Negli ultimi anni, il settore delle infrastrutture sta vivendo una trasformazione importante, con una crescente attenzione verso soluzioni più sostenibili. Anche le aree portuali sono al centro di questa evoluzione ed è sempre più importante che al processo di sviluppo logistico ed economico e al crescente uso del mare come via di comunicazione e trasporto si accompagni sia la tutela dell’ambiente delle aree portuali sia la minimizzazione dell’impatto ambientale delle infrastrutture portuali sul territorio circostante. Queste aree sono luoghi dinamici e vitali, in cui si intrecciano le molteplici attività legate alla nautica e alla logistica marittima. Sono veri e propri crocevia dove il mare incontra la terra e dove la natura convive con l’operosità dell’uomo. Qui si muovono ogni giorno imbarcazioni di ogni tipo, dai pescherecci alle navi cargo, dai traghetti ai lussuosi yacht. Il vento, il sole e l’acqua sono elementi onnipresenti, rendendo il porto uno spazio a stretto contatto con l’ambiente marino. Ma il porto è anche un cuore pulsante dell’economia, con un traffico incessante di mezzi pesanti, container e gru che movimentano merci e persone. Le operazioni di carico e scarico, le lavorazioni industriali e la logistica portuale generano un’attività frenetica, essenziale per il commercio globale, ma che contribuisce anche all’inquinamento atmosferico.
Qui, le intense sollecitazioni del traffico merci, le condizioni climatiche spesso difficili e la necessità di strutture altamente resistenti pongono sfide significative a chi si occupa della progettazione e realizzazione di queste aree. In questo contesto, l’innovazione nei materiali da costruzione gioca un ruolo chiave. Un ruolo da protagonista “interpretato” per esempio dal cemento. O meglio: da un cemento speciale, capace non solo di garantire resistenza e durabilità, ma anche di contribuire attivamente alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e al miglioramento della qualità dell’aria.
Come è possibile? Presto detto: si tratta di un cemento con proprietà autopulenti contenente TX Active®, un innovativo principio attivo sviluppato da Heidelberg Materials (che in Italia ha raccolto l’eredità dei marchi storici Italcementi e Calcestruzzi) in grado di abbattere gli inquinanti presenti nell’aria attraverso un processo naturale attivato dalla luce solare. Grazie alla sua tecnologia fotocatalitica, infatti, questo cemento “mangia lo smog”. Un’innovazione particolarmente interessante per i porti, dove la qualità dell’aria è una questione sempre più rilevante, soprattutto per il nostro Paese che, essendo una penisola con una vasta disponibilità di aree costiere, ha un sistema portuale particolarmente sviluppato.
L’impiego del calcestruzzo nella realizzazione delle pavimentazioni delle banchine portuali e dei piazzali di stoccaggio e movimentazione merci portuali è da sempre una scelta strategica per garantire resistenza e durabilità alle superfici esposte a condizioni ambientali difficili e variazioni climatiche, alla salsedine, a carichi estremi e al costante passaggio di gru e container. Oggi, grazie alla tecnologia TX Active, il calcestruzzo offre un vantaggio in più. Usando cementi fotocatalitici nel confezionamento dei calcestruzzi destinati alle pavimentazioni portuali, alle prestazioni di resistenza e durabilità, tipiche di questi materiali, si aggiungono quelle disinquinanti e autopulenti dei materiali fotocatalitici. Le superfici in calcestruzzo diventano alleate preziose dell’ambiente, contribuiscono alla riduzione delle emissioni inquinanti e rendono le infrastrutture portuali più sostenibili, rispondendo perfettamente alle esigenze di chi ama il mare e desidera respirare aria più pulita, ma anche a quelle dell’Unione Europea sulla politica portuale comune, circa la necessità di combinare la crescita infrastrutturale con una maggiore attenzione all’ambiente.
