Ha detto Jacques-Yves Cousteau, navigatore, oceanografo ma anche regista capace di mostrare e raccontare il mondo sommerso come pochi altri, che “il mare, una volta che ti ha fatto il suo incantesimo, ti tiene per sempre nella sua rete di meraviglia”. Incantesimi che un’immersione può regalare grazie all’incontro con alcuni dei più incantevoli abitanti; ammirando bellissimi coralli o conchiglie; avventurandosi alla scoperta di relitti d’imbarcazioni affondate. Incantesimi che possono diventare ancora più magici quando l’immersione regala uno straordinario “incontro” con oggetti del passato, spesso antichissimi, come ancore di velieri che hanno solcato i mari secoli fa, o addirittura antiche armi custodite a bordo per difendersi da possibili attacchi di pirati, corsari e bucanieri. E perché no, perfino antiche monete o oggetti preziosi. Immersioni capaci di regalare un viaggio nel tempo che può addirittura “sprofondare nei millenni” quando, ai sub più fortunati, un’immersione regala una sorpresa incredibile, come la vista magari di antiche statue rimaste sepolte sotto la sabbia dei fondali per secoli e diventate improvvisamente visibili, di anfore vecchie di millenni, affondate con i loro preziosi carichi di olio e vini insieme alle imbarcazioni dell’antica Roma, greche o fenicie…. Anfore come quelle, per esempio, apparse all’improvviso allo sguardo incredulo dei sub che nel corso degli anni si sono immersi a Cala Corsara, la spiaggia più famosa dell’isola di Spargi, in Sardegna, dove nella secca omonima, antistante la baia, alla profondità di d appena 18 metri nel 1939 furono scoperte dal palombaro della Maddalena Lazzarino Mazza una decina d’anfore, aindicando la rotta per una campagna di ricerca, avviata una ventina d’anni più tardi grazie al giornalista Gianni Roghi e a Nino Lamboglia, direttore del Centro sperimentale d’archeologia sottomarina, che ha permesso di recuperare altre 300 anfore, ceramiche e vasi preziosi, ma anche utensili risalenti al periodo Neolitico. Fino ad alcuni resti della chiglia, del fasciame e della prua ddi una nave oneraria, un antico battello da carico romano che trasportava anfore e ceramiche campane, datate tra il 120 e il 100 a. C. e provenienti probabilmente da Napoli o da Ischia con rotta verso la Spagna attraverso le Bocche di Bonifacio. Tutte testimonianze di un mondo “scomparso” secoli o addirittura millenni fa ma pronto a riemergere regalando emozioni profondissime – non poteva essere diversamente – a chi ama tuffarsi a “caccia”, magari fotografica, di antichi tesori. Come i sub pronti ad approdare, dal 9 al 13 ottobre, nel Parco nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena per partecipare ad Abba Fest, Festival di archeologia e fotografia subacquea, occasione unica e imperdibile per immergersi nella storia e nelle bellezze del mondo subacqueo realizzata con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica e del Parco nazionale del Comune di La Maddalena per celebrare e promuovere il ricco patrimonio archeologico e ambientale dei fondali marini di quest’area che ha contribuito a rendere famosa la Sardegna nel mondo. Partendo proprio dalle immersioni guidate a Cala Corsara, per proseguire alla scoperta di altri mondi sommersi – ma non solo – da sogno. Come quelli offerti raggiungendo la Spiaggia del Relitto, sull’isola di Caprera, che prende il suo nome dal relitto di un vecchio motoveliero, il “Trebbo” che trasportava carbone, spiaggiatasi nel 1955, in seguito di un vasto incendio che l’aveva colpito a est dell’Isola di Caprera, poco più su di Cala Coticcio. Un relitto destinato, probabilmente, a non restare visibile ancora a lungo visto che il mare sta lentamente facendo sparire le sue tracce. Ma capaci di regalare incantesimi sono anche molte altre tappe sulla rotta degli appuntamenti tracciati dagli organizzatori di Abba Fest: da quella a Cala Spalmatore, ben nota da secoli ai pescatori che approdavano proprio in questa baia, riparata dal Maestrale, per ‘spalmare’ di pece le imbarcazioni, con il suo lungo fiordo, colorato dalle varie tonalità delle acque, grazie al fondate composto da granelli sabbiosi nelle tonalità del rosa con striature gialle e nere, colori dati dalla mica e dal quarzo, a Porto Palma, l’insenatura a sud dell’omonimo golfo, sull’isola di Caprera, dove la trasparenza dell’acqua è quasi inimmaginabile; da Spargiottello, con il bellissimo canyon che attraversa il reef rendendo l’immersione puro spettacolo anche grazie al frequente incontro, vicino alla secca, con polpi, dentici, cernie e barracuda, oltre a una variegata flora marina e reperti, come una grande ancora di due metri, alla secca di Spargi – Washington, sul lato a nord dell’Isola di Spargi, altro habitat naturale perfetto per grandi cernie, corvine, saraghi, dentici e barracuda che seguono le correnti marine tra le spugne gialle di Aplysina cavernicola. E , ancora a Pilastrino, nel canale che separa l’Isola di La Maddalena dalla terra ferma dove osservare le formazioni ramificate di spugne protette ma anche di margherite di mare di uno splendido colore giallo e gorgonie rosse all’Isola di Barrettinelli, microcosmo dove la flora e la fauna sono i veri protagonisti e dove lo sguardo è rapito da quanto si vede sott’acqua ma anche “sopra”, a cominciare dai bellissimi uccelli marini che scelgono questi angoli tranquilli per nidificare. Un autentico mare di incantesimi ai quali assistere in compagnia dei sub selezionati per guidare gli ospiti nelle immersioni. Magari dopo aver “rubato” ogni segreto dello scatto fotografico ad alcuni autentici maestri del “clic subacqueo” protagonisti dell’evento. Come Gianni Risso, i cui scatti fotografici realizzati in oltre mezzo secolo d’immersioni rappresentano la “Treccani” della fotografia subacquea; o come Settimio Cipriani, pluricampione mondiale di “immersione nelle immagini”. Pronti a guidare i loro “allievi” alla “cattura” di scatti destinati a immortalare i più fantastici incantesimi che si avverano sott’acqua.
Foto: Fabrizio Antonioli, Alessandro Porqueddu – Università degli studi di Sassari
pubblicato il 25 Settembre 2024 da admin | in | commenti: 0Just Peruzzi, "Il ristorante panoramico più bello d’Italia" - Corriere della SeraVi aspettiamo per accogliervi in quello che il Corriere della Sera ha definito come "Il ristorante panoramico più bello d’Italia"
Pubblicato da Just Peruzzi su Martedì 30 aprile 2024