Avevo 18 anni quando, allievo alla Scuola equipaggi della Marina militare, durante una visita all’Arsenale di La Spezia, ebbi la fortuna di visitare gli oramai relitti delle corazzate Italia e Vittorio Veneto: l’impressione e l’emozione furono grandissime. Stando così vicino a questi colossi, vere montagne di acciaio, mi resi conto di quale messaggio di potenza fossero in grado di trasferire, ma soprattutto compresi quanta capacità ingegneristica e orgoglio rappresentavano queste navi per la nostra Patria e per gli uomini che le avevano realizzate. La passione per il modellismo mi accompagnava già da quando avevo otto anni ma l’idea di costruire il modello di una di quelle Corazzate, più precisamente della più bella, la Roma, cominciò a maturare in me in quell’occasione.
pubblicato il 10 Agosto 2020 da admin | in | tag: ammiraglio Franco Gay, ammiraglio Giovanni Fadda, ammiraglio Giuseppe Fioravanzo, ammiraglio Marcello Vacca Torelli, Associazione navimodellisti bolognesi, avvocato Gino Chesi, barone Rubin de Cervin, Corazzata Roma, Giancarlo Barbieri, Giorgio Arra, Officine reggiane di Govi, Rinaldo Capra, Tecnica e storia attraverso i piani costruttivi navali | commenti: 3
sfuggito all’apocalisse in AtlanticoAnch'io c'ero su quella nave con i miei genitori, avevo 3 anni. Ho ancora le foto