Corey Arnold, artista, fotografo e pescatore di professione ha trovato proprio nell’incontro tra la pesca e la fotografia lo strumento espressivo della propria arte. Nato nel Sud della California nel 1976, ha studiato fotografia a San Francisco. Fu per pagarsi gli studi universitari e soddisfare il proprio desiderio di avventura che decise, a metà degli anni Novanta, di intraprendere l’attività di pescatore in Alaska. Così, da oltre tredici anni, si mantiene facendo il pescatore professionista di salmoni e, più recentemente, dei granchi giganti che popolano il Mare di Bering. Detta in questo modo pare di trovarsi di fronte a un’attività “normale”. In realtà questo tipo di pesca è considerato il più pericoloso al mondo. È nel mese di ottobre che si apre la prima parte della stagione adatta alla cattura del granchio reale, una specie che può raggiungere fino a dodici chilogrammi di peso. Nel porto di Dutch Harbor, Corey e i suoi compagni si preparano a sfidare le gelide acque dell’Alaska, con turni di lavoro massacranti che a volte raggiungono le venti ore e con l’insopprimibile voglia di superare se stessi.
A gennaio, il momento dell’anno in cui il Mare di Bering è più freddo, i pescatori sono nuovamente pronti a ritornare alle loro barche per la stagione della caccia alla Grancevola artica e all’Opilio Crab, granchi il cui peso può variare tra i 500 grammi e il chilogrammo. Sono queste le condizioni estreme che vedono Corey impegnato nella ricerca delle sue immagini preferite. Le condizioni proibitive del mare, la pioggia ghiacciata, il vento gelido, la fatica e la stanchezza: tutto si trasforma in una magica composizione che l’obiettivo registra e cristallizza in istanti irripetibili, in suggestioni senza uguali.
Abbiamo incontrato Corey a New York e l’incontro è stato per noi l’opportunità di porgli qualche domanda. Ma come è nato questo singolare incontro tra Corey pescatore e Corey fotografo? E quale, tra queste due anime, ha preso forma per prima? “Ho incominciato a pescare prima di iniziare i miei studi di fotografia”, dice Corey, “e quindi direi che sono nato prima come pescatore. Quando ho iniziato la pesca del granchio, le due strade si sono però incontrate in modo del tutto naturale. In quel momento ho infatti compreso che potevo documentare la mia stessa vita e nel contempo creare un progetto fotografico. Mi è sempre piaciuto creare immagini. Mi affascina la possibilità di avere un’idea, pensare a una storia, e potere fotografarla. In un certo senso il mio lavoro artistico tende a unire il documentario e la fotografia concettuale”. Come dire che nel suo lavoro c’è la rappresentazione di una realtà precisa, di un lavoro vero, di un incontro concreto con gli elementi circostanti, ma c’è anche la loro interpretazione estetica, la lettura soggettiva, l’interpretazione personale. E anche in questo caso, l’incontro di due mondi. “Alcune mie fotografie”, dice ancora Corey, “sono dei veri e propri documentari.
Altre rappresentano invece persone in posa, per fare meglio rivivere le emozioni che proviamo quando siamo in mare”. I ricordi sono tanti. Inevitabile sollecitare quelli relativi alle condizioni più estreme ai momenti più difficili. “È bene sapere”, spiega ancora il fotografo americano, “che noi siamo costantemente in acque con onde di oltre dodici metri d’altezza. Sono condizioni molto particolari e impegnative. Questa naturalmente è la mia esperienza, ma io ho iniziato a navigare in questi mari solamente da sei anni.
Ho sentito il nostro skipper, che è del mestiere da oltre venti anni, raccontare del “lunedì nero”, una giornata maledetta in cui le onde hanno raggiunto i trenta metri di altezza e ogni venti minuti si sentiva sul canale di soccorso una chiamata di mayday”. Eppure, nonostante queste immagini da brivido, Corey ha una personale opinione su cosa sia più rischioso in questa attività quotidiana di pesca. “Tutti pensano che con tali situazioni meteo il pericolo maggiore sia quello di cadere in mare. È chiaro che in una eventualità del genere le possibilità di sopravvivenza sarebbero davvero poche, ma personalmente credo che il vero rischio sia a bordo, e derivi dalla movimentazione e dall’utilizzo di attrezzature che sono particolarmente pesanti.
Quando emergono dall’acqua cariche di granchi, le gabbie da pesca pesano circa 700 chilogrammi. Con il movimento della barca diventano dei veri e propri proiettili impazziti che girano vorticosamente sopra il nostro capo.La cosa più pericolosa che possa accadere è che colpiscano qualcuno”. Il tempo trascorso a bordo può essere giudicato tanto o poco, a secondo dei punti di vista. “Solitamente”, racconta Corey, “vivo inseme ai miei compagni per uno o due mesi. Ci sono solo due stagioni all’anno per questo tipo di pesca, e per il granchio reale il periodo si riduce a sole cinque settimane. Siamo in cinque o sei persone di equipaggio e devo dire che si litiga spesso. Ma alla fine siamo tutti dei bravi ragazzi e si finisce sempre a parlare delle fidanzate, del proprio vissuto e dei progetti per il futuro. Per alcuni di loro, che pescano tutto l’anno, i compagni di equipaggio costituiscono l’unica famiglia”. Probabilmente è proprio l’intensità della vita di bordo, la condivisione di tanti giorni e settimane, la partecipazione al lavoro dei compagni, a rendere unica l’arte fotografica di Corey. “Credo che vivere in quei mari per così tanto tempo”, dice, “faccia davvero la differenza. Sono molti i fotografi che quando vogliono fotografare la pesca e il mare scattano dall’elicottero, oppure si limitano a trascorrere una giornata a bordo delle imbarcazioni o insieme ai marinai pensando di avere realizzato le vere immagini di questa vita. Avere invece l’opportunità di trascorrere tre mesi all’anno in barca e scattare fotografie rende possibile catturare i momenti più entusiasmanti e significativi che accadono a bordo. Permette soprattutto di cogliere le atmosfere, le tensioni, le ansie, le gioie e, quando accade il miracolo, di fermare tutto questo in un semplice, intensissimo istante”.
