Simon de Vlieger è uno dei pochi a poter essere definito, senza enfasi né retorica, un autentico poeta del pennello. La sua raffinata sensibilità gli permise di infondere nei suoi quadri un’atmosfera particolare, che va al di là della semplice rappresentazione della realtà e può essere definita una vera e propria poesia da gustare con gli occhi. Non sappiamo molto sui suoi primi anni di vita: egli nacque a Rotterdam, intorno al 1601; ignoriamo chi siano stati i suoi primi maestri e le sue prime esperienze artistiche. Nel 1634 si registrò alla Gilda di San Luca di Delft, l’associazione professionale dei pittori; nello stesso anno depositò un contratto d’affitto per la casa Kranenburch nel quartiere di De Vlouw, 108 fiorini per tre anni. Nel 1638 è documentata la sua presenza ad Amsterdam. Negli anni Quaranta riportò la sua residenza a Rotterdam, dove abitò fino al 1650, quando si trasferì a Weesp, una piccola città vicino ad Amsterdam. Qui trascorse gli ultimi anni della sua vita e fu seppellito il 13 marzo 1653. Nelle sue prime opere seguiva lo stile di Jan Porcellis (1583-1632) e Willem van de Velde il Vecchio (1611-1693), con i quali fu probabilmente a contatto: in quegli anni l’artista concentrava quasi tutta la sua attenzione sul disegno, minuzioso e preciso nei minimi particolari, mentre dedicava poco spazio ai colori, utilizzando numerose sfumature della stessa tinta, quasi un’esercitazione monocroma. Nelle composizioni degli anni Trenta, invece, dimostrò di aver raggiunto uno stile autonomo e personale: semplificò il disegno e usò i colori con maggior varietà, sicurezza e disinvoltura, per meglio sottolineare gli aspetti emotivi dei soggetti raffigurati. Fu un artista prolifico e versatile: eseguì numerosi disegni per arazzi, incisioni, vetrate (ad esempio quelle per la Nieuwe Kerk di Amsterdam) e dipinse i pannelli dell’organo di St. Laurenskerk di Rotterdam. Fu perfino incaricato di sovrintendere i festeggiamenti in occasione della visita ufficiale ad Amsterdam della regina di Francia, Maria de Medici.
La sua specializzazione fu la pittura di marina, grazie alla quale ottenne una discreta e solida notorietà. Tra i suoi soggetti pre feriti i ritratti di navi (al porto o in mare aperto), le scene di tempeste e di naufragi. Per soddisfare le pressanti richieste dei collezionisti ebbe numerosi allievi, alcuni dei quali divennero famosi, come Jan van de Cappelle (1626-1679) e i fratelli Willem van de Velde il giovane (1633-1707) e Adriaen van de Velde (1636-1672). I suoi quadri sono esposti nei maggiori musei del mondo, come ad esempio l’Art Institute di Chicago, l’Ermitage di San Pietroburgo, il Louvre di Parigi, la National Gallery di Londra e il Metropolitan Museum di New York. Molto bello è Calm sea, un olio su tavola del 1642, ora di proprietà del Detroit Institute of Arts. A proposito di quest’opera William Fay ha scritto: “Adoro questo dipinto. La luce del mattino presto e l’atmosfera nebbiosa sono rese in maniera squisita e il contrasto tra il primo piano scuro e lo sfondo in dissolvenza pallida, infonde alla scena una grande profondità. Noi non vediamo il sole, ma sappiamo che è spuntato dalla corona di luce attorno all’albero scuro sulla destra. Semplicemente un lavoro meravigliosamente ricco di pace e tranquillità”.
