C’è un pittore, in Nuova Zelanda, molto conosciuto per i suoi paesaggi, specialità per cui si è fatto una discreta fama anche oltremare. E considerate le enormi distanze che separano la Nuova Zelanda dalla terra più vicina, farsi una fama all’estero è già di per sé un’impresa. Ma questo artista, Colyn C. Wynn, non è noto solo per questo: mostrando una versatilità fuori dell’ordinario si è infatti trasformato, per un breve periodo dell’anno, nel “pittore ufficiale” della Royal New Zealand Navy, la Marina militare neozelandese, diventando un autentico “pittore di Marina”. E nessuno potrebbe immaginare che questo aspetto sia solo part time ammirando la competenza e l’attenzione al dettaglio delle sue opere, frutto di una lunga frequentazione di quegli ambienti senza la quale sarebbe impossibile ritrarre il mare, le navi, le basi e le più variegate circostanze navali in maniera convincente.
Nelle sue opere si respira l’aria di mare, quella degli arsenali, il tutto condito da quel pizzico di esotismo che deriva dall’ambientazione nei mari del Sud. Ma chi è Colyn C. Wynn? È un tipico neozelandese, in possesso di tutte le caratteristiche che rendono quel popolo così simile e allo stesso tempo così diverso da noi: assolutamente informale, amante delle attività sportive, della vita all’aria aperta, della natura. Nato nel 1950 nella capitale del Paese, Wellington, ha mostrato molto precocemente, già sui banchi delle scuole della Hutt Valley, un notevole talento artistico.
Nonostante questo, con il senso pratico che contraddistingue la sua gente, inizialmente si è guadagnato da vivere come impiegato addetto agli acquisti nell’industria automobilistica, attività che ha abbandonato nel 1972 per trasferirsi a Reefton, per trovarsi più vicino ai soggetti che ama dipingere maggiormente e per le molte possibilità che l’area offre di svolgere attività a contatto con la natura. Ma visto che l’arte da sola non gli permetteva ancora di sbarcare il lunario, per un certo tempo ha lavorato per il Servizio forestale (Divisione ambientale) come cacciatore. Solo successivamente, lo stesso Servizio Forestale lo ha impiegato per la sua attività artistica. Ma fare l’artista alle dipendenze di un ente non rappresentava certo il massimo delle sue aspirazioni e così, nel 1979, sentendosi ormai più sicuro dei suoi mezzi e delle sue potenzialità, ha deciso di mollare tutto e di mettersi in proprio, divenendo artista professionista Il suo primo contatto serio con la Marina Militare neozelandese data quattro anni più tardi, nel 1983, quando accetta l’offerta di divenirne il pittore ufficiale senza che la nuova attività divenga esclusiva: molto del suo tempo resterà infatti dedicato ai paesaggi della sua terra, alle gallerie, alle mostre e alla committenza privata. Restando dunque un appassionato paesaggista, anche se guardando i suoi quadri a soggetto navale è difficile pensare che egli riesca a coltivare altri interessi.
Quadri che sembrano il risultato di un suo impegno talmente profondo da impedirgli di trovare il tempo per concentrarsi su altro, quadri che “raccontano” una Marina, quella neozelandese, la cui storia affonda le radici (senza volere considerare le ardite tradizioni polinesiane che riuscirono a portare i Maori in Nuova Zelanda in tempi remoti) fino all’8 ottobre del 1769, quando il tenente di vascello James Cook, della Royal Navy, mise piede per la prima volta su quello che sarebbe stato definito come suolo neozelandese, e più precisamente a Gisborne, sulla costa orientale dell’isola del Nord. Da allora, la presenza della Marina in quelle zone del pianeta è stata una costante; dapprima, sino al 1921, come Royal Navy, ovvero quella britannica, poi come Divisione della Nuova Zelanda della stessa Royal Navy, e infine, dal 1941 sino a oggi, come Royal New Zealand Navy. I compiti originari della Marina in quelle acque lontane furono di supporto all’esplorazione e alla ricerca scientifica ma fin da quei giorni lontani, essa dovette occuparsi anche di molte altre attività: salvaguardare la legge e mantenere l’ordine pubblico, contribuire a instaurare la sovranità Britannica, disegnare le carte nautiche lungo l’estesissima linea di costa della Nuova Zelanda, dare un contributo importante in occasione di due conflitti mondiali, occuparsi del soccorso in mare in un oceano che sapeva essere molto crudele, mantenere un vigile pattugliamento sulle aree di pesca nazionali. I neozelandesi possono giustamente essere orgogliosi del patrimonio di tradizioni che la loro Marina ha saputo creare fondendo quelle più classiche di una delle Marine più prestigiose di tutti i tempi con quelle derivanti dalle peculiarità dell’area geografica e dal retaggio polinesiano. Colin C. Wynn ha saputo coniugare le sue capacità di paesaggista con una conoscenza approfondita dell’ambiente navale e delle tradizioni realizzando opere che oltre a essere belle, riescono a trasmettere quest’emozione che fa andare oltre la tela e il soggetto rappresentato, per coglierne, come in ogni opera d’arte degna di tale nome, l’essenza intima, il messaggio più profondo.
Adattamento del testo di Paolo Bembo pubblicato sul numero 40 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale. Le immagini sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.
pubblicato il 16 Novembre 2020 da admin | in Quadri & arredi | tag: Colyn C. Wynn, Paolo Bembo, Royal New Zealand Navy | commenti: 0Just Peruzzi, "Il ristorante panoramico più bello d’Italia" - Corriere della SeraVi aspettiamo per accogliervi in quello che il Corriere della Sera ha definito come "Il ristorante panoramico più bello d’Italia"
Pubblicato da Just Peruzzi su Martedì 30 aprile 2024