Franco Rovida milanese con una grande passione per tutto quello che naviga, nella sua vita di modelli ne ha costruiti veramente tanti (quasi 1200) che spaziano dalle caravelle, ai maestosi vascelli, dai rimorchiatori alle corazzate e agli incrociatori. Dopo quasi 50 anni di attività modellistica ha voluto realizzare un suo desiderio: “Costruire un modello in grande scala di una nave che è diventata una leggenda. La Stella Polare”. Originariamente si trattava di una nave baleniera, costruita nel cantiere Rodsvaervan, chiamata Jason, usata per la caccia alle foche con base a Sande Fiord, in Norvegia. Era attrezzata a brigantino a palo con due alberi a vele quadre e con albero a palo con randa; lo scafo era in legno molto robusto per resistere alla navigazione nei mari artici. Nel 1888 era stata usata dall’esploratore norvegese Fristjof Nansen per una serie di ricerche scientifiche in Groenlandia.
Nel 1893 fu invece in Antartide, al comando del norvegese Carl Anton Larsen, e si fermò nell’isola Seymur, dove trovò resti fossili di vegetazione. Nel 1899 fu acquistata da Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, che intendeva impiegarla in una spedizione al Polo Nord. La Jason fu così ribattezzata Stella Polare e trasformata in nave goletta. Dotata di tutto l’occorrente per una spedizione della durata di oltre un anno, partì da Cristiania (Oslo) il 12 giugno del 1899, attraversò i canali dell’Arcipelago Francesco Giuseppe e superò la latitudine di 82°, la più alta toccata da una nave in quell’area. Ancorò sulla costa dell’isola Principe Rodolfo.
L’8 settembre 1899, intorno alle 6 del mattino, il ghiaccio della baia, strinse in una morsa mortale la nave che sollevandosi di prua si inclinò di 20° a sinistra, con il fianco squarciato. Abbandonata la Stella Polare, la spedizione continuò a piedi. Il Duca degli Abruzzi subì l’amputazione parziale di due dita della mano a causa del gelo e dovette quindi cedere il comando della marcia al capitano di corvetta Umberto Cagni, che raggiunse il record polare di 86° 34’ il 25 aprile 1900.
Il rientro fu drammatico a causa della deriva del pack. Cagni e i suoi uomini ritornarono alla base solo il 10 giugno, dopo 45 giorni di marcia. Il 16 agosto, terminati i lavori di risistemazione della Stella Polare, la spedizione lasciò la baia di Tepliz per giungere il 5 settembre nel porto di Hammerfest (Norvegia). Ma torniamo al nostro modello e al suo orgoglioso costruttore. “Avevo avuto in regalo da un caro amico i disegni per la costruzione della Stella Polare”, racconta Franco Rovida. “Dopo averli consultati mi resi subito conto che mancavano troppi particolari per poter realizzare il modello in grande scala che desideravo. Iniziai allora le mie ricerche frequentando diverse librerie.
Trovai libri molto interessanti che raccontavano la storia della nave e della spedizione polare di Luigi Amedeo di Savoia. Devo dire che mi sono stati più utili quelli senza fotografie perché le immagini riprendevano tutte la nave da lontano e quindi erano inutili per realizzare il modello. A conti fatti è stata una ricerca piuttosto difficile”, racconta ancora Rovida. “E alla fine mi sono dovuto basare soprattutto sulle descrizioni scritte”.
Per la costruzione delle slitte ha usato dei tubetti in ottone del diametro di un millimetro, per rispettare la scala, piegandoli e saldandoli tra loro montando in seguito delle tavole in legno per formare il piano di carico dove poter posizionare le casse per i viveri e tutti gli attrezzi con i relativi strumenti rispettando le descrizioni. La costruzione dei sei kayak è stata eseguita con ordinate e fasciame. Il rivestimento è di tela verniciata. Le slitte e i kayak erano posizionati sulle gabbie dei cani: piccoli recinti in legno sistemati sui due lati della nave e coperti con teli per riparare gli animali. Tutte le altre imbarcazioni di servizio sono state costruite con ordinate e fasciame sovrapposto e arredate con tutto l’occorrente all’interno.
“Ho impiegato più tempo per la costruzione di tutti i particolari e dell’arredamento interno che non per la costruzione della nave stessa”, rivela Rovida che ha perfettamente allestito ponte dopo ponte man mano che saliva dalla stiva fino alla coperta. La cosa molto complicata è stata quella di mettere i supporti delle scialuppe davanti all’albero di trinchetto, perché sul ponte sotto l’albero di trinchetto è posizionata la pazienza dove arrivano tutte le manovre delle vele.
La nave è tutta in legno con ordinate e fasciame interno ed esterno in noce verniciata. “Qualche difficoltà”, confida Rovida, “l’ho avuta nella costruzione della caldaia fatta di legno e rivestita di rame”. Per la realizzazione di questo modello ha impiegato circa 2.200 ore di lavoro (circa due anni), calcolando che almeno 500 ore sono servite per lo studio della sistemazione dell’arredamento interno dei ponti degli alloggi e dello stivaggio di tutto il materiale che serviva per la spedizione. È stato aiutato da un amico, Sergio Moroni, anche lui modellista, che ogni fine settimana si chiudeva nel suo laboratorio per costruire le ben 350 casse di legno che contenevano viveri e attrezzature di bordo. La moglie, arruolata a forza, ha cucito e tagliato tutte le vele.
Per far vedere la puntigliosa ricostruzione di quanto era stato caricato per la spedizione Rovida ha dovuto fare la scelta difficile di lasciare aperte sezioni del modello. Una decisione controversa, ma inevitabile quando ciò che davvero fa la differenza è l’allestimento interno della nave riscostruito punto per punto con infinita pazienza e precisione certosina. Prima di costruire il modello in scala 1/32 (lungo 2 metri con un albero di maestra di 1,62 metri) Rovida ha misurato la larghezza della porta di entrata del suo laboratorio per sapere se una volta costruita la Stella Polare, i pennoni degli alberi sarebbero passati.
Ora, questo modello si trova nel piccolo Museo di storia e architettura navale di Palazzolo sull’Oglio in provincia di Brescia (aperto la domenica su prenotazione al 333 2113351, edgardofacchi@alice.it) nel centro di una sala, ammirato da tanti visitatori e da nume rose scolaresche.
Testo di Edgardo Facchi, pubblicato sul numero 66 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale. Le immagini di Giovanni Tagini sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. È fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.
pubblicato il 14 Febbraio 2019 da admin | in Navi a vela & a motore | tag: cantiere Rodsvaervan, capitano di corvetta Umberto Cagni, Duca degli Abruzzi, Edgardo Facchi, esploratore norvegese Fristjof Nansen, Franco Rovida, Giovanni Tagini, nave Stella Polare, Sergio Moroni, spedizione al Polo Nord | commenti: 5
Vorrei costruire il modello della Stella Polare tratto da vecchi piani costruttivi dell’allora Navimodel Milano scala 1/50. COME POSSO AVERE VARIE FOTO A COLORI DEL VOSTRO GRANDE MODELLO? Grazie.
Stupenda, sarebbe interessante vedere le foto di tutta la coperta e suppellettili vari. Grazie e ancora complimenti.
Franco, vorrei costruire il modello della caravelle de Riva, come posso avere gli piani di costruzione? Grazie
Il modellista che ha costruito il modellino e aveva i piani di costruzione è mancato a dicembre.
Sarebbe possibile avere i progetti della Nave Stella Polare? Mio padre è un grande appassionato e li sto cercando per regalarglieli. Grazie