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Un po’ brigantino, un po’ goletta
In Liguria naviga lo Scuna

Quando si parla di una nave, bisogna essere precisi. E conoscerne a fondo le origini. Nella classificazione contenuta nell’Ordinanza Ministeriale numero 320 del novembre 1872 e nella successiva del 1879, per esempio, il brigantino-goletta è descritto come un “… bastimento con due alberi verticali, il primo a vele quadre il secondo a vele auriche e bompresso”, ma nel linguaggio comune nei porti liguri il brigantino-goletta fu chiamato più semplicemente scuna, un termine derivato, in modo nemmeno tanto velato, dall’inglese brik-schooner. La differenza dell’attrezzatura velica tra lo scuna e i classici brik, o brigantini, fu voluta dagli armatori liguri, a sostituzione delle vele quadre originarie del brik con altre di minori dimensioni aumentando così anche il numero dei pennoni che, nel tardo Ottocento, passarono da quattro a cinque. 

In questo modo si riuscì a ottenere un bastimento dalle buone capacità di carico in grado di tenere una discreta velocità. Verso il 1850 i cantieri impostarono le prime vere e proprie scune e le statistiche ufficiali dell’armamento italiano riportano, nel 1870, la costruzione di ben 468 bastimenti scuna.

A caccia di informazioni fra Italia e Francia

Questo tipo di imbarcazione tipica delle nostre coste ha sempre affascinato Franco Fissore, ormai diventato uno dei massimi esperti navali europei delle imbarcazioni attrezzate a brigantino-goletta e alle classiche tartane, utilizzate per commerciare dalle coste liguri verso quelle francesi. Venticinque anni fa Fissore ha iniziato a fare ricerche su questo tipo di imbarcazione visitando tutti i musei liguri e i musei francesi, in particolar modo quelli della costa provenzale, nonché visitando gli archivi di Stato. Un’attività dettata non solo dal desiderio di documentarsi, ma anche dalla volontà di iniziare a costruire questo tipo di navi, abbandonando quindi le scatole di montaggio utilizzate per tanti anni. I primi due scuna furono realizzati con il sistema classico: chiglia e ordinate in compensato e fasciati con listelli, completi di alberatura, pennoni e vele e ultimati, poi, con la colorazione originale dell’epoca. Di questi modelli il primo è esposto nel Museo Internazionale del Ponente Ligure di Imperia, mentre il secondo fa bella mostra nell’atelier di Fissore vicino ad altri stupendi modelli. Ma più passava il tempo e più la voglia di ricerche diveniva importante per il modellista, tanto da fargli iniziare la costruzione di una tartana sanremasca e di una barca da pesca marsigliese denominata “bateau a eperon”, in italiano “speronara provenzale”.

Il sogno si realizza: uno Scuna in ammiragliato

Terminate queste esperienze sulle barche da pesca, Fissore ha potuto finalmente dedicarsi al suo sogno: realizzare ancora uno scuna, ma questa volta in ammiragliato. Dopo ricerche su come venivano svolti i lavori all’epoca nei cantieri liguri, Fissore ha iniziato a disegnare, in scala 1:36 per una lunghezza di 1,17 metri sulle perpendicolari, le ordinate, la chiglia, i bagli e le sovrastrutture del ponte. Poi è passato a tagliare il legname per l’ossatura usando legno di pero, ebano e bosso per i fregi della parte poppiera e noce satine per il tavolato del ponte. Per le parti metalliche come argano, salpa ancore, ingranaggi della timoneria e volani delle pompe dell’albero di maestra, ha utilizzato, invece, materiali come ottone, rame e ferro. Tutti questi particolari si possono vedere sul modello, e sono stati interamente disegnati e realizzati usando attrezzature come il tornio, la fresatrice e una combinata per la lavorazione del legno.
Il tempo trascorso per la realizzazione di questo modello in ammiragliato è stato di 18 mesi; un periodo considerevole se si tiene conto che Fissore dedica al modellismo circa 7 ore al giorno per 6 giorni la settimana. Oltre al tempo impiegato per la costruzione del modello tuttavia, bisogna evidenziare le molte ore servite per la costruzione del bacino del varo, con la pavimentazione esatta di quel periodo e con la palificazione di sostegno delle passerelle per gli addetti ai lavori.

Testo di Edgardo Facchi, pubblicato sul numero 81 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale. Le immagini sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.

pubblicato il 14 Ottobre 2014 da admin | in Navi a vela & a motore | tag: brigantino, Franco Fissore, goletta, Scuna | commenti: 0

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