L’appuntamento è di quelli da non perdere. Perché non capita certo tutti i giorni di veder tornare a solcare le acque uno scafo ultracentenario. Lo scafo è quello di Tirrenia II, costruita in legno di teak e varata nel 1914 dal cantiere inglese H.R. Stevens di Southampton su progetto di Frederick Shepherd, e l’appuntamento per rivederla in acqua, dopo circa tre anni di lavori eseguiti dal Cantiere navale Francesco Del Carlo di Viareggio, è fissato per sabato 8 giugno, a partire dalle 17.30, nella sede viareggina del Cantiere Del Carlo, in Darsena Italia. Un evento straordinario, sottolineato dal fatto che la discesa in mare dell’imbarcazione, lunga 18,54 metri (escluso bompresso), sarà accompagnata dalle sirene di una flotta di motoscafi Riva in legno associati alla Riva Historical Society, intervenuti a Viareggio appositamente per salutare il suo “ritorno”. L’evento sarà anche l’occasione per ripercorrere, navigando a ritroso nel tempo per 105 anni, la storia di Tirrenia II, da quando, con il nome di Sapho II uscì dal Cantiere Del Carlo a Viareggio, come indicato nel Registro navale dell’epoca, per essere poi varata in Inghilterra nel 1914 per la gioia dell’armatore Jean A. Valaoritis. Gioia destinata ad avere vita breve visto che il proprietario sarebbe morto poco tempo dopo. L’anno successivo ne diventa proprietario Alex C. Carapanos, ministro di Grecia a Roma, che cambia il nome in Dodoni. Nel 1924 la acquista al Pireo Guido Fiorentino, nobiluomo presidente della sede napoletana del Regio Yacht Club Italiano che si inventa la Coppa Tirrenia assegnata annualmente, fino al 1939, all’imbarcazione che avesse compiuto la più lunga crociera in Mediterraneo. È proprio Fiorentino a darle il nome Tirrenia II nel 1925. Tra il 1975 e il 1981 appartiene a Peter Ball, reverendo in pensione della Marina inglese che la tiene a Montecarlo, poi fino al 1989 naviga con il norvegese Peter Jespersen, che percorre oltre 20mila miglia di mare svolgendo crociere scuola e charter tra il nord Europa, i Caraibi e il Venezuela. Qui, tramite il broker inglese David East, la acquista Gianni Loffredo, storico ex presidente dell’Aive (l’Associazione italiana vele d’epoca). Tra il 1991 e il 1992, dopo averla trasferita in Mediterraneo su una nave cargo, ne affida il restauro integrale al cantiere Pitacco, Luxich e Ferluga di Muggia, vicino a Trieste, sotto la direzione lavori del grande progettista triestino Carlo Sciarrelli, che considerava Tirrenia II una barca “dotata di anima”. Varata il 4 luglio 1993, fino al 2009 partecipa a innumerevoli eventi e regate in tutto il Mediterraneo, tra cui il raduno di vele d’epoca di Imperia e l’Argentario Sailing Week di Porto Santo Stefano. Nel 2016 viene acquistata all’asta da una coppia di armatori lombardo-piemontesi e trasferita nel cantiere Del Carlo di Viareggio per essere sottoposta a una serie di importanti lavori ((lo smantellamento dei torelli di dritta e sinistra, ovvero le prime tavole del fasciame partendo dal fondo; lo smontaggio della zavorra in piombo con relativa sostituzione dei perni; la ricostruzione della nuova chiglia in mogano nella quale è stata sagomata la battura, il ‘gradino’ o incastro che accoglie la prima tavola del fasciame; la sverniciatura integrale dello scafo; la sostituzione di circa 100 metri lineari di tavole dell’opera viva e opera morta, della vecchia viteria di serraggio con altra in bronzo-silicio; la gommatura del ponte in teak e la ricostruzione di una nuova pala del timone in legno di mogano) eseguiti con la consulenza dell’esperto fiorentino Enrico ‘Chicco’ Zaccagni. Mantenendo praticamente inalterato un dei “gioielli” più preziosi di questo scafo: gli interni della barca originali ricoperti da pregiati pannelli di radica.
Foto di Paolo Maccione
pubblicato il 6 Giugno 2019 da admin | in | tag: Associazione italiana vele d’epoca, barca di 105 anni, cantiere Del Carlo, cantiere Pitacco, cantieri di Viareggio, Chicco Zaccagni, Enrico Zaccagni, restauro di antichi scafi, Riva Historical Society, Tirrenia II | commenti: 0