Nel corso dei secoli ci sono state numerose famiglie di pittori, come ad esempio i Brueghel, i Bassano o i Van De Velde. Le tecniche, lo stile, i soggetti, i segreti per ottenere i colori più belli o gli effetti di luce più accattivanti venivano tramandati di padre in figlio e gelosamente custoditi. Nella maggior parte dei casi tutti i membri della famiglia, anche quelli acquisiti, venivano coinvolti nelle attività della bottega artistica, dalla preparazione dei colori e dei supporti (le tele e le tavole in legno) ai complessi e spesso delicati rapporti con i committenti. Nel nostro caso il capostipite, John Cleveley il Vecchio nacque nel quartiere londinese di Southwark, intorno al 1712. Proveniva da una famiglia di artigiani; suo padre, che era un falegname, gli insegnò i primi rudimenti del mestiere e lo fece assumere come carpentiere nei cantieri navali di Deptford, sul Tamigi. Questa fu la sua attività principale per tutta la vita, tanto che in un documento inviato alla vedova nel 1778, un anno dopo la sua morte, si parla di lui come di un carpentiere impiegato sulla nave Victory. Intorno al 1745 John Cleveley il Vecchio iniziò a disegnare e a dipingere; quasi certamente non poté seguire corsi regolari, ma si formò da autodidatta, frequentando altri pittori e forse scambiando le sue competenze tecniche sulla costruzione delle navi con altre utili informazioni sul disegno, la prospettiva e l’uso dei colori. Aveva certamente una predisposizione naturale, che seppe coltivare e migliorare, applicandosi con costanza e seguendo con attenzione il lavoro degli altri. In pochi anni seppe guadagnarsi la stima e l’ammirazione di numerosi appassionati d’arte, che divennero suoi fedeli clienti. Per loro dipingeva ritratti di navi (ship portraits), scene di cantiere (come ad esempio Sixth-Rate on the Stocks, ora conservato al National Maritime Museum di Greenwich), e vedute marine ispirate alla tradizione fiamminga e britannica.
Nel tempo libero ebbe modo di compiere brevi viaggi nei dintorni di Londra, durante i quali realizzò una serie di schizzi a matita, che utilizzò successivamente per dare maggior varietà e vivacità ai suoi quadri. Tra i più belli ricordiamo The Royal Yacht Caroline, dipinto nel 1750 (Greenwich, National Maritime Museum). L’imbarcazione raffigurata era stata costruita proprio nei cantieri di Deptford nel 1749. Nel 1761 fu ristrutturata e sontuosamente arredata per accogliere la regina consorte, la principessa Charlotte, e cambiò nome in Royal Charlotte. Ancor più imponente e maestoso il quadro intitolato The Royal George at Deptford showing the launch of the Cambridge, del 1757, che unisce idealmente due eventi distinti a cui quasi certamente il pittore aveva assistito, e cioè il varo della Cambridge, avvenuto a Deptford il 21 ottobre 1755, e quello della Royal George, che in realtà fu effettuato un anno più tardi nei cantieri di Woolwich. Una delle più belle scene di cantiere è A third-rate on the stocks at Deptford, thought to be the Buckingham del 1752 (Greenwich, National Maritime Museum). Una grande nave, quasi certamente la Buckingham è pronta al varo. Il pittore ha raffigurato la scena con estrema compostezza, priva di enfasi o retorica. Sulla banchina, in primo piano, un gruppo elegante di visitatori assiste al varo, mentre sul Tamigi sta passando una piccola barca a remi, che si avvicina per meglio osservare la grande nave. Proprio al centro del dipinto, in basso, si vede un personaggio, di spalle, che sta eseguendo un disegno su un grande foglio bianco, molto probabilmente lo stesso Clevely.
