La bellezza sarà anche soggettiva, ma se gli antichi romani decisero di costruire un tempio sul mare e di dedicarlo a Venere Ericina, che della bellezza è l’espressione più oggettiva, vuol dire che il luogo in questione doveva aver suscitato in loro emozioni tutt’altro che spiacevoli. Emozioni che, a millenni di distanza, continua a vivere chiunque abbia la fortuna di tuffare i suoi occhi nel mare di bellezza che sprigiona da Porto Venere, una delle perle di quella preziosa collana che sono le coste italiane. Che si arrivi dal mare, a bordo di una barca, o da terra, percorrendo l’ondulata strada che collega Porto Venere a La Spezia, lo spettacolo è straordinario. I colori abbagliano, le linee delle coste e delle scogliere sembrano uscite dalla mano del più ispirato designer al servizio di Madre Natura, i profumi sono una gioia per l’olfatto. Probabilmente per una forma di rispetto nei confronti di tanta venerea bellezza, la mano dell’uomo è riuscita con grande perizia a esaltare le qualità di questo angolo selvaggio di paradiso. Dell’antico tempio romano dedicato a Venere Ericina resta poco o nulla, perché sulle sue ceneri è stata edificata la chiesa di San Pietro, costruzione in stile gotico genovese arroccata sullo sperone roccioso all’estremità del paese, balcone naturale verso l’immensità del mare. Quella chiesa che Eugenio Montale definì, con un geniale tocco poetico che sfiora l’ossimoro, “cristiano tempio”. Realizzata del tredicesimo secolo, ha subito l’ingiuria degli uomini più che quello del tempo. Distrutta da un incendio, sottoposta agli attacchi degli eserciti nemici, saccheggiata dagli sciacalli di materiali, si è sempre rialzata. La struttura attuale è frutto dell’invervento realizzato fra il 1929 e il 1934 e regala ai visitatori sensazioni forti.
Le cicatrici si vedono e testimoniano tutte le sofferenza e la forza necessarie per attraversare indenni il fiume della storia e i suoi accidenti. La stessa sorte è toccata all’altra chiesa di Porto Venere, quella di San Lorenzo denominata anche santuario della Madonna Bianca. La sua costruizione iniziò nel 1116 ma ci vollero più di 15 anni per ultimarla, se è vero che la consacrazione di Papa Innocenzo II avvenne nel 1130 a lavori non ancora ultimati. Fu realizzata per volere di Genova e il richiamo alla Cattedrale della Superba è evidente. La struttura è imponente se si tiene conto delle dimensioni del borgo, e si notano le numerose opere di ristrutturazione rese necessarie dall’incendio del 1340 e dai bombardamenti degli Aragonesi. La chiesa di San Lorenzo custodisce numerosi oggetti di carattere religioso: parte delle reliquie di San Paconio, per esempio, ma anche alcuni cofanetti in avorio di fattura persiana risalenti al dodicesimo secolo e la corona d’argento offerta da Maria Teresa d’Austria nel primo centenario dell’incoronazione della Madonna Bianca. Al suo interno hanno trovato sepoltura anche le spoglie di uno dei capitani di corsa più famosi del suo tempo, il Graffigna, un’incredibile miscela di sacro e profano. Ma alla bellezza è concesso tutto.
A dominare l’antico borgo di Porto Venere è tuttavia la rassicurante mole del Castello Doria, vero e proprio modello di architettura militare genovese. Pur sembrando una struttura monolitica, il Castello è costituito da due monoblocchi distinti racchiusi all’interno di una imponente cinta muraria. La natura militare della struttura è evidente a conferma dell’importanza strategica, soprattutto medievale, del promontorio di Porto Venere.
Attorno a questi punti cardinali dell’esistenza del passato, la sicurezza materiale e quella spirituale, si è sviluppato un borgo di pescatori che è riuscito a mantenere intatto tutto il suo fascino. Lungo i suoi stretti vicoli, sulle banchine del porto, si respira un mix di salsedine e relax, un bouquet ricco di sfumature da assaporare lentamente, al moderato ritmo scandito dalle onde del mare. Porto Venere ha fatto della natura la sua casa, senza venire a patti con il passare del tempo. Forse per questo è stata eletta come musa naturale da Lord George Gordon Byron, uno dei più alti esempi del Romanticismo britannico.
Il poeta era talmente legato allo splendido paese ligure che ancora adesso la grotta sotto la chiesa di San Pietro, dove Lord Byron era solito appartarsi per trarre ispirazione, viene chiamata Grotta Byron. Anche affacciandosi dalle finestre della chiesa di San Pietro ci si può riempire dell’azzurra immensità del mare, ma si può anche toccare con lo sguardo la vicina isola Palmaria, separata dalla costa da un braccio di mare detto Le Bocche.
Una gita in barca di pochi minuti da fare soprattutto per approdare alla Locanda Lorena, dove Iseo, autentica istituzione della cucina ligure, vi attente per farvi scoprire i sapori più profondamente autentici della cucina ligure.
Palmaria, con Tino e Tinetto, altre due isole dell’arcipelago spezzino, le Cinque Terre e, ovviamente, Porto Venere, è stata inserita tra i Patrimoni dell’Umanità dall’Unesco, straordinario riconoscimento a uno dei luoghi d’Italia dove la natura ha deciso di creare uno dei suoi capolavori.
Testo realizzato da Daniella Rodeschini per www.mareonline.it
pubblicato il 26 Agosto 2024 da admin | in Marina in Italia, Viaggi & Rotte in Italia | tag: alla scoperta di Portovenere, bellezze di Portovenere, chiesa di San Pietro a Portovenere, gita a Portovenere, locanda Lorena sull'isola di Palmaria, Portovenere da scoprire, ristorante da Iseo a Portovenere | commenti: 3
La chiesa di San Pietro arroccata sul promontorio di Porto Venere è uno dei luoghi che bisogna vedere almeno una volta… E’ sublime, anzi di più…
A Portovenere è stato dedicato un servizio in tv domenica attorno all’ora di pranzo (la trasmissione ha la parola blu del nome e la conduce una signora bionda con i capelli corti, piccolina di statura). Avevo letto il vostro articolo e incuriosito l’ho guardata: bellissima località….. Come forse avrete capito non sono un grande utilizzatore della televisione: posso chiedervi di segnalarmi trasmissioni simili, che mi portino a scoprire luoghi di mare più belli del mio Paese? Ps: voi di mareonline avete fatto un solo filmato su l’Isola del Giglio?, quello che ho trovato sul sito? E se sì, perché non ne fate altri?
Ottimo suggerimento per la gita di Pasquetta. Grazie e complimenti per la bellezza dell’articolo, capita sempre meno frequentemente, anche su giornali nazionali di “nome”, di leggere cose scritte bene….