Tra le opere di più intensa forza drammatica troviamo Ship in distress off a rocky coast, del 1645, ora all’Indianapolis Museum of Art. Due terzi del quadro sono occupati dal cielo, carico di nubi scure e minacciose. Sotto di loro il mare agitato sembra avere la meglio sui disperati sforzi dei marinai che lottano per salvare la loro nave e le loro vite. Gli scogli sono vicini e il naufragio appare ormai inevitabile. Sulla riva, in basso a destra, vediamo alcune persone, che assistono impotenti all’imminente tragedia. Tra di loro ci sono due monaci in preghiera, un evidente riferimento metaforico alla vita umana, travagliata e minacciata dal male, che aspira ad una salvezza spirituale. Anche nel quadro del 1645-1650 intitolato Thunderstorm off the Coast, della Carmen Thyssen-Bornemisza Collection di Madrid, le nuvole grigie e nere, cariche di pioggia, occupano quasi tutto lo spazio, così che le navi sembrano ancor più piccole e indifese nei confronti degli agenti atmosferici avversi. Osservando la scena possiamo immedesimarci nell’equipaggio della barca in primo piano, che si affretta ad ammainare le vele, mentre in lontananza altri due vascelli cercano di allontanarsi il più possibile dalla tempesta in arrivo. Ben diversa è l’atmosfera che regna in View of a Beach, la grande tela del 1646, ora al Los Angeles County Museum of Art.
Le nuvole sono qui candide e inoffensive; il mare calmo è affollato di imbarcazioni, piccole e grandi; le persone sulla spiaggia sono indaffarate nel loro lavoro (mercanti e pescatori stanno contrattando il prezzo della pesca o delle mercanzie giunte da Paesi lontani) o semplicemente si godono il panorama e lo spettacolo dei grandi velieri ancorati poco lontano. Guardando il dipinto possiamo cogliere lo spirito più autentico degli anni più belli del Gouden Eeuw, il secolo d’oro della storia dei Paesi Bassi, durante il quale il commercio, le scienze e le arti davano agli olandesi una superiore tranquillità e sicurezza. Con giustificato orgoglio Vlieger celebra i trionfi navali olandesi nel quadro raffigurante uno degli episodi decisivi nella guerra dei Trent’anni: La battaglia sulla Slaak tra la flotta olandese e quella spagnola nella notte tra il 12 e il 13 settembre 1633 (Amsterdam, Rijksmuseum). Cinquanta navi olandesi, comandate dal vice ammiraglio Marinus Hollare, affrontarono novanta imbarcazioni spagnole, con seimila uomini, guidati dal conte Giovanni VIII di Nassau-Siegen. Lo scontro avvenne nel canale Slaak Volkerark e vide la netta sconfitta degli spagnoli: più di quattro mila uomini furono fatti prigionieri e quasi tutta la flotta fu catturata. Il dipinto ci mostra uno dei momenti più drammatici e concitati dello scontro, quando i soldati spagnoli, vista la mal parata, decisero di buttarsi in mare per raggiungere la vicina terra ferma. Molti di loro annegarono (si parla di circa duemila morti) e i pochi che riuscirono a salvarsi furono fatti prigionieri dagli olandesi. I record d’asta delle opere di Simon de Vlieger sono di tutto rispetto a cominciare dai 1.719.292 euro spesi da Christie’s il 5 luglio 2011 per il dipinto intitolato Dutch frigates exchanging salutes in a calm, with yachts, seguiti dai 1.270.377 euro pagati il 9 luglio 2003 da Christie’s a Londra per The Squadron of Admiral Maerten Harpetz Tromp preparing to make Sail e dai 1.124.599 euro raggiunti l’11 luglio 2001, sempre da Christie’s a Londra per Smalschip and a Waterschip ancore in an estuary in a Calm. Più abbordabili i disegni, acquistabili in media tra i 1.500 ed i 2.500 euro e le incisioni, vendute all’asta tra i 150 e i 400 euro.
pubblicato il 9 Febbraio 2017 da admin | in Quadri, Quadri & arredi | tag: Calm sea, Gilda di San Luca di Delft, Gouden Eeuw, Kranenburch, La battaglia sulla Slaak tra la flotta olandese e quella spagnola nella notte tra il 12 e il 13 settembre 1633, Ship in distress off a rocky coast, Willem van de Velde il Vecchio | commenti: 0