“Mi rivolgo al mondo politico per chiedere perché un Paese che vive di turismo, vero e proprio ”petrolio dell’Italia”, abbia impiegato 20 anni per fare una legge accettabile in materia di porti, perché i nostri scali sono costretti a operare in un limbo di isolamento logistico, bloccati nello sviluppo. E questo nonostante un consenso generale all’interno delle commissioni parlamentari”. A porre la domanda è stato Paolo Uggè, vicepresidente nazionale di Confcommercio-Imprese per l’Italia e presidente nazionale di Fai Conftrasporto, che, aprendo a Roma il convegno “Infrastrutture, trasporti, logistica e mobilità, sciogliere i nodi per competere”…(al quale è intervenuto anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Corrado Passera) ha sottolineato come “il fattore determinante ad attrarre traffici commerciali è proprio il ruolo dei porti, dei retro porti e dei collegamenti con le diverse modalità.
Dobbiamo sostenere con forza il ruolo strategico dei porti che, nonostante siano la porta dell’Italia sul mondo, oggi sono afflitti da mille problemi: dalla bassa profondità degli scali marittimi, alla scarsa disponibilità di banchine e piattaforme ben attrezzate; dalle carenze di spazi operativi alle lungaggini assurde, che di europeo hanno ben poco, nelle operazioni di sdoganamento delle merci.
Fino ad arrivare agli inefficienti collegamenti con le reti terrestri, in particolare per quanto riguarda il trasporto nelle aree urbane. Tutti fattori”, ha sottolineato Paolo Uggè, “che contribuiscono a penalizzare fortemente la competitività del sistema italiano dei trasporti in un mondo in cui un’implacabile competizione internazionale richiede ai nostri porti di fare sistema attraverso la promozione di sinergie e integrazioni”.
Sempre secondo il vicepresidente nazionale di Confcommercio, “alcune fonti evidenziano come il 30 per cento delle merci in arrivo in Italia transiti attraverso porti stranieri, nonostante il vantaggio competitivo della nostra posizione geografica nel Mediterraneo che permette di far risparmiare 5-6 giorni di navigazione rispetto ai porti del nord Europa. E’ necessario, dunque, evitare che le lentezze e le inefficienze delle varie fasi del “momento doganale” possano annullare tale vantaggio strategico, se non convertirlo in svantaggio. Attuazione dello sportello unico doganale, e promozione delle attività di trasmissione anticipata dei documenti doganali ed analisi dei rischi anticipata sono due priorità da perseguire senza indugio.
Testo realizzato da Baskerville srl Comunicazione & Immagine
pubblicato il 16 Maggio 2012 da admin | in Associazioni in Italia | tag: bassa profondità degli scali marittimi, Confcommercio-Imprese per l'Italia, Corrado Passera, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paolo Uggé, porti, retro porti, scarsa disponibilità di banchine |
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