Il 16 giugno 2009, nel porto di Buenaventura, Alvaro Uribe, presidente della Colombia, ha inaugurato, alla presenza del calciatore Ivan Ramiro Cordoba, dell’ambasciatore italiano e delle massime autorità, una nave bianca di 27 metri. Raccontata così, potrebbe sembrare la cronaca del varo di un lussuoso motoryacht acquistato dal noto calciatore, uno dei tanti prodotti per i quali la cantieristica italiana è apprezzata in tutto il mondo. La storia invece è un’altra. Buenaventura, una cittadina portuale sulla costa pacifica della Colombia, dista circa un centinaio di chilometri da Cali, località tristemente conosciuta per essere una delle basi dei narcotrafficanti. Questi controllano di fatto ampie aree di territorio sul quale impediscono ogni forma di presenza statale, legalità e assistenza sociale a favore delle popolazioni locali, le cui miserrime condizioni di vita contrastano con la ricchezza dei quartieri residenziali della capitale o dei resort caraibici sulla costa atlantica. Qui la mortalità infantile è di gran lunga superiore alla media a causa della malnutrizione
pubblicato il 2 Febbraio 2016 da admin | in Storie | tag: Alvaro Uribe, Buenaventura, Colombia, Diego Posso, Fondazione italocolombiana del Monte Tabor, Ivan Ramiro Cordoba, nave bianca | commenti: 0
sfuggito all’apocalisse in AtlanticoAnch'io c'ero su quella nave con i miei genitori, avevo 3 anni. Ho ancora le foto