Ci sono vicende terribilmente strane, al punto da risultare incomprensibili. Quella di Pietro Sibello, al quale il Coni ha deciso di negare il sogno di partecipare alle Olimpiadi di Londra nonostante lui si sia qualificato, è una vicenda strana e apparentemente incomprensibile. Resa ancora più difficile da digerire da un’overdose di burocrazie e dall’applicazione in maniera assolutamente acritica della “dura lex, sed lex”, dove la norma viene usata in quanto tale, senza possibilità d’essere interpretata (come invece fanno ogni giorno migliaia di giudici) generando, nei fatti, quella che a moltissimi appare come una grande ingiustizia. Pietro Sibello si è qualificato insieme al fratello Gianfranco per le prossime Olimpiadi di Londra nella classe 49er, l’acrobatico skiff dove timoniere e prodiere stanno al trapezio dalle “terrazze”, per controbilanciare la potenza del vento sul piano velico sovradimensionato, che spinge queste piccole macchine da vento a velocità stellari. Una barca fisica e tecnica, dalla quale provengono molti dei timonieri vincenti nella Volvo Ocean Race o sui catamarani dell’America’s Cup.
I fratelli Sibello sono tra i migliori al mondo in questa specialità e hanno un conto in sospeso con le Olimpiadi: infatti a Pechino (o meglio, Qindao) i due fratelli si videro letteralmente rubare la medaglia di bronzo in barba a ogni evidenza del regolamento. Allora fu il trionfo del lobbysmo e una dimostrazione della poca considerazione di cui godevano internazionalmente i nostri dirigenti federali (forse non a caso sostituiti alle successive elezioni della Federvela). Fu detto che i vincitori danesi, pur avendo infranto il regolamento utilizzando una barca diversa nell’ultima regata, avevano dimostrato grande spirito olimpico, volendo superare a ogni costo l’avversità di una rottura al loro mezzo. I fratelli di Alassio vennero allora paragonati a Dorando Pietri, il maratoneta che venne privato dell’oro olimpico ai Giochi di Londra nel 1908, perché tagliò il traguardo sorretto dai giudici. A causa di quell’aiuto, Pietri venne squalificato e perse la medaglia d’oro, ma le immagini e il racconto del suo arrivo, facendo il giro del mondo e superando la cronaca di quei giorni, lo hanno consegnato alla storia dell’atletica leggera e dei Giochi Olimpici stessi.
Per i nostri velisti l’appuntamento con la medaglia fu rinviato a Londra 2012. Dopo aver superato con successo il complesso iter di qualificazione per partecipare ai Giochi, oggi Pietro, il timoniere, si vede negare dal Coni l’idoneità medica come atleta probabile olimpico. In seguito a uno stato vertiginoso, dovuto al sanguinamento di un piccolo angioma congenito, occorso lo scorso settembre, la Commissione medica del Coni si rifiuta infatti di assumersi la responsabilità legata alla sua partecipazione. Nonostante Pietro sia ormai da tempo in gran forma, e abbia sottoposto all’attenzione della Commissione il parere di illustri esperti di fama internazionale che attestano la sua idoneità, il Coni gli impedisce di partecipare, sostituendolo con il timoniere di riserva, il palermitano Angilella, sparring partner dell’equipaggio italiano.
