Centoventi miliardi di euro, 800mila lavoratori occupati in oltre 210mila aziende. Sono questi i numeri della “blue economy”, dell’economia legata al mare e alla nautica. Numeri che sono emersi in tutta la loro straordinaria importanza dal 2° Rapporto Unioncamere sull’economia del mare presentato in occasione della prima edizione degli Stati generali delle Camere di commercio sull’economia del mare, promossi da Unioncamere in collaborazione con la Camera di commercio di Latina, che si sono svoltisi a Gaeta nell’ambito della sesta edizione dello Yacht Med Festival. Un appuntamento fortemente voluto per evidenziare il valore reale dell’economia del mare, per promuoverne il riconoscimento a livello istituzionale e il ruolo delle Camere di commercio per il suo sviluppo, per mettere a sistema i progetti e le risorse della rete camerale italiana e implementare una policy di sistema, E, ancora, per orientare l’economia del mare verso uno sviluppo economico, sociale e ambientale che sia sostenibile e integrato.
Un’economia blu che, come testimonia il 2° Rapporto sull’economia del mare realizzato con il contributo tecnico di CamCom-Universitas Mercatorum, per ogni euro di valore prodotto direttamente, ne attiva quasi altri due nel resto dell’economia. E che, nonostante la crisi, nel periodo 2009-2011 ha dato segni importanti di tenuta, sia sotto il profilo occupazionale sia sotto quello imprenditoriale.
E per confermare tutto il peso che ha il colore blu nell’economia del nostro Paese, i responsabili del 2° Rapporto sull’economia del mare hanno esibito una serie di dati. Come quelli relativi all’occupazione, con quasi 800mila lavoratori impiegati nell’economia del mare che rappresentano il 3,2 per cento dell’occupazione complessiva del Paese, superiore di 200mila unità a quella dell’intero settore formato dalla chimica, farmaceutica, gomma, materie plastiche e minerali non metalliferi (600mila occupati; 2,4 per cento del totale economia), e 160mila in più rispetto a quella dei servizi finanziari e assicurativi (circa 640mila unità, pari al 2,6 per cento degli occupati totali).
Lavoratori della “blue economy”che si distribuiscono tra i settori delle attività ricettive e della ristorazione (36 per cento, pari a quasi 287mila lavoratori, una parte consistente dei quali a carattere stagionale); della cantieristica (17 per cento, poco più di 135 mila occupati); della filiera ittica (12 per cento, poco più di 95mila occupati) e delle attività sportive e ricreative (8 per cento, pari a più di 61mila occupati). Un’economia blu determinante per i bilanci delle regioni del Centro-Sud (con il 64 per cento in termini di occupati), e in particolare di Lazio, Sicilia, Campania e Puglia, regioni che da sole coprono circa il 43 per cento degli occupati generati dal comparto), ma importante anche per il Nord, e in particolare nelle regioni trainanti; Liguria, Lombardia e Veneto. Ma se l’economia del mare racchiude il suo “core business” soprattutto nel comparto del turismo, (96.547 attività, il 45,8 per cento del totale delle 211mila imprese, come somma dei servizi di alloggio e ristorazione – 67.178 – e delle attività sportive e ricreative – 29.369- ), della filiera ittica (41.633 aziende, il 19,7 per cento), e della cantieristica (32.130 aziende, pari al 15,2 per cento), i relatori hanno voluto sottolineare il grande valore aggiunto rappresentato dalla capacità dell’economia del mare di non esaurire i suoi effetti solo nelle attività che rientrano direttamente nel perimetro dei settori che la definiscono, ma di essere in grado di attivare indirettamente, a monte e a valle della filiera, ulteriori effetti sul sistema economico, a conferma della sua importanza strategica soprattutto in chiave di rilancio del Paese. Basti pensare che per ogni euro prodotto da questo settore se ne attivano altri 1,9 nel resto dell’economia. E in valori assoluti questo significa che, con riferimento al 2011, ai 41,3 miliardi di valore aggiunto prodotti dalle attività direttamente legate al mare nel 2011 hanno fatto riscontro altri 77 miliardi di euro attivati sul resto dell’economia. Come dire che, nel periodo preso a riferimento, l’intera filiera ha generato 118 miliardi di euro di valore aggiunto, pari all’8,4 per cento dell’economia complessiva.
Testo realizzato da Baskerville per mareonline
pubblicato il 24 Aprile 2013 da admin | in Eventi in Italia | tag: blue economy, CamCom-Universitas Mercatorum, Rapporto Unioncamere sull'economia del mare, Yacht Med Festival di Gaeta | commenti: 1Just Peruzzi, "Il ristorante panoramico più bello d’Italia" - Corriere della SeraVi aspettiamo per accogliervi in quello che il Corriere della Sera ha definito come "Il ristorante panoramico più bello d’Italia"
Pubblicato da Just Peruzzi su Martedì 30 aprile 2024
L’economia del mare vale 120 miliardi di euro e i nostri politici la prendono a pesci in faccia!!!!!