Novant’anni è un’età alla quale solitamente chi ha avuto la fortuna di esserci arrivato ama guardare al proprio passato. Carlo Riva, l’uomo che ha reso immortale la nautica italiana, ama guardare invece al futuro. Ai nuovi progetti ai quali non vede l’ora di mettere mano nel suo studio affacciato sul lago d’Iseo dove, da “ragazzino di 90 anni”, trascorre ancora 10, 12 ore al giorno lavorando. Un ufficio che confina con il cantiere Riva, dove il “Pioniere della nautica” (come lo ha definito nel 1988 e 2003 l’Ucina premiandolo), la “Personallitè de la mer” (titolo attribuitagli dal principe Alberto II di Monaco nel 2005), o se preferite l’ammiraglio onorario della Texas Navy…(altro riconoscimento ricevuto) ha creato imbarcazioni entrate nella leggenda.
Barche come l’Ariston o il Tritone, il Sebino e il Florida, ma soprattutto l’Aquarama, presentato a Montecarlo nel 1962, che hanno fatto di Riva un simbolo del Made in Italy nel mondo, dei motoscafi creati dall’ingegnere le “Ferrari dell’acqua”.
Barche destinate a diventare l’oggetto del desiderio di celebrità come Brigitte Bardot e Liz Taylor, Sean Connery e Jean Paul Belmondo, Ingrid Bergman e Aristotele Onassis, fino a Soraya e allo scià di Persia, a re, principi e sceicchi in ogni parte del mondo. Barche che Carlo Riva aveva sognato di realizzare fin da quando, giovanissimo studente alla scuola di avviamento di Palazzolo, aveva preso 9, il voto più alto che venisse dato, in un tema dal titolo: “parla del lavoro”.
Lavoro nel quale Carlo Riva avrebbe sempre e solo raccolto il massimo dei voti, a costo di distruggere alcuni dei suoi scafi perché imperfetti, perché “dopo aver controllato tutto in cantiere, aver visto qualche imperfezione e aver chiesto di correggerla senza che il risultato fosse soddisfacente”, ricorda Carlo Riva, “prendevo un martello. Meglio distruggere che immettere sul mercato un motoscafo Riva imperfetto”.
Una perfezione che l’ingegnere, come tutti dalle rive del lago d’Iseo a quelle della Costa Smeralda e delle isole greche, fino all’altra parte degli oceani, ha sempre inseguito anche quando, a metà degli Anni 70, ha aperto una nuova rotta, inaugurando, nel 1975 a Rapallo, il primo porto turistico d’Italia.
Un’impresa destinata a fargli vivere profondi dissidi con l’amministrazione comunale di Rapallo e a tenerlo lontato dalla Liguria per 8 anni, per tornare però al comando nel 1983, quando il porto stava navigando in pessime acque. Riconquistandosi quel titolo di “comandante” dei 24 dipendenti del marina (capace di ospitare 400 imbarcazioni) che a 90 anni suonati gli riconoscono ancora una creatività, una passione, una capacità e una tenacia da far invidia a un ragazzo di 20 anni.
E come un ragazzo di 20 anni Carlo Riva, ospite del suo “braccio destro” , Margary Frassi, per una cena che avrebbe dovuto festeggiare i suoi 90 anni, ha preferito non perdere troppo tempo a rispondere agli inviti di un giornalista “infiltrato” a ricordare il passato (dall’incontro con Ingrid Bergman, alla quale, ricorda l’ingegnere, “al massimo allacciavo gli attacchi per farle fare sci nautico trainata da un Aquarama”, o con Brigitte Bardot, che aveva voluto uno sconto per un Super Florida, sconto concesso ” solo perchè la pubblicità derivante avrebbe moltiplicato esponenzialmente le vendite”, fino alla giornata a bordo del maxy yacht di Aristotele Onassis, “dal quale si poteva addirittura telefonare in tempi in cui un telefono su una barca era pura fantascienza…”) per mettersi a discutere con un ex collaboratore di nuovi progetti. Per discutere di problemi reali che minacciano la nautica da diporto in Italia, fra “la burocrazia terribile che farebbe affondare anche i migliori obbiettivi” e l’applicazione dell’Ici e della “tassa di stazionamento che sembra pensata apposta per far scappare i diportisti”.
