caso si è preferito avere un locale pratico e attrezzato con moderni elettrodomestici per le lunghe crociere. La plancia è un mix di moderno e antico; gli stupendi comandi originali di invertitore e giri motore sono stati affiancati dall’ormai indispensabile elettronica, per una navigazione in sicurezza.
Gli interni sono rimasti quasi tutti originali, ma integralmente restaurati. Il layout prevede una cabina armatoriale poppiera e una cabina ospiti a centro barca ed è rimasto immutato. A centro barca c’è il salone, elegantissimo ma al contempo sobrio, perfetto esempio dello stile di quegli anni. A scaldare ulteriormente l’ambiente ci pensa una romantica stufa a legna in ghisa.
In coperta, nell’unica tuga, c’è un salone panoramico ottimamente conservato, tipico delle barche a motore scandinave, utile per godersi l’incantevole panorama di quei posti anche quando una gelida brezza cerca di rovinare una splendida giornata di mare. Curiosa la posizione della sala macchine, situata a estrema prua, dove ora scalpita un nuovo motore rigorosamente svedese. L’attenzione per i particolari in cui si è prodigato il cantiere si nota in molti dettagli da intenditori: i bozzelli fatti fare appositamente da sapienti artigiani con il nome della barca inciso sulle piastrine, la coperta in teak realizzata in stile classico, molti componenti d’epoca restaurati alla perfezione. Le murate sono state mantenute nelle condizioni originali, senza trucchi e senza stucco; mostrano con orgoglio i segni di una vita passata in mare. L’utilizzo dello stucco le avrebbe rese perfettamente avviate come oramai la moda impone, ma sarebbe stato un po’ come fare un lifting a un’anziana signora. Molto meglio le rughe, a testimoniare una lunga e felice esistenza.
Testo di Francesco Foppiano, pubblicato sul numero 85 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale. Le immagini sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.
pubblicato il 18 Dicembre 2014 da admin | in Cantieri imbarcazioni fino a 30 metri | tag: Fulvio Montaldo, Hugo Schubert, Matteo Picchio | commenti: 0