Nella piazza di Amalfi una targa di Renato Fucini recita: “Il giorno del giudizio, per gli amalfitani che andranno in Paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri”. Senza nulla togliere alla perla della costa campana, Fucini non era ancora stato a Ile Rodrigues, la più piccola delle Isole Mascarene, un autentico e intatto Eden a 650 chilometri a nord-est dell’Isola di Mauritius, nel cuore dell’Oceano Indiano. Una gemma preziosa di origine vulcanica, 108 chilometri quadrati di docili colline degradanti in abbacinanti spiagge bianche o in pescose baie di verdi mangrovie, circondata da una vastissima laguna verde-blu sul cui sfondo, punteggiato da colorate vele latine, si scorgono le altre 18 piccole isole dell’arcipelago. Ile Rodrigues venne scoperta nel 1528 dal navigatore portoghese Diego Rodrigues, che le diede il nome di Authentic Island: proprio tale tratto distintivo, fortunatamente, si è tramandato intatto fino ai giorni nostri rendendo l’isola diversa e unica rispetto a molte altre mete turistiche inflazionate. Questa autenticità del vivere quotidiano trova il suo miglior esempio nell’esercizio della pesca, praticata da circa 3mila dei 40mila abitanti dell’isola. Escludendo il settore dei big games sportivi (che pure ha portato a Rodrigues il record mondiale di cattura di un marlin da 500 chilogrammi), nessuna vera flotta di pescherecci d’altura si avventura in mare aperto attraverso i pass, canali naturali o artificiali dalle forti correnti sottomarine disegnati attraversano la barriera corallina.
È perciò la laguna stessa, con i suoi 200 chilometri quadrati, a vedere avvicendarsi sulle sue placide acque le vele latine dei pescatori con le nasse, le piroghe dei pescatori con le reti e le donne pescatrici di polpo con i loro arpioni. Il primo marzo di ogni anno inizia ufficialmente, per concludersi il 30 settembre, la stagione della pesca con le reti. L’apertura è stabilita dalla grande Fête du poisson, durante la quale snelle piroghe in legno, senza vela né motore, danno vita a un cerimoniale di pesca. Segue, poi, un’avvincente regata alla quale partecipano gli abitanti di ogni villaggio e i cui vincitori conquistano il diritto di partecipare alle regate tradizionali di Mauritius. Ogni giorno, dall’alba al tramonto, in particolare dalla Baie du Nord, centinaia di tradizionali imbarcazioni in legno simili a lance mediterranee molto veloci lasciano le spiagge dell’isola fronteggiando la bassa marea. Salpano l’ancora costituita da una grossa pietra tondeggiante forata assicurata a una cima (lo stesso sistema usato per legare il bestiame che pascola sulle spiagge) e raggiungono il limitare della laguna, al confine con il reef, dove migliaia di nasse giacciono sul fondale. Due o tre pescatori su ciascuna barca (spesso padre e figli), affondano lunghi e sottili pertiche di legno sul fondo per spingersi verso acque più profonde dove è possibile issare l’albero e l’unica vela triangolare in stoffa colorata.
I venti stagionali e quasi unidirezionali, uniti alle abilità marinaresche, consentono ai pescatori di raggiungere la zona di posta evitando virate che obbligherebbero ad ammainare della vela: quando la velocità della barca si fa eccessiva, l’intelligente escamotage di gettare acqua salata sulla vela per appesantirla permette di rallentare senza virare. Le nasse quadrate, diverse per ciascun tipo di pesce, vengono lasciate sul fondale in una zona non delimitata da alcun segnale visibile sul pelo dell’acqua, ma ben fissata nella mente di ciascun pescatore, per circa 3 giorni. Poi vengono recuperate e il loro carico di aragoste, gamberi o granchi viene svuotato a bordo. Ogni baia ha la propria piccola flotta e le nasse adagiate sulla sabbia ad asciugare, nonché le vele stese sui rami della pineta retrostante, diventano elementi decorativi che aggiungono tradizione e fascino allo splendore delle spiagge. Ancor prima che gli uomini abbiano preso il mare, le donne pescatrici di polpi di Rodrigues si alzano e, seguendo il variare delle maree, si ritrovano nelle baie di Port Sud Est, disseminate di taglienti ciottoli. Osservano silenziose la laguna riparandosi i volti rugosi scavati dal sole tropicale con caratteristici cappelli a larghe falde, fatti con foglie di bakwa. Quando il livello della marea cala, scivolano vestite in acqua, armate di rudimentali fiocine e arpioni, con l’occhio attento a cogliere i rapidi movimenti dei polpi. Al termine della battuta di pesca, il ricco bottino viene portato alla fish landing station, il punto di raccolta a terra dove un funzionario governativo pesa i polpi e li paga in contanti prima di inviarli al deposito centrale della capitale, Port Mathurin, dove vengono venduti il sabato o esportati a Mauritius.
Gli esemplari più grossi vengono invece lavati accuratamente sulla riva per poi essere appesi e lasciati a essiccare al sole per qualche giorno: la vista dei tentacoli fluttuanti al vento l’uno accanto all’altro sulla costa, è senz’altro una delle più suggestive di Rodrigues. I polpi essiccati diventeranno poi l’ingrediente principale del curry d’ourite, prelibato piatto della cucina creola.
Testo di Roberta Roccati pubblicato sul numero 92 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale.Le immagini sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.
pubblicato il 10 Aprile 2018 da admin | in Pesca subacquea, Viaggi & Rotte nel mondo | tag: Authentic Island, curry d'ourite, Fête du poisson, Isole Mascarene, Mauritius, paradisi perduti, Port Mathurin | commenti: 0