Marco Stroppiana è il presidente di Mondo Marine. Ha trent’anni, preparazione internazionale, piglio manageriale e la sicurezza di chi, figlio d’arte, è nato e vissuto nel mondo che il padre e lo zio, Elio e Ferruccio, hanno fondato nel 1948. Si trattava allora di fabbricare palloni. Ma i due fondatori non si sono mai fermati lì. Tra innovazioni, idee, brevetti e audaci fughe in avanti i fratelli Stroppiana da un mondo hanno creato un intero sistema planetario: un gruppo internazionale con 30 consociate tra Europa, America e Asia; con 1500 dipendenti, 11 impianti produttivi e un mercato che abbraccia 196 Paesi. Pianeti, per ora, ne girano a pieno ritmo tre: Sport&Flooring rinomato produttore di pavimentazioni sportive, fornitore ufficiale di Giochi Olimpici di Montreal e di Londra 2012 (il 65 per cento del fatturato); Toys per i palloni e i giocattoli (con una sua luna in Mondomotors produttore in scala di modelli di auto) e infine Mondo Marine. “Abbiamo cominciato alla fine degli anni ’70 con barche che allora erano già un sogno e oggi appaiono solo di medie dimensioni”, racconta Marco Stroppiana. “Ma la mission era la stessa: dare forma ai desideri, vendere emozioni allo stato puro, fornire agli armatori pezzi unici, costruiti intorno a una idea, a un uomo e al suo personale mondo di passioni”. Negli anni ’90 le dimensioni degli yacht aumentano: non meno di 40 metri, in acciaio e lega leggera, sempre completamente custom. Con in più un elemento che fa la differenza. Non solo giocattoli lussuosi, gioielli da esposizione, ma barche. Scafi dalle indubitabili doti marine, navi da diporto che per professione navigano, sfidano gli oceani e si permettono giri attorno al mondo. “Oggi Mondo Marine rappresenta il 20 per cento del fatturato del gruppo e nonostante la crisi è un universo in espansione”, sottolinea con giusto orgoglio il giovane presidente. “Certamente il mercato è sempre più internazionale, ma non è un caso se nella classifica 2011 dei primi 20 costruttori a livello mondiale siamo tra gli 8 italiani presenti, grazie a un portafoglio ordini di 6 nuovi megayacht”. A conti fatti 248 metri da barche da realizzare.
“Sono già 60 le navi da diporto uscite dal nostro cantiere di Savona”, puntualizza il direttore marketing di Mondo Marine Cristina Fagioli, ex Baglietto, da poco alla guida di un’area (quella della comunicazione) che aveva bisogno di un benefico refitting. “Senza dimenticare il comparto del restauro e manutenzione che ha visto passare dal nostro piazzale (35.500 metri quadrati fronte mare di cui quasi 10.000 al coperto, 100 metri di banchina per ormeggio e un travel lift fino a 900 tonnellate) alcuni degli yacht più famosi che navigano in Mediterraneo”. Evidentemente la ragione di tanto successo non sta solo nella promessa, mantenuta, di saper trasformare in scafo (dislocante o semidislocante) il sogno di un armatore.
Il cantiere savonese è un esempio atipico di un mondo autosufficiente in grado di progettare, ingegnerizzare, costruire, allestire le sue “creature”. Parte dal taglio delle lamiere e arriva alle soluzioni di dettaglio per gli interni, la strumentazione, la navigazione, il comfort. “Certo ci avvaliamo dei migliori architetti navali e dei più talentuosi designer sul mercato mondiale”, spiega Marco Stroppiana.
“Ma ciò di cui andiamo più fieri è lo studio delle linee idrodinamiche delle nostre barche. La Mondo Marine Engineering con la sua costante ricerca di qualità, velocità, silenziosità è il vero punto di forza dell’azienda”. Certo non sono cose che si mettono in mostra stando in rada o che attraggono l’attenzione dei frequentatori degli yacht club, ma gli armatori più evoluti sanno cosa vale una barca che sappia navigare in modo sicuro e confortevole, buona per ogni tempo, ogni mare e ogni stagione. In fondo, in questo suo modo di intendere lo yachting Mondo Marine potrebbe dirsi oggi il precursore di una tendenza generale sempre più evidente. Quella verso gli explorer: yacht pensati per il mare, vicini al mondo delle imbarcazioni da lavoro, sobri, affidabili, confortevoli, a metà strada tra la nave da ricerca oceanografica e quella da diporto. Magari sono lenti (velocità massima 15 nodi) ma sicuri, fatti per il gusto di navigare (grandi spazi all’aperto) e non stare chiusi dentro lussuose ville galleggianti. Non a caso nel 2007 Mondo ha realizzato Tribu, l’expedition vessel di 50 metri che per primo ha ottenuto la Green Star da parte del Rina (certifica una imbarcazione realizzata e condotta nel rispetto per l’ambiente). “Mondo45 Explorer Vessel in via di costruzione nel nostro cantiere ne è l’evoluzione e risponde a pieno a questa richiesta del mercato”, spiega Marco Stroppiana. “È un superyacht che ha l’anima di una nave da ricerca. È concreto, affidabile, capace di grande autonomia e di bassi consumi, attento all’ambiente e di una eleganza raffinata e sobria”. La risposta giusta alla situazione macroeconomica generale e al nuovo tipo di armatori che oggi si avvicina a questi prodotti. Persone che danno più importanza all’essere che all’apparire, più a realizzare i propri sogni che a incendiare le invidie di chi li sta a guardare dalla banchina.
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pubblicato il 14 Aprile 2013 da admin | in Cantieri imbarcazioni oltre 30 metri, Imbarcazioni a motore oltre 15 metri | tag: Cristina Fagioli, Elio Stroppiana, Ferruccio Stroppiana, Marco Stroppiana, Mondo Marine, Mondo Marine Engineering | commenti: 0Just Peruzzi, "Il ristorante panoramico più bello d’Italia" - Corriere della SeraVi aspettiamo per accogliervi in quello che il Corriere della Sera ha definito come "Il ristorante panoramico più bello d’Italia"
Pubblicato da Just Peruzzi su Martedì 30 aprile 2024