Il National Maritime Museum di Greenwich, nei pressi di Londra, ha ospitato nel 2014 un’importante mostra dedicata a Joseph Mallord William Turner, uno dei maggiori artisti inglesi di ogni tempo, esponente di spicco del Romanticismo e uno dei più emozionanti pittori di mare. Le 120 opere esposte comprendevano alcuni dei grandi capolavori dipinti dall’artista inglese durante la lunga e felice carriera e hanno mostrato la sua straordinaria abilità tecnica, unita alla notevole forza emotiva, tale da rendere i suoi quadri estremamente suggestivi ed emotivamente potenti. Grande viaggiatore (nel 1802 si recò in Italia e in Svizzera, attraversando le Alpi, che a quei tempi rappresentavano un ostacolo naturale assai impegnativo), Turner era attratto e affascinato dal mare, capace di suscitare in lui forti e contrastanti sentimenti. Quando il mare era calmo e tranquillo, egli ne ammirava la bellezza e si sentiva pervaso da uno spirito contemplativo e lirico. Tuttavia non era sempre così: talvolta il vento soffiava con maggior forza, il cielo si copriva di nuvole fredde e nere e le onde si ingrossavano, tanto da mettere in pericolo perfino le navi più grandi, minacciando l’incolumità dei suoi marinai. Allora la fervida fantasia dell’artista dava vita a scene di intensa drammaticità, in cui la natura si rivela in tutta la sua potenza distruttrice facendo sentire l’uomo piccolo e indifeso. Gli esponenti del Romanticismo europeo avevano chiamato sublime questo sentimento di terrore e impotenza e gli avevano dedicato dipinti, poemi, composizioni musicali e saggi critici. Nato a Londra il 23 aprile 1775, figlio di un barbiere, Joseph Mallord William Turner fu un genio precoce, stimato e ammirato fin da bambino. L’11 dicembre 1789, a soli 14 anni fu ammesso alla scuola della Royal Academy e cominciò ad esporre i suoi acquerelli a partire dalla primavera dell’anno seguente. Nel 1796 Turner presentò alla mostra annuale della Royal Academy il suo primo dipinto a olio, raffigurante pescatori in mare (ora alla Tate Gallery di Londra), in cui la grande distesa d’acqua era vista come la sorgente dei sentimenti più autentici e profondi dell’uomo. I critici ammirarono l’abilità con cui il pittore aveva reso l’effetto della notte illuminata dalla luna e gli sforzi dei marinai nel contrastare le forze primordiali della natura, rappresentate dall’impeto delle onde che minacciava di spingerli contro gli scogli.
Nel 1801 il terzo duca di Bridgewater, uno dei maggiori collezionisti inglesi del tempo, commissionò a Turner un dipinto per fungere da pendant di una marina di Willem van de Velde. Era un confronto e una sfida impegnativa, tale da mettere il giovane inglese in competizione con uno dei maggiori esponenti della grande pittura olandese del Seicento. Turner non si spaventò, anzi si sentì stimolato e dopo aver studiato attentamente il quadro del pittore olandese, dipinse Barche olandesi nella tempesta: i critici lo stimarono degno del miglior Rembrandt. Negli anni seguenti il pittore inglese affrontò più volte il tema del mare burrascoso: Il naufragio del 1805 (Londra, Tate Gallery) e Il porto di Calais del 1803 (Londra, National Gallery) ne sono due esempi. In quest’ultimo quadro l’artista ha raffigurato un battello postale inglese impegnato in una manovra per evitare la collisione con una barca da pesca francese, simbolo della fragile pace d’Amiens tra la Francia e l’Inghilterra. Pochi mesi dopo, infatti, Napoleone progettò l’invasione della Gran Bretagna, ma la sua flotta fu sconfitta dall’ammiraglio Nelson a Trafalgar. A questa celebre vittoria Turner dedicò uno dei suoi dipinti più famosi, ora al National Maritime Museum di Greenwich. L’opera gli era stata commissionata nel 1823 dal re Giorgio IV per il palazzo di St. James a Londra. I critici si espressero in maniera negativa, accusando il pittore di aver commesso molti gravi errori nei dettagli nautici e di aver sbagliato i colori, eccedendo nei toni del rosso.
Fu l’unica commissione reale e forse a causa di questo insuccesso Turner non fu mai nominato cavaliere, mentre lo divennero artisti di minor levatura. Ma non si scoraggiò e proseguì a dedicare al tema marinaro molti dei suoi disegni, incisioni, acquerelli e oli su tela. Tra i più noti Ulisse deride Polifemo, esposto nel 1829 alla mostra della Royal Academy, che colpì i visitatori per la straordinaria intensità delle luci e dei colori. Non meno emozionante Il Temeraire trascinato all’ultimo ormeggio, per essere demolito, del 1838-1839 (Londra, National Gallery), in cui l’artista sembra immedesimarsi nella gloriosa nave da guerra, già protagonista della battaglia di Trafalgar. Anch’egli si sente un veterano, carico di onori e successi, ma ormai sul viale del tramonto. La nave a vapore, mentre rimorchia il veliero nel suo ultimo viaggio, rappresenta la modernità e la tecnologia che prendono il sopravvento sulla tradizione. Nel 1840 Turner dipinse uno dei suoi quadri più drammaticamente visionari, Negrieri gettano fuori bordo morti e moribondi. Tifone in arrivo, ora al Museum of Fine Arts di Boston. Fonte di ispirazione primaria fu Summer, un poema di James Thompson la cui trama comprendeva un tifone e una nave negriera. Il pittore volle inoltre riferirsi a un fatto realmente accaduto nel 1783, quando il capitano della nave Zong era stato citato in tribunale da una compagnia di assicuratori marittimi perché, durante una tempesta, aveva ordinato di gettare in mare decine di schiavi, per alleggerire l’imbarcazione che minacciava di affondare, ma soprattutto per intascare i soldi dell’assicurazione. Quando il quadro fu esposto alla Royal Academy, molti critici lo giudicarono negativamente. Solo John Ruskin lo difese, giudicandolo “il più nobile mare mai dipinto dall’uomo. Se fossi costretto a consegnare all’immortalità una sola opera di Turner, sceglierei questa. Il suo colore è assolutamente perfetto; le sue sfumature sono tanto vere quanto meravigliose”. Nel 1842 Turner stupì ed emozionò ancora con Pace: esequie in mare, dedicato all’amico David Wilkie, morto l’anno prima durante il ritorno da un viaggio di studio a Costantinopoli e solennemente seppellito in mare, al largo di Gibilterra. Negli ultimi dipinti, come per esempio L’ammiraglio Van Tromp vira di bordo per compiacere i superiori, del 1844 (Los Angeles, The J. Paul Getty Museum) o Yacht che si avvicina alla costa del 1845-1850 circa (Londra, Tate Gallery), il disegno scompare quasi del tutto, per lasciare libero sfogo alla luce e ai colori, sempre più intensi e abbaglianti. Nel 1846 Turner, ormai famoso e ammirato, acquistò un villino nel quartiere londinese di Chelsea, dove trascorse gli ultimi anni, fino alla morte, avvenuta il 19 dicembre 1851, all’età di 76 anni.
Testo di Gabriele Crepaldi pubblicato sul numero 80 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale.Le immagini sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.
pubblicato il 29 Marzo 2019 da admin | in Musei nel mondo, Quadri, Quadri & arredi | tag: John Ruskin, National Maritime Museum di Greenwich, Nelson, Royal Academy, Trafalgar, Ulisse deride Polifemo, Zong | commenti: 0