Ma pensando anche ai festeggiamenti che avranno per grandi protagonisti gli scafi Riva e che avranno il loro culmine a giugno, quando ricorrerà 170esimo anniversario della fondazione del cantiere, creato da Pietro, nonno di Serafino e bisnonno dell’ingegner Carlo. Una lunghissima storia di cui Carlo Riva ha scritto le pagine più esaltanti ed emozionanti, a cominciare dal giorno in cui la madre gli disse che il padre, in seguito a un intervento chirurgico, avrebbe dovuto rimanere un po’ a riposo e per lui ci sarebbe stato più spazio.
Un anno più tardi, “lavorando 12 ore al giorno e sognando i disegni delle barche anche di notte”, sarebbe diventato il titolare unico dei cantieri. E, pochi anni più tardi, l’interlocutore di personaggi come Red Wilkinson, miliardario al timone della catena Holiday Inn che comprò 12 Ariston, o come il “signor Heineken”, quello della birra, che arrivato in cantiere a Sarnico marchiò con della vernice uno scafo in allestimento affermando che quello sarebbe stato suo. E, invitato da Carlo Riva a stendere almeno un piccolo contratto, fece uno scarabocchio su un foglietto di carta estratto da un pacchetto di sigarette, scarabocchio che l’impiegato di banca trasformò immediatamente in un assegno intestato ai cantieri Riva.
Storie come tante altre, una più affascinante dell’altra, con le quali l’ingegner Carlo Riva potrebbe scrivere un libro straordinario. Se solo avesse il tempo di farlo. Perché lui, a 90 anni suonati, ha talmente tanti progetti a cui lavorare da non trovare il tempo per queste sciocchezze. Magari più avanti, fra qualche decennio, quando avrà raggiunto l’età per guardare al passato e non, come fa oggi, solo al futuro… ”
Testo realizzato da Baskerville srl Comunicazione & Immagine. Fotografie archivio Riva.
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pubblicato il 14 Aprile 2012 da admin | in Personaggi, Storie | tag: ammiraglio onorario della Texas Navy, Aquarama, Ariston, Aristotele Onassis, Brigitte Bardot, cabtieri Riva, Carlo Riva, Florida, Ingrid Bergman, Jean Paul Belmondo, Liz Taylor, Personallitè de la mer, principe Alberto di Monaco, Red Wilkinson, Sean Connery, Sebino, Tritone, Ucina | commenti: 7
È a questi personaggi che l’Italia deve dire grazie. Grazie di cuore, ingegner Riva, per tutto quello che ha fatto e per quello che ancora farà. Grazie per aver fornito ogni giorno, con la sua straordinaria capacità, il suo impegno, la sua disponibilità e cortesia, la dimostrazione che anche in questo Paese sempre più di nani e ballerine si possa vivere e lavorare in modo esemplare. La sua vita è stata e continua a essere una lezione per tutti!
Chiedete a questo straordinario signore di scrivere la sua storia, poi fateci un libro, speditelo al ministro dell’Istruzione e chiedetegli di farne un testo scolastico. Aiuterà tutta l’Italia a crescere una nuova generazione che abbia come valori la meritocrazia, la capacità, l’amore per il bello, la serietà e la semplicità. Questi sono gli esempi che dobbiamo divulgare!!!! Grazie ingegner Riva per tutto quello che ha fatto e per quello che farà (compreso, spero, scrivere il libro…).
Riva, Ferrari, Lamborghini, Maserati, Fontana, Marinella, Valentino, Armani, Fendi, Pininfarina… Per qualcuno probabilmente sono tutti dei criminali da mettere in galera. Per qualcuno l’Italia dovrebbe diventare un Paese di miserabili e ignoranti… Questo e solo questo vogliono i nostri politicanti. Signor Riva grazie davvero per esserci!
Ingegner Riva buongiorno, volevo solo dirle che nel titolo scelto da mareonline per l’articolo a lei dedicato c’è l’essenza della sua vita, della sua storia imprenditoriale: “L’uomo che ha emozionato”. In questo mondo privo di emozioni vere, forti, quel titolo, pur nella sua semplicità, è un monumento alla sua immensa grandezza. Umana e imprenditoriale.
Ingegner Riva, se potessi comandare la macchina del tempo, la farei viaggiare a ritroso, per lei, e la farei accelerare, per me, solo per poter provare l’emozione di lavorare al suo fianco.
Buon compleanno ingegnere, e grazie di tutto.
92 di questi anni ingegnere. Grazie per tutto quello che ha fatto….