Pensate a quanti sono i piccoli gesti, apparentemente innocui, che causano la morte di esseri viventi. Prendere una stella marina da un fondale, per esempio, oppure portare a casa dei girini raccolti in uno stagno come fossero trofei. Quando il problema si propone su scala maggiore e va oltre la fanciullesca curiosità, gli effetti possono diventare devastanti. In nome delle logiche del marketing e del turismo, la salute dell’ambiente viene bellamente calpestata e quando ci si accorge dei danni fatti, diventa impossibile rimediare. Anche perché l’equilibrio ecologico è, in alcuni casi, talmente delicato che non sono necessari gesti irresponsabili per metterlo a rischio: basta, semplicemente, una eccessiva presenza di turisti. Per creare siti di interesse differenti e alleggerire la pressione su alcune delle barriere coralline più inflazionate, l’artista inglese Jason DeCaires Taylor ha così pensato, spinto anche dai lavori di altri colleghi come Christo, Claes Oldenburg e soprattutto Roxy Bean,
che avevano evidenziato i legami fra l’oggetto e l’ambiente, di posizionare una serie di sculture che riproducono figure umane sul fondo dell’oceano. Queste statue marine sono state ancorate sui fondali a una profondità raggiungibile anche in apnea e sono diventate, nel giro di poco tempo, attrazioni di grande importanza per sub e appassionati di snorkeling.
Ma anche alghe, coralli, spugne e altri piccoli organismi marini hanno mostrato di gradire l’arte di Jason DeCaires Taylor e hanno deciso di stabilirvisi in modo definitivo dando vita a nuove architetture marine su fondali dove non esistono superfici solide e dove è impossibile che si creino barriere coralline. L’iniziativa di Jason DeCaires Taylor ha ottenuto rinomanza mondiale e, ovviamente, il sincero appoggio degli ambientalisti. Già nel 2006, con il primo parco sottomarino nei Caraibi, nella Baia di Moilinere, a Grenada, creato a una profondità massima di 12 metri in un’area fortemente danneggiata nel 2004 dall’uragano Ivan, si era notato come spugne e coralli fossero attecchiti sulle sculture, tramutandole in barriere coralline.
Nel 2009 è stato fatto un ulteriore passo, con la posa di altre 400 figure permanenti su una superficie di 420 metri quadrati nel National Marine Park di Cancùn, di fronte all’isola di Mujeres e Punta Nizuc. L’operazione ha portato alla realizzazione di una grande opera d’arte chiamata La silenziosa evoluzione. La creazione di questo museo subacqueo chiamato Musa, Museo Subacquático de Arte, aveva come obiettivo quello di fare in modo che una parte dei 750mila turisti che si recano ogni anno nella zona preferissero scegliere un’area con barriere coralline artificiali, alleggerendo la pressione su quelle naturali sottoposte a inquinamento marino, riscaldamento e pesca selvaggia. L’obiettivo è stato centrato. I turisti sono difatti accorsi numerosi in quanto lo spettacolo è veramente affascinante e mai uguale nel tempo perché gli oggetti, essendo posizionati sott’acqua, appaiono più grandi del 25 per cento e perché, con il passare del tempo, l’azione degli organismi marini altera il panorama subacqueo in modo imprevedibile, tramutando le rocce in barriere naturali viventi. Naturalmente Jason non si è fermato e ha continuato il suo lavoro innovativo in altri siti.
A 50 metri dalla costa di Tenerife, ha infatti installato una scultura permanente, prima di una nuova serie, dotata di un sistema di ancoraggio in grado di mantenerla in piedi anche con avverse condizioni atmosferiche. La superficie è ricoperta di pannelli solari che producono l’energia necessaria per rendere la scultura visibile anche di notte grazie alle luci a Led. Una scelta, quest’ultima, fatta per sottolineare che i due terzi dei nostri futuri fabbisogni energetici dovranno derivare, per evitare dei cambiamenti traumatici del clima, da fonti rinnovabili; mentre la posizione della figura nel vasto contesto oceanografico ci ricorda la sfida che dobbiamo affrontare, simboleggiando l’innata abilità dell’uomo nel trovare soluzioni creative. Nell’ottobre del 2014 a Nassau, alle Bahamas, è stata posata sul fondo dell’oceano una gigantesca figura, alta 5 metri e pesante 60 tonnellate, raffigurante Atlante che sostiene il cielo. Le grandiose dimensioni garantiranno riconoscibilità nel tempo, nonostante la crescita dei coralli. In fase di studio, infine, la creazione di un giardino subacqueo a Lanzarote, una delle Canarie, che sarà pronto entro la fine del 2016 e conterrà 1200 sculture.
Testo di Tealdo Tealdi, pubblicato sul numero 85 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale. Le immagini sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.
pubblicato il 10 Maggio 2018 da admin | in Musei nel mondo, Personaggi, Storie | tag: Claes Oldenburg, Museo Subacquático de Arte, National Marine Park di Cancùn, Roxy Bean | commenti: 0