Verrebbe da pensare che è una di quelle storie da inziare con il classico “c’era una volta”. E invece la sorpresa è in agguato. Entri nel cantiere Sangermani di Lavagna dall’ingresso di via dei Devoto, attraversi gli uffici letteralmente tappezzati, sulle pareti in legno, dai mezzi scafi in scala che raccontano un secolo abbondante di storia, stai per sederti in una comoda poltrona convinto che ti attenda una oretta almeno di suggestivi amarcord, e invece scopri che ti aspetta tutta un’altra storia. Attualissima. Come quella che Cesare Sangermani, classe 1946 racconta alla fine di un brevissimo viaggio nel passato, “navigando” attraverso i capannoni che racchiudono gioielli d’epoca in fase di restauro. All’uscita, sul molo, esattamente dalla parte opposta a quella da cui sei entrato, c’è il futuro: Raggio di Sole, scafo di dieci metri (meno un centimetro) di legno e carbonio, l’ultima invenzione (e l’ultimo brevetto internazionale) di casa Sangermani, forma ampia, come i fianchi di una donna di un tempo, quando l’anoressia non stava neanche nel vocabolario, il fiocco autovirante, l’albero in carbonio, non una crocetta acquartierata, non una volante, non uno strallo di poppa, un miracolo di semplicità.
pubblicato il 13 Settembre 2017 da admin | in | tag: Aeroweb, Cesare Sangermani, German Frers, Guia 2000, Intermarine di Sarzana, Luca Bassani, Luca Brenta, Raggio di Sole, transatlantica a coppie Brooklyn Cup, Wally, Wallygator | commenti: 0
sfuggito all’apocalisse in AtlanticoAnch'io c'ero su quella nave con i miei genitori, avevo 3 anni. Ho ancora le foto