Entrare all’Arsenale, di Venezia è un sogno di per se, è come salpare per un viaggio a ritroso nel tempo sospesi con la fantasia fra terra e mare, in un mondo dove il tempo sembra essersi fermato. Essere guidati nell’Arsenale da una “rotta” tracciata attraverso decine di stand di espositori ammirando le più affascinanti imbarcazioni che sembrano pronte a trasportarvi in Laguna è un’emozione incredibile. Un’emozione che poteva fornire solo una città simbolo del mare e della navigazione nel mondo, che ha deciso di ricelebrare, proprio con il varo del Salone, il proprio matrimonio con l’acqua che la circonda, come ha affermato il sindaco Luigi Brugnaro, “perché il mare, è il nostro ambiente, perché qualsiasi città tocca il mare tocca il mondo”. Un mondo che le flotte della Serenissima hanno solcato nei secoli, raggiungendo angoli lontanissimi del pianeta che, chissà, magari un giorno potrebbero toccare anche alcune delle 440 barche da diporto e, soprattutto, dei 14 superyacht in mostra insieme a prototipi con motori elettrici, in cui i motori cambiati poco ma in compenso si sono modificate moltissimo batterie ed elettronica, aumentando notevolmente l’autonomia, ma anche con le forcole in legno o a oggetti per la nautica, come le borse da spiaggia e da barca (ma anche da passeggio per le vie delle località turistiche in cui si è approdati per fare shopping) realizzate con vecchie vele riutilizzate.Un salone in cui si è ritagliato un ruolo da protagonista assoluto il sommergibile Enrico Dandolo, il più ammirato soprattutto dai visitatori più giovani, mentre i più adulti alla ricerca di una barca d’acquistare si sono soffermati ad ammirare il nuovo CRN 106, presentato qui in anteprima mondiale, gli scafi di Monte Carlo Yachts, del Cantiere Navale Vittoria di Adria, del Cantiere Cranchi, ma anche le proposte nel segmento della vela e nel settore riservato alle imbarcazioni ibride ed elettriche con il meglio della produzione approdata in laguna dal nord Europa. Imbarcazioni che hanno fatto “tornare a casa l’Arte navale”, come recita lo slogan dell’evento, nell’Arsenale da dove ai tempi della Serenissima poteva uscire addirittura una nuova nave al giorno, magari per percorrere l’antico corridoio che da Venezia portava a Istanbul e che oggi si potrebbe riaprire anche se per i turisti e non più per il commercio di sete e spezie. Un Salone che si propone come straordinaria vetrina non solo per la cantieristica e l’oggettistica nautica, ma anche per i porti turistici dell’Adriatico, sempre più frequentato dalle barche da diporto, anche di grandi dimensioni, con i marina pronti ad assecondare ogni esigenza degli armatori attratti dalle meraviglie naturali, dalla storia, dall’enogastronomia dei bacino Veneto-Friulano, delle vicine Slovenia, Croazia, Grecia. Una “vetrina” nella quale hanno guardato in moltissimi (navigando nel mare di Internet) in particolar modo dai paesi dell’Est europeo: da qui è arrivata infatti la maggior richiesta di biglietti di visitatori pronti a salire in auto, in treno, in aereo (Venezia ha un aeroporto internazionale, uno dei più attivi d’Italia, con voli quotidiani che arrivano da tutte le capitali europee) per assistere alla nuova celebrazione del matrimonio fra Venezia e il mare, ma anche fra l’arte navale e l’arte contemporanea che qui si sposano e si uniscono in un unico straordinario rito capace di unire la meraviglia dell’Arsenale e della Biennale Arte che capace di attrarre i collezionisti di tutto il mondo. Potenziali acquirenti cui si stanno rivolgendo i cantieri che operano nel lusso, in una città che ha questa vocazione, pronta ad accogliere nei suoi fantastici palazzi i grandi eventi.
pubblicato il 19 Giugno 2019 da admin | in | commenti: 0