La domanda che moltissimi suoi tifosi e non solo si fanno è: considerato che le probabilità di una recidiva sono lo 0,000028 (meno di 3 su 100.000!) durante la prova olimpica, allora chi può garantire per il resto della Squadra olimpica italiana? Siamo sicuri che un calciatore come Cassano, dopo i problemi al cuore, non sia più a rischio durante gli Europei di calcio? Ma non basta:Pietro Sibello ha anche dichiarato d’essere disposto ad assumersi tutte le responsabilità per eventuali rischi, visto che per lui la partecipazione è naturalmente la cosa più importante. E se non è spirito olimpico questo… Ma per il Coni non è lui che può assumersi questa responsabilità. In molti pensano che quella di Pietro Sibello non sia solo la battaglia di un atleta per il proprio sogno olimpico, ma sia emblema di una battaglia di civiltà per il libero arbitrio dell’individuo.Chi volesse dare il proprio, piccolo, contributo può farlo offrendo la propria solidarietà sul gruppo Facebook Vogliamo Pietro Sibello a Londra 2012. https://www.facebook.com/groups/368396286555242/
Testo di Giuliano Luzzatto per mareonline.it
pubblicato il 2 Luglio 2012 da admin | in Personaggi, Storie | tag: classe 49er, Commissione medica del Coni, Coni, Olimpiadi di Londra 2012, Pietro Sibello, skiff | commenti: 9Just Peruzzi, "Il ristorante panoramico più bello d’Italia" - Corriere della SeraVi aspettiamo per accogliervi in quello che il Corriere della Sera ha definito come "Il ristorante panoramico più bello d’Italia"
Pubblicato da Just Peruzzi su Martedì 30 aprile 2024
Detto tutto perfettamente… Ho la pelle d’oca. Grazie!!
Raccontata così sembra davvero una clamorosa ingiustizia. Possiamo chiedere al Coni di fornire una spiegazione ufficiale? Nero su bianco?
Il diritto di replica fa parte del buon giornalismo, attendiamo con ansia eventuali spiegazioni ufficiali. Finora sappiamo solo che la commissione medica ha dato un parere negativo e definitivo. Probabilmente al CONI interessa poco della vela e ancor meno delle vicende umane dei singoli atleti, posizione comprensibile dati i grandi numeri. Molto meno in considerazione dei valori propugnati dallo sport di cui il CONI è la massima istituzione nazionale.
Una domanda da “ignorante” in materia giuridica: Piero Sibello può “liberare” il Coni da ogni responsabilità, dal rischio di dover pagare qualsiasi danno in caso di malore, o incidente (provocato magari da malore) durante le Olimpiadi? Se il Coni, legalmente, non ha nessuna responsabilità e nessun obbligo di risarcimento, cosa impedisce la partecipazione?
Caro Pierpaolo, pare di no. Pare che il CONI abbia comunque la responsabilità civile e penale e questa non sia “manlevabile” dall’atleta. Proprio per questo ho scritto di battaglia civile per il libero arbitrio e portato l’esempio di Cassano. Detto ciò, io sarei disposto ad assumermi in prima persona questa responsabilità, con la stesso spirito con il quale mi batto per la libertà di espressione, anche quando essa propone tesi opposte alle mie convinzioni. Cordiali saluti.
Nessuno si è posto invece un’altra domanda? E se il Coni preferisse non mandare alle Olimpiadi un atleta che comunque potrebbe avere problemi, mettendo a rischio una medaglia per l’Italia? Il ragionamento del signor Pietro Sibello potrebbe apparire anche egoistico…. soprattutto ad altri candidati a partecipare…
“Mettendo a rischio una medaglia”????? Ma stiamo scherzando?!?!?!??? Semmai una delle poche medaglie per la vela italiana può essere conquistata proprio dai fratelloni di Alassio!!!! Negli ultimi anni infatti sono stati costantemente nei primi 5 in tutte le regate più importanti della classe 49er. Forse è meglio informarsi prima di dire certe str….. Anzi il CONI ha fatto perdere anche troppo tempo a Pietro che così facendo ha perso molte, troppe ore di allenamento in acqua…
Caro Salvatore, ti posso assicurare che non è così, magari fossero lungimiranti a tal punto. Semplicemente ci si trincera dietro alla non assunzione di responsabilità perché ciò lascia esenti da rischi, con buona pace per le medaglie eventuali (tipico atteggiamento da burocrate). Sottolineo con l’occasione la grande generosità di Giuseppe Angilella, che timonerebbe la barca in sostituzione di Pietro, ma sempre con Gianfranco Sibello a prua. Angilella è certamente diviso tra il legittimo desiderio di partecipare e la consapevolezza che l’affiatamento tra i due fratelli Sibello è enormemente superiore… Un applauso a Giuseppe!
Concordo!!! Grande Peppe!!!!!