Mangiare pesce fa bene, anzi benissimo perché, come da sempre ci spiegano i nutrizionisti pesce, assicura all’organismo elementi (come omega 3, proteine a elevato valore biologico, sali minerali, grassi mono e polinsaturi) in grado di apportare benefici al sistema cardiovascolare, abbassare il colesterolo “cattivo” e trigliceridi e aumentare i livelli di colesterolo buono. Mangiare pesce come è abituata a farlo la stragrande maggioranza dei consumatori fa malissimo: al mare e ai suoi abitanti, i pesci appunto. Perché troppo e soprattutto malissimo considerato che qualcosa come il 40 per cento di tutte le catture non arriva al nostro piatto. Viene scartato, resta inutilizzato, “ucciso per nulla” perschè sulle tavole deve arrivare solo il pesce più nobile. Un mostruoso spreco (e un’inutile strage quotidiana di esseri viventi) raccontata nel libro “Il pesce è finito – lo sfruttamento dei mari per il consumo alimentare”,scritto dal naturalista Gabriele Bertacchini, edito da Infinito edizioni, e patrocinato da Oceanus onlus. Una vera e propria immersione in un “sistema di pesca ammalato” (talmente gravemente da mettere in pericolo di morte il mare) che per alcuni “prodotti” vede le catture inutili, quelle che in un fil d’azione con Arnold Swargenegger si sarebbero definite “danni collaterali” rappresentare anche più del doppio delle speci obiettivo della battuta di pesca, quelle chieste da acquirenti che non hanno mai riflettuso su questo drammatico e devastante spreco. Persone che non sanno, per esempio, che per catturare un chilo di gamberetti, si possono uccidere inutilmente (perchè non verranno mai consumati) anche più di cinque chilo di animali “indesiderati”, o che un chilogrammo di cannolicchi pescati con il sistema delle draghe turbosoffianti vi possono essere altri quattro chili di esseri viventi che non vengono commercializzati. Una “pesca fantasma” che non fa distinzione fra “vittime da sacrificare sull’altare della rischiesta del mercato”, assassinando anche cetacei, tartarughe e perfino uccelli marini. Un dato su tutti? Ogni anno si contano oltre centotrentamila tra leoni marini, foche e balene uccisi “gratuitamente” e inutilmente. Un quadro allarmante che riguarda tutto il mondo sommerso ma, in particolare, il Mediterraneo, considerato il mare più sfruttato al mondo, dove viene pescato ogni anno dalle due alle tre volte quello che la natura è in grado di sopportare. E tutto per colpa dei consumatori, di un mercato che, per colpa dell’ignoranza dei consumatori, “detta le leggi” spingendo a dare una caccia spietata a pesci spada e tonni, palombi e merluzzi, rana pescatrice e cernie, dimenticandosi che per mangiare bene e sano e senza condannare a morte il mare, con addirittura il rischio che entro il 2050, come sostengono alcuni biologi marini, continuando di questo passo, i principali pesci che siamo abituati a mangiare saranno in parte scomparsi) vanno benissimo (anzi spesso sono anche meglio) anche i pesci “più poveri”. Come insegna “Una ricetta per salvare il mare), la campagna di Oceanus che mira ad accrescere la consapevolezza dei consumatori rispetto all’acquisto di pesce. Una campagna che invita a riflettere proprio su quanto un mercato globale senza freni possa desertificare il mare e rompere un antico equilibrio fra pescatori e risorse ittiche con la conseguenza, in alcune parti del mondo, di costringere chi un tempo viveva di pesca o a violare le restrizioni vigenti in materia di pesca, aggravando lo stato di salute del mare, o cambiare lavoro e spesso emigrare. Una campagna che ha visto coinvolto anche lo chef Stefano Barbato, protagonista di videoricette per salvare il mare a base di sarde, pesce povero e gustoso protagonista di molti piatti della tradizione mediterranea. Come le “Sarde a Beccafico Fritte vs Forno” che è possibile scoprire cliccando qui.
https://www.youtube.com/watch?v=yjN5zvunwS4 Ricette che possono contribuire a difendere il pianeta semplicemente cambiando il proprio modo di fare la spesa. Scoprendo così che come per la carne non esistono solo la fettina e il filetto ma altre parti meno “nobili” buonissime e con il vantaggio di costare anche molto meno. Fare la spesa e cusinare in modo intelligente piuò fare la differenza per il futuro. Sulla terraferma e in mare. Sul sito di Oceanus trovate il calendario, che elenca cosa comprare mese per mese https://www.oceanus.it/una-ricetta-per-salvare-il-mare.html