Per molte persone il termine modellismo richiama l’idea del passatempo, del divertimento quasi infantile. Non sanno che dietro a ogni realizzazione di pregio si trova un vasto bagaglio di conoscenze che l’autore ha acquisito e coltivato personalmente, risultato di anni di ricerche prima, di esperienza e di lavoro poi. Leonardo Petroli è sempre stato un assiduo frequentatore dei cantieri Riva di Sarnico, una tra le poche aziende del settore nautico ad avere un proprio archivio storico. Petroli si è dedicato per molto tempo alla costruzione dei modelli di questi leggendari motoscafi. Il primo da lui realizzato è stato, a metà degli anni Novanta, un Ariston. È seguita poi la costruzione del famoso Aquarama Special, con il quale Petroli ha vinto la medaglia d’oro al Campionato Italiano Navimodel di Ferrara. Delle molte realizzazioni di Petroli una è di particolare interesse. Si tratta del modello dell’incrociatore Vittorio Veneto, che Petroli ha riprodotto in scala 1:100 con un lavoro durato dieci anni. Un vero e proprio capolavoro. Il Vittorio Veneto, quello vero, è stato destinato a diventare la prima nave museo italiana ed è anche il simbolo di un periodo di storia compreso tra la fine della Seconda guerra mondiale e le attuali costruzioni navali super tecnologiche. A Petroli, che ha saputo interpretare al meglio questa pagina di storia della Marina italiana, abbiamo chiesto di parlare della sua passione di modellista e, in particolare, della nascita del suo Vittorio Veneto.
Quando ha cominciato a dedicarsi al navimodellismo?
Fin da bambino ho sempre amato il mare e le navi. È stato naturale cercare di trasferire questa passione anche nel tempo libero, riproducendo in piccolo quelle splendide navi che per secoli hanno solcato i mari di tutto il mondo. La mia passione per il navimodellismo è nata così e io ho sempre profuso in questo hobby tutte le mie capacità tecnico-manuali.
Come è maturata, a un certo punto, la scelta di dedicarsi alla costruzione del Vittorio Veneto?
Volevo assolutamente riprodurre una nave della nostra Marina Militare. Naturalmente erano possibili diverse soluzioni e le ragioni che mi hanno spinto alla scelta dell’incrociatore Vittorio Veneto sono state molteplici. In primo luogo mi ha colpito la complessità delle sovrastrutture. Dal mio punto di vista, maggiore è questa complessità e più entusiasmante è la sfida per superarla. In secondo luogo, e anche questo ha giocato un ruolo fondamentale, una nave di epoca attuale rendeva più facile il reperimento della documentazione. Infine, volendo riprodurla in scala 1:100, una nave delle dimensioni del Vittorio Veneto sarebbe risultata, alla fine, ancora abbastanza trasportabile. Tutto poi doveva concorrere a soddisfare un obiettivo che mi ero imposto fin dall’inizio: volevo realizzare un modello completo anche nel più piccolo dettaglio e avere la soddisfazione di fotografarlo ricavando immagini tali da pensare di essere di fronte alla nave vera.
Quanto tempo è stato necessario per la realizzazione completa del modello?
Se consideriamo anche i tempi per le ricerche e la documentazione, sono occorsi dieci anni. Possiamo considerare in tutto circa 7000 ore di lavoro. È un arco di tempo che forse può stupire, ma io sono davvero convinto che ne sia valsa la pena. Il risultato è stato un modello che ha ottenuto tantissimi riconoscimenti in tutte le manifestazioni di modellismo navale e anche premi ufficiali nei vari concorsi organizzati dalla Federazione Italiana Navimodel in campo nazionale e internazionale. Ne sono la dimostrazione le sette medaglie d’oro ai vari campionati italiani, la medaglia d’oro a un campionato europeo e la medaglia d’argento ad un campionato mondiale.
Quali sono le difficoltà che ha incontrato nel costruire questo capolavoro?
Il primo problema, per il Vittorio Veneto come per qualsiasi altra nave, è la reperibilità della documentazione. Si tratta di un’esigenza basilare per realizzare un buon modello: più se ne ha e più è alta la qualità di dettagli che si possono realizzare, compatibilmente con la scala prescelta. È l’impegno di ogni modellista quello di cercare di migliorare sempre più il proprio modello, non solo dal punto di vista costruttivo, ma anche da quello della quantità di dettagli riprodotti. Per realizzare il Vittorio Veneto ho usato i disegni originali della Marina Militare. Poiché si tratta di disegni già in scala 1:100, il mio lavoro è stato facilitato. Poi ho raccolto il più alto numero possibile di immagini fotografiche della nave vera, rintracciandole in libri e riviste. Si è presentato poi un problema particolare. L’incrociatore infatti ha subito nel 1984 una serie di lavori detti di mezzavita, finalizzati all’aggiornamento e al riammodernamento della nave. Poiché volevo che il mio modello fosse una riproduzione dell’originale in uno stato operativo recente, ho chiesto e ottenuto la possibilità di compiere una visita a bordo per cogliere tutti gli elementi di novità che erano stati introdotti rispetto alla versione originale. Questa visita mi ha permesso di raccogliere una notevole documentazione di prima mano, permettendomi di costruire il modello nel modo più fedele e soddisfacente. Il lavoro di ricerca mi ha consentito di avere a disposizione 650 fotografie e 20 disegni sui quali lavorare e completare la mia opera.
Testo di Edgardo Facchi pubblicato sul numero 45 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale.Le immagini sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.
pubblicato il 10 Aprile 2018 da admin | in Navi a vela & a motore | tag: Aquarama Special, Campionato Italiano Navimodel, Incrociatori della Marina Italiana, modellismo | commenti: 1
Fine ingloriosa, purtroppo, per il noto incrociatore. D550 rimarrà nella mia memoria sempre.