“La vita è così, una continua alternanza tra arsi e tesi: se è equilibrata va tutto bene, l’una compensa l’altra. Quando il grafico però si fissa su una delle due cominciano i problemi”. In queste parole scritte sul suo diario di bordo durante una veleggiata nel mar di Sicilia, Roberto Soldatini prende in prestito il linguaggio della musica e dei venti per raccontare com’è delicato e forte al contempo l’equilibrio che regola le cose della vita. Un giorno sei un celebre violoncellista, un compositore e un direttore d’orchestra, il giorno dopo decidi di cambiare tutto, di girare la boa e lanciarti di bolina sparata in una nuova dimensione. Per lui, la dimensione del mare. Senza abbandonare la musica, anzi, dandole ancora più fiato, più vento, più respiro. A 50 anni Soldatini ha preso con sé il violoncello
e si è lasciato il resto alle spalle, prendendo il largo nel vero senso della parola. Classe 1960, una carriera di tutto rispetto sia nella musica classica, sia in quella leggera, apre una nuova pagina della sua vita; di più, un nuovo diario, un diario di bordo. Nel giro di due anni vende le sue proprietà e compra una vela, un leggiadro Moody 44 di 18 anni, una barca resistente e confortevole, solida, veloce, affidabile. La barca diventa casa. Roberto studia i venti e il mare, le rotte e le carte. Si circonda di libri e di cose belle per colorare i caldi interni in teak e i mobili in massello che un artigiano appassionato ha modellato per il Denecia II, questo il nome dato al Moody dal precedente proprietario e che Soldatini ha deciso di lasciare così.
Il celebre musicista prende la patente nautica e salpa per sposare la libertà del mare e della musica. E quale musica! Il violoncello che naviga con Soldatini non è uno strumento qualsiasi, seppur bello, seppur prezioso: è uno Stradivari. Un capolavoro, inestimabile nel prezzo tanto quanto lo è nei suoni e nei timbri sonori. Uno strumento meraviglioso. Al mondo sembra siano solo una dozzina i violoncelli costruiti dal celeberrimo liutaio cremonese. Ora è Roberto a custodirlo, come ha chiesto il proprietario. Il magnate, morto qualche tempo fa, ha affidato lo Stradivari a Soldatini con un unica indicazione: farlo vivere. Ovvero, suonarlo, suonarlo e ancora suonarlo. Per consentire agli strumenti in legno di mantenere la perfezione del suono, infatti, ci vogliono cura e costanza, ma soprattutto bisogna farli «lavorare». Farli vivere. L’alternativa era quella di chiudere questo capolavoro dentro una banca. Consentiteci un piccolo gioco di parole: meglio una barca. E proprio così è andata. Il Moody è stato allestito in modo da avere una cabina a completa disposizione dell’illustrissimo ospite, con una strumentazione per mantenere costanti temperatura e grado di umidità. Poi, però, lo Stradivari deve uscire all’aria aperta, godersi il mare, l’alba e il sole al tramonto. I silenzi dell’infinito, le lunghe veleggiate spinte dalla brezza. La bellezza del mondo. Ci voleva un compagno di viaggio per lo Stradivari. Il magnate ha capito che rinchiuderlo sarebbe stato come impedire a un bastimento di uscire dal porto. Così l’ha affidato a Soldatini. L’uomo, il violoncello e il mare.
Testo di Claudia Mangili pubblicato sul numero 78 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale.Le immagini sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.
pubblicato il 20 Luglio 2015 da admin | in Personaggi, Storie | tag: Denecia II, direttore d'orchestra, Moody 44, violoncello Stradivari | commenti: 0Just Peruzzi, "Il ristorante panoramico più bello d’Italia" - Corriere della SeraVi aspettiamo per accogliervi in quello che il Corriere della Sera ha definito come "Il ristorante panoramico più bello d’Italia"
Pubblicato da Just Peruzzi su Martedì 30 aprile 2024