E, si presti bene attenzione, non si parla di una tecnologia sperimentale: il TX Active è stato infatti già ampiamente utilizzato, in progetti di grande rilievo, come il Padiglione Italia dell’Expo 2015, dove ha dimostrato la sua capacità di migliorare la qualità dell’aria. Per chi opera nel settore delle infrastrutture marittime, il TX Active rappresenta dunque un’opportunità concreta per costruire banchine e aree portuali all’avanguardia, in linea con le esigenze di decarbonizzazione e sostenibilità con la consapevolezza che oggi, grazie all’innovazione nel calcestruzzo, è possibile realizzare porti più efficienti, resistenti e attenti all’ambiente, senza compromessi sulle prestazioni strutturali. Ma come funziona nei dettagli questa tecnologia? TX Active® è il principio attivo fotocatalitico per materiali cementizi, brevettato da Heidelberg Materials, in grado di abbattere gli inquinanti presenti nell’aria. È un prodotto ecocompatibile certificato per malte, pitture, intonaci e pavimentazioni.
L’applicazione del principio attivo TX Active® ai materiali cementizi permette di sfruttare l’energia luminosa per decomporre, ossidandole, sostanze organiche e inorganiche presenti in atmosfera. L’utilizzo di cementi Heidelberg Materials che contengono il principio attivo TX Active® contribuisce così attivamente alla riduzione dell’inquinamento atmosferico nelle città e al mantenimento della superficie dei manufatti pulita: con le sue proprietà disinquinanti e autopulenti, è il sigillo di qualità per i prodotti cementizi fotoattivi realizzati per migliorare la vita nelle nostre aree urbane. Heidelberg Materials Italia è stato il primo gruppo industriale a brevettare materiali cementizi fotocatalitici. Ha cominciato a studiare questo processo nel 1991, cercando di adattarlo al mondo del cemento. Nel 2006, dopo varie ricerche e sperimentazioni, ha lanciato sul mercato “TX Active”, cemento fotocatalitico contenente il principio attivo TX Active® in grado di abbattere gli inquinanti presenti nell’aria.
Oggi produce e commercializza un’intera gamma di prodotti antinquinamento che spazia dalle applicazioni su superfici verticali a quelle orizzontali. Con un processo assimilabile alla fotosintesi delle piante, le sostanze fotocatalitiche presenti nel cemento reagiscono alla luce e accelerano l’ossidazione. Il meccanismo della fotocatalisi è ben noto: una sostanza, detta fotocatalizzatore, incrementa la velocità di una reazione chimica attraverso l’azione della luce UV.
Sfruttando l’energia luminosa, i fotocatalizzatori trasformano l’acqua e l’ossigeno presenti nell’atmosfera in reagenti fortemente ossidanti in grado di decomporre le sostanze organiche e inorganiche dannose, responsabili dell’inquinamento atmosferico, in composti innocui che possono essere facilmente lavati via dalla pioggia, lasciando la superficie libera da agenti chimici.
Le superfici esposte all’aria si macchiano a causa del deposito di composti organici, come gas di scarico dei mezzi di trasporto, sostanze organiche inquinanti derivate da attività industriali e domestiche quotidiane, muffe ecc. Inoltre, la forte umidità e le rugosità superficiali favoriscono il loro accumulo. La fotocatalisi non solo elimina queste molecole organiche ma, indirettamente, permette di ridurre l’effetto negativo dello sporco rappresentato da comuni particelle di polvere. Queste ultime, infatti, utilizzano molecole organiche per attaccarsi alle superfici; il fatto di non disporre di queste molecole riduce la loro capacità di adesione per cui la loro rimozione risulta più facile.
