Ali di gabbiano: tre parole che agli appassionati di quattro ruote fanno venire immediatamente in mente le portiere di alcune fra più affascinanti auto sportive. A partire dalla Mercedes-Benz 300 SL del 1954, la prima a utilizzare questa soluzione, con le portiere “incernierate” sul tetto, che per le difficoltà nel realizzare la struttura, oltre che per i costi di realizzazione, è diventata sin dal suo debutto sinonimo di esclusività. Esattamente come la “Gullwing” nome (che tradotto significa appunto ali di gabbiano) scelto per la sportiva di lusso della casa tedesca “stellata”. A chi all’asfalto della strada (e delle piste) preferisce le acque di mari e oceani ed è un profondo conoscitore dell’affascinante mondo del refitting nautico, ali di gabbiano sono tre parole destinate invece a far pensare ai nuovi invasi per barche a vela trasportabili con carrelli motorizzati realizzati dalla Navaltecnosud di Bari, azienda dove sembra non possa trascorrere giorno senza che all’orizzonte spuntino nuove “creazioni”. Carrelli dove i puntelli posizionati al centro sella sono dotati di bracci ad ali di gabbiano, appunto, dedicate a chi possiede carrelli stretti e deve gestire barche a vela invece “panciute”. Una nuova “invenzione”, nata per rispondere a una richiesta fatta alla Navaltecnosud da Fortunato Moratto e Francesco Bortolussi, di Marina Sant’Andrea San Giorgio di Nogaro, che Roberto Spadavecchia e i suoi più stretti collaboratori hanno immediatamente varato seguendo la rotta che da sempre si è dimostrata vincente: salpare dalla tradizione appresa dal passato per continuare ad abbinare soluzioni pensate per il futuro. In una sorta di continuo “Ritorno al futuro”, titolo di un celebre film che ha per protagonista un’auto super sportiva, la DeLorean DMC-12, capace di viaggiare nel tempo. Un’auto che, guarda caso, aveva le portiere ad ali di gabbiano…
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pubblicato il 14 Marzo 2024 da admin | in | commenti: 0