Una delle ultime acquisizioni, in ordine di tempo, del museo Rahmi M. Koç di Istanbul, si chiama Ysolt, ovvero Isotta. Sebbene le origini della leggenda di Tristano e della principessa siano normanne, il nome di questa lancia del 1893 richiama anche la cultura celtica di cui è intrisa la terra nella quale questo mezzo a vapore ha trascorso gli ultimi decenni della propria esistenza: la Scozia. Costruita nel cantiere Simpson & Strickland di Dartmouth, Ysolt fu realizzata per un uomo d’affari di Southampton residente sull’isola di Wight, G. P. Russell. Tra le varie richieste dell’armatore, prioritaria era la possibilità di alloggiare, occasionalmente, un ufficio abbastanza confortevole da poterci lavorare mentre l’imbarcazione si trovava all’ormeggio o anche durante la navigazione sulle acque del Solent. A poppavia era previsto un pozzetto coperto da un baldacchino rigido e privo di timoneria, essendo quest’ultima situata a proravia del propulsore, con la ruota collegata alla pala del timone mediante cavi d’acciaio. Il propulsore a vapore originario bruciava carbone, ma nell’inverno 1912-13 il secondo armatore del fast commuter, G.W. Harrison, decise di installare un più gestibile impianto di alimentazione a combustibile liquido con una nuova caldaia. Nel 1929 Ysolt passò di mano per la terza volta e venne acquisita da William E. Campkin di Hull, il primo esponente di una famiglia che, salvo brevi parentesi, ha armato la barca per quasi mezzo secolo, fino al 1973. Durante la fortunata “era Campkin, Ysolt ha navigato soprattutto lungo la costa est dell’Inghilterra, spingendosi anche di molto nell’entroterra, fino a Wansford, risalendo il fiume Nene.
A causa della carenza di fonti e di documenti, il modo migliore per scoprire le prestazioni e le caratteristiche originali di Ysolt consiste nello sfogliare le vecchie edizioni dei registri Lloyd’s. L’edizione del 1926 riporta 12 e 14 nodi come velocità di crociera e massima; è inoltre specificato che il motore a quadruplice espansione è sufficientemente potente da rimorchiare fino a 12 chiatte. Queste le dimensioni del commuter: lunghezza di 55 piedi (pari a 16,76 metri), larghezza di 7 piedi e 6 pollici (2,28 metri) e peso di 12 tonnellate.
Sono menzionati anche alcuni dei materiali utilizzati: il teak per la costruzione dello scafo, lastre di rame per il rivestimento dell’opera viva e l’ottone per il bel fumaiolo a sezione ellittica. La presenza di Ysolt in Scozia fu segnalata nel corso del 2007 dall’ingegnere Mike Williams, a Rahmi M. Koç, la cui passione per le imbarcazioni a vapore è ben nota negli ambienti del collezionismo nautico.
Nel mese di ottobre Richard J. Foster, un consulente del magnate, volò a Glasgow assieme a Williams per visionare la barca sulle sponde del Loch Lomond. Piazzata su ceppi di legno sulla terraferma e trascurata per 35 anni dall’ultimo armatore, il commuter fu ispezionato meticolosamente. Il rapporto che ne scaturì non trascurò di esaltarne le belle linee e la condizione dei legni complessivamente accettabile se si considera il tempo trascorso.
Fu stimato che, grazie all’umidità albionica, il 75-80 per cento dei materiali orginali poteva essere salvato; oltretutto, il propulsore del 1913 era stato sbarcato e preservato in ambiente chiuso e, quindi, era in buone condizioni. Fu fatta un’offerta che, nel giro di poco tempo, fu accettata. Il trasporto in Turchia doveva rivelarsi faccenda assai complicata per molteplici ragioni: da una parte le difficoltà a reperire un preventivo accettabile, dall’altra un incidente occorso a una gru portuale e a una nave (con conseguenti cancellazioni), l’assenza di un certificato di esportazione e altre questioni di carattere burocratico. Ysolt è giunta a Smirne il 12 maggio 2008 e a Istanbul di lì a una decina di giorni. Il restauro è durato esattamente quattro anni ed è stato realizzato dal personale del cantiere Rmk Marine (di proprietà di Koç) e del museo omonimo.
Qui Ysolt fa bella mostra di sè dallo scorso mese di giugno, dopo esservi giunta in completa autonomia da Tuzla, situata a 20 miglia dal complesso museale, sbuffando vapore come ai bei tempi andati del Solent.
pubblicato il 8 Dicembre 2012 da admin | in Imbarcazioni a motore oltre 15 metri, Musei nel mondo, Storie | tag: cantiere Rmk Marine, cantiere Simpson & Strickland, Mike Williams, museo Rahmi M. Koç di Istanbul, Richard J. Foster, Ysolt | commenti: 0