Tutto sembra silenzioso, calmo, quasi immobile, ad eccezione dei cavalli che tirano un carrello sullo sfondo e delle quattro grandi bandiere agitate dal vento, che ostentano con orgoglio i simboli della potenza navale britannica. Nel quadro The St. Albans floated out of Deptford, del 1747, vediamo il maestoso veliero da 60 cannoni mentre viene rimorchiato verso il Tamigi dal cantiere di Deptford. L’artista ha aggiunto alla scena altre imbarcazioni più piccole, disegnate con estrema attenzione e precisione. L’opera pittorica di John Cleveley il Vecchio fu continuata dai suoi figli, in particolare i due gemelli, nati il 24 dicembre 1747, John Clevely il Giovane (24 dicembre 1747 – 25 giugno 1786) e Robert Clevely (24 dicembre 1747 – Dover 28 settembre 1809). Entrambi impararono a dipingere dal padre e presero lezioni da Paul Sandby, specializzato nei paesaggi ad acquerello e tempera. John Clevely il Giovane accompagnò Joseph Banks durante un viaggio alle isole Ebridi, Orcadi e in Islanda. Al suo ritorno rielaborò i molti disegni effettuati e dipinse degli acquerelli, che ebbero molto successo (alcuni di questi sono ora conservati al British Museum di Londra). Fu inoltre incaricato di eseguire dei disegni per una serie di incisioni dedicate ai viaggi del capitano James Cook, quello del 1772-1775 e quello del 1776-1780. Come il padre, John il Giovane ambientò molti dipinti nei cantieri di Deptford, Woolwich e Chatman, da cui furono tratte incisioni assai popolari. Robert Clevely si arruolò in marina e per alcuni anni compì lunghi viaggi in Asia e nel Nord America, seguendo la doppia carriera come commissario di bordo e pittore di marine, tanto che in alcuni casi firmò i suoi quadri come Robert Cleveley della Royal Navy. Robert espose per la prima volta alla Royal Academy nel 1780 e si specializzò nelle battaglie navali, nelle vedute romantiche lungo il Tamigi e nei ritratti di navi. Alcuni dei suoi dipinti più famosi furono riprodotti da incisioni che contribuirono ad aumentare la sua fama. Un terzo figlio di John Cleveley il Vecchio, James, lavorò come carpentiere a bordo della nave Resolution durante il terzo viaggio di Cook nel Pacifico dal 1776 al 1780. I suoi ricordi e le sue descrizioni servirono ai due fratelli come base e riferimento per una serie fortunata di dipinti ambientati nel Pacifico. John Clevely il Vecchio fu tra i primi espositori della Society of Artists, fondata a Londra nel maggio del 1761. La sua costante presenza in queste esposizioni lo fece conoscere ad un pubblico sempre più vasto e gli permise di ottenere un numero sempre maggiore di richieste di dipinti. Negli ultimi anni della sua vita perfezionò il suo stile combinando la precisione nei dettagli tecnici con elementi poetici e lirici, che resero i suoi quadri più interessanti ed emotivamente attraenti così da conquistarsi un pubblico più vasto. John Clevely il Vecchio morì a Londra il 21 maggio 1777. Oggi le opere della famiglia Clevely sono esposte nei maggiori musei del mondo e sono presenti nelle più importanti aste internazionali. Ad esempio Royal yachts on the Thames off Greenwich Ospital, di John Cleveley il Vecchio, un olio su tela del 1752 è stato venduto il 14 gennaio 1994 da Sotheby’s a New York per 500 mila dollari, mentre Views of Deptford Shipyard, London, dipinto da John Cleveley il Vecchio nel 1755, è stato pagato 245 mila sterline da Christie’s a Londra l’8 aprile 1998. Non sono da meno le opere di John Cleveley il Giovane: quattro acquerelli raffiguranti vedute dei Mari del Sud sono stati pagati 318.850 sterline da Christie’s a Londra il 23 settembre 2004.
Testo di Gabriele Crepaldi pubblicato sul numero 87 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale.Le immagini sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.
pubblicato il 24 Aprile 2017 da admin | in Musei nel mondo, Quadri, Quadri & arredi | tag: cantieri di Deptford, John Cleveley il Giovane, Joseph Banks, Resolution, Robert Cleveley, Robert Clevely, Sixth-Rate on the Stocks, The Royal Yacht Caroline | commenti: 0