Nei primi decenni del XVI secolo l’Europa si sentiva padrona del mondo. La strepitosa stagione delle scoperte geografiche, che nel giro di trent’anni aveva ridisegnato il globo, le aveva dato l’assoluta certezza di essere al centro della Terra. E poiché la Terra era al centro del mondo, l’Europa si poteva ben considerare il cuore dell’Universo. Una forma assoluta di miopia egoistica e presuntuosa le impediva di guardare oltre i propri confini e di immaginare che potessero esistere altre potenze altrettanto, se non più, ricche e progredite. Eppure, agli inizi del ‘500, la Cina aveva già solcato gli oceani da quasi cent’anni e si era spinta fin dove nessuno, fino ad allora, aveva mai osato avventurarsi. L’Età dell’oro delle grandi spedizioni marittime cinesi coincise con l’avvento della dinastia Ming e porta la “firma” di un nome leggendario nell’arte della navigazione cinese, autore di imprese che lo legittimano, senza alcun dubbio, a sedersi accanto ai grandi navigatori nostrani come Colombo, Magellano, Vespucci, Vasco da Gama, Cook. L’ammiraglio per eccellenza, il Grande eunuco, l’Eunuco dei tre gioielli (questo per via di un piccolo scrigno che portava sempre con sé legato alla cintura, contenente le reliquie della sua ormai perduta virilità) era Cheng Ho.
pubblicato il 24 Maggio 2017 da admin | in Personaggi, Storie | tag: carta di Fra Mauro, carta di Waldseemuller, cartografo Paolo Toscanelli, Cheng Ho, Enrico il Navigatore, Eunuco dei tre gioielli, Gavin Menzes, Grande eunuco, navi del Tesoro, Nicolò da Conti, Piri Reis, Zuane Pizzigano | commenti: 1
sfuggito all’apocalisse in AtlanticoAnch'io c'ero su quella nave con i miei genitori, avevo 3 anni. Ho ancora le foto