Grazie all’azione combinata del principio attivo TX Active e della luce solare, le superfici verticali e orizzontali, realizzate con il calcestruzzo fotocatalitico, esposte ad aria, vengono rese capaci di promuovere un effetto “autopulente” in grado di catturare gli inquinanti e trasformarli in sali non tossici, quali nitrati e solfati. In pratica, questo calcestruzzo genera una barriera superficiale che agevola la rimozione dello smog dalle facciate e dalle pavimentazioni, preservando, nel tempo, l’originale brillantezza e colorazione chiara degli edifici e la qualità estetica dei manufatti. Affinché il cemento fotocatalitico svolga al meglio la sua funzione, è fondamentale che siano presenti alcune condizioni: una buona esposizione alla luce solare o, in alternativa, un’adeguata quantità di luce UV per le applicazioni in ambienti chiusi; un regolare dilavamento attraverso la pioggia o la pulizia con acqua, necessario per rimuovere i nitrati prodotti dal processo fotocatalitico. Questi requisiti sono facilmente soddisfatti nelle aree portuali, dove l’ampia esposizione agli agenti atmosferici e la necessità di pavimentazioni resistenti e durevoli rendono particolarmente vantaggioso l’uso di questo materiale. Inoltre, in un ambiente caratterizzato dalla presenza di traffico pesante e attività industriali, il calcestruzzo fotocatalitico offre un contributo concreto alla riduzione dell’inquinamento atmosferico, migliorando la sostenibilità delle infrastrutture portuali e la qualità dell’aria.
Poter quantificare l’efficacia dell’azione disinquinante di TX Active® costituisce un elemento fondamentale per i progettisti. Heidelberg Materials ha condotto numerosi test di laboratorio e prove sul campo, in collaborazione con Università e Centri di Ricerca italiane ed estere, per valutare le caratteristiche antinquinanti dei manufatti TX Active® rispetto agli ossidi di azoto (NOX), alle polvero PM10 e ai VOC (Volatile Organic Carbons).
Ad esempio, le prove di laboratorio hanno mostrato come una radiazione UV, applicata per soli 3 minuti su un campione cementizio fotocatalitico, sia sufficiente per ottenere una riduzione degli agenti inquinanti fino al 75 per cento. Nel caso degli ossidi di azoto, per esempio, sono stati registrati abbattimenti fino al 91 per cento, mentre quelli sulla tossicità del PM10, materiale particolato fine, sono superiori al 30 per cento. L’efficacia dei cementi contenenti TX Active® sui composti inquinanti VOC (Volatile Organic Carbons) è stata confermata anche da test di laboratorio del CNR ITC. Riguardo all’azione pulente, invece, alcuni esperimenti eseguiti sul campo su delle mattonelle realizzate con il cemento TX Active, sporcate con inquinanti colorati (rodammina e bromocresolo) e, successivamente, esposte a una fonte di luce UV per un periodo di 100 ore, hanno inoltre dimostrato come dopo una giornata, l’indice relativo alla superficie sia risultato essere praticamente uguale a quello del campione di riferimento pulito. Dopo 4 giorni, tutte le macchie organiche erano state distrutte. Grazie alla sua capacità di abbattere gli agenti inquinanti presenti nell’aria, il cemento fotocatalitico TX Active® rappresenta una soluzione innovativa per preservare la sostenibilità e migliorare la qualità ambientale delle pavimentazioni portuali, senza compromettere la resistenza e la durabilità necessarie per sopportare le intense sollecitazioni del traffico e delle condizioni marine. Una tecnologia che permette di conciliare le esigenze di chi lavora ogni giorno in questi spazi con la necessità di proteggere l’ambiente in cui operano.
Il testo è stato realizzato per mareonline.it da Patrizia Ricci, ingegnere civile “firma” delle principali riviste tecniche di ingegneria e architettura, efficienza energetica e comfort abitativo.
pubblicato il 2 Maggio 2025 da admin | in | tag: bancine autopulenti, cemento mangiasmog per i porti, Heidelberg Materials, il cemento italiano che rende i porti più sostenibili, moli in cemento mangiasmog, porti autopulenti, tecnologia TX Active | commenti: 0Just Peruzzi, "Il ristorante panoramico più bello d’Italia" - Corriere della SeraVi aspettiamo per accogliervi in quello che il Corriere della Sera ha definito come "Il ristorante panoramico più bello d’Italia"
Pubblicato da Just Peruzzi su Martedì 30 aprile 2024