pubblicato il 28 Febbraio 2025 da admin | in Personaggi, Storie | tag: Corey Arnold, Grancevola artica, lunedì nero, Opilio Crab, pesca di granchi giganti nel Mare di Bering, porto di Dutch Harbor | commenti: 29
È sempre stato un mio sogno partecipare a questo tipo di pesca…. Come posso fare? Potete aiutarmi? Grazie.
Ciao a tutti, capisco, sento e vedo la difficoltà e la pericolosità di questo lavoro. Ma ne sono troppo innamorato, per me sarebbe un sogno… Se qualcuno ha informazioni per poter fare questo mestiere, gliene sarei grato.
Luca attento, la pesca è pericolosissima e muoiono circa una decina di pescatori per ogni stagione…!!!
Salve. Io cerco lavoro come pescatore. Tempo indeterminato. Grazie. Tel 329 7184752
Le foto sono stupende e dimostrano effettivamente la difficoltà e la pericolosità di questo lavoro in condizioni estreme. Complimenti al fotografo pescatore, nel mio piccolo lo considero “un collega”.
Ciao a tutti sarei interessato a imbarcarmi come pescatore di granchi. Se qualcuno ha qualche contatto gliene sarò davvero grato. mail. bonziga@gmail.com; cell 3455826197
Cerco lavoro come pescatore, grazie 3204017820.
Cerco lavoro, disponibile anche per l’estero. 3332106474. Grazie.
Cerco lavoro come pescatore anche per estero, indipendentemente dalla pericolosità. Contattare il numero di cellulare 328 2737035.
Anche io cerco lavoro lì per la stagione. Come faccio?
Ciao, mi chiamo Mario, portatemi con voi, pescatore a tempo indeterminato. Tel. 324 7418311
Salve mi chiamo Giulio,sarei interessato a lavorare in Alaska per la stagione come pescatore. Grazie. Cell: 328 6571562.
Mi piacerebbe andare a lavorare anche come confezionamento di pesce che ho sentito dire che ci sono di questi lavori stagionali e non è facile entrare. Ho 52 anni e ho tantissimo bisogno di un lavoro anche perchè ho una famiglia da mantenere. Il recapito è 3664595722, il mio indirizzo e mail antonioiannolino@hotmail.com Spero che qualcuno mi possa dare una mano, grazie.
33 year, strong with excellent condition I am looking for work in the fishing boat, I know the work of dle time. I am a professional fisherman who is not afraid of extreme conditions but loves them. There is an urgent need to omaknit from home. Thanks
Ciao ho 31 anni .. Sono interessato e disponibile per questo tipo di lavoro … Ho buona capacità fisica e psicologica .. Il mio cellulare è 3245871262
Salve, sono Giovanni mi piacerebbe avere informazioni su come poter fare per lavorare su questi pescherecci il mio cel +39 3887694438. Grazie.
Ciao a tutti ho 30 anni e sto cercando un lavoro su una nave da pesca, conosco i rischi e ho bisogno di lavorare, spero l’oceano chiami.Tel.3478022413
Ciao cerco lavoro come pescatore, so che é duro e conosco tutti i rischi ho 19 anni, non ho mai fatto una cosa del genere ma sono pronto a tutto, ho la licenzia media il mio numero è 333 8624788
Ciao, sono un pescatore professionista, ho 46 anni e voglio lavorare in Alaska come pescatore. Contatti: 00393427570486, leopardi@live.it
Ho 36 anni e sono interessato a fare questa esperienza,vorrei informazioni su come trovare il lavoro grazie in anticipo la mia mail è: m.gazza1980@gmail.com
Mi piacerebbe capire il da farsi per partire…. danielem88@live.it
Salve a me piacerebbe fare questo lavoro, ho 29 anni, possiedo una patente nautica senza limiti limiti dalla cosa, libretto di navigazione e titolo professionale come allievo ufficiale di coperta con esperienza di navigazione sopra petroliere, yacht e imbarcazioni da pesca. Per contattarmi: agozzino1987@hotmail.it 0039 3926448961
Vorrei sapere come si fa per andare a lavorare su quelle barche!!!!!
C’è qualcuno che sa dirmi come trovare lavoro in queste imbarcazioni?
Sono disponibile da subito per pescare su questi pescherecci…..320 64 42 190
Vorrei sapere come fare questo mestiere. 3287666612 Mario. Grazie.
Ci sono possibilita’ per uno del 1964 di trovare un imbarco pur non avendo esperienza di pesca ma passione per il mare e bisogno di un lavoro bene retributo?
Sicuramente si guadagna un sacco di soldi. Ci dite anche quanta gente ci ha lasciato le penne?
Cerco lavoro come pescatore in Alaska, ho 35 anni. Il mio numero è 3914526898.