Il mare come non lo avete mai visto

Sardinia Sailing, basta navigare un giorno per  cambiare per sempre il modo di vivere il mare

Prendete uno splendido veliero d’epoca di 18 metri a due alberi, con ampi spazi dove prendere il sole cullati dalle onde, accoglienti tavoli ai quali sedersi per assaporare, in un solo colpo, la bontà dei piatti e la bellezza dei panorami e ogni comfort per godersi il mare in pieno relax. Poi aggiungete, al timone, un comandante e istruttore di vela con oltre 40 anni di esperienza, profondo conoscitore del mare e del territorio, pronto a guidarvi in una navigazione incantata tra calette nascoste, scogliere imponenti, grotte marine e acque trasparenti ideali per nuotare, fare snorkeling o semplicemente lasciarsi cullare dal mare. Ecco “servita” l”esperienza  in barca sognata da sempre, per una giornata (ma con la possibilità di trasformarla in un periodo più lungo) destinata a cambiare per sempre il modo di “vivere” il mare, la vacanza.

Costa degli schiavi, sbarco  al mercato di carne umana

Le piroghe dei pescatori lasciano la spiaggia sotto la spinta possente dei remi. I rematori lanciano le imbarcazioni il più velocemente possibile per superare la risacca creata dalle forti correnti atlantiche. Raggiunta la sommità dell’onda, le sottili imbarcazioni si impennano con la prua verso il cielo e i pescatori urlano spostandosi ritmicamente per evitare il capovolgimento. Vista dagli spalti del castello di Senya Beraku, una delle innumerevoli fortezze costruite dalle potenze europee sulle coste del Golfo di Guinea tra il XV e il XVIII secolo, la scena sembra senza tempo. Ci si sente immediatamente dentro le pagine di un romanzo di Joseph Conrad, parte di quella stessa trama che porta il personaggio autobiografico di Marlow verso il “cuore di tenebra” del misterioso Continente Nero: “Alle pagaie stavano dei negri. Di lontano si vedeva brillare il bianco dei loro occhi. Gridavano, cantavano; i corpi grondanti sudore; quella gente aveva facce come maschere grottesche; ma aveva ossa, muscoli, una vitalità selvaggia, un’intensa energia nel movimento, naturale e autentica come la risacca lungo la loro costa… Era un gran conforto stare a guardarli”.

Aurora, il simbolo della Rivoluzione  diventato un museo galleggiante

San Pietroburgo, un sabato di fine gennaio. La temperatura si è alzata e il termometro segna, invece dei soliti – 15 gradi, soltanto sette gradi sotto zero. In compenso nevica abbondantemente. Siamo a nord del centro storico, sull’isola Petrograd, circondata per tre lati dalla Neva, mentre a ovest, verso il delta del fiume, c’è un piccolo arcipelago. Non lontano dal vero nucleo più antico della città, che è rappresentato dalla fortezza esagonale dei SS. Pietro e Paolo, voluta da Pietro il Grande a difesa dello sbocco sul Baltico, è ancorato l’Aurora. L’incrociatore Krejser Aurora è il simbolo della Rivoluzione russa del 1917, quando sparò il colpo di cannone che diede inizio all’attacco al Palazzo d’Inverno. Dal 1956 ospita un museo che è parte del Museo centrale della Marina da guerra. La nave ci appare come una silhouette grigia sospesa nel biancore invernale e, allo stesso tempo, stretta nella morsa del ghiaccio. Il vento è pungente; facciamo fatica a salire a bordo,

Un mare di arte racchiuso nei seimila  dipinti di Hovhannes Aivazovsky

Hovhannes Aivazovsky fu un pittore molto prolifico; di lui si conoscono come certe oltre seimila opere e molte altre di dubbia origine ma di difficile attribuzione, affollano il mercato. Ciò è quasi inevitabile se si considera che alla vasta produzione corrispose anche un notevole successo mercantile che invogliò di certo alcuni dei migliori falsari, al punto che di alcuni quadri è molto difficile affermare con certezza se sono veri o falsi. È quindi a dir poco problematico ipotizzare un catalogo ragionato che abbracci tutta la sua opera.

Stella Polare, il maxi modellino  lungo 2 metri e 2200 ore di lavoro

Franco Rovida milanese con una grande passione per tutto quello che naviga, nella sua vita di modelli ne ha costruiti veramente tanti (quasi 1200) che spaziano dalle caravelle, ai maestosi vascelli, dai rimorchiatori alle corazzate e agli incrociatori. Dopo quasi 50 anni di attività modellistica ha voluto realizzare un suo desiderio: “Costruire un modello in grande scala di una nave che è diventata una leggenda. La Stella Polare”. Originariamente si trattava di una nave baleniera, costruita nel cantiere Rodsvaervan, chiamata Jason, usata per la caccia alle foche con base a Sande Fiord, in Norvegia. Era attrezzata a brigantino a palo con due alberi a vele quadre e con albero a palo con randa; lo scafo era in legno molto robusto per resistere alla navigazione nei mari artici.

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La trasformazione digitale in mare è frutto  dell'”Ingenium” di  Fincantieri e Accenture

Ingenium, un termine latino la cui traduzione è facilissima anche per chi la lingua dell’antica Roma non l’ha studiata: ingegno, ovvero intelligenza, capacità d’apprendere. Una parola che Fincantieri (brand che proprio grazie alla qualità, e dunque all’ingegno, del proprio lavoro ha scalato le classifiche mondiali della cantieristica navale d’eccellenza) e Accenture (diventata, sempre grazie al miglior uso che si possa fare della mente, una delle principali società mondiali di servizi professionali) hanno scelto per la loro nuova iniziativa in joint-venture: Fincantieri Ingenium. Una nuova società, partecipata al 70 per cento da Fincantieri NexTech, controllata del Gruppo Fincantieri, e al 30 per cento da Accenture, varata con l’obiettivo di accelerare la trasformazione digitale nel settore crocieristico e in quelli della difesa e delle infrastrutture portuali, potenziando così l’offerta di servizi e sistemi digitali basati sulle più moderne tecnologie, tra cui l’Intelligenza artificiale, ottimizzando l’intera filiera attraverso l’utilizzo dei dati e la trasformazione dei processi.

Lampada Iros, un’ondata di luce magica  fa brillare l’eleganza di ogni ambiente

Quando un evento diventa il più importante al mondo nel proprio settore è ovvio che veda accendere su di se tutti i riflettori. A “illuminare d’immenso” l’edizione 2024 del Metstrade di Amsterdam, universalmente messa sul gradino più alto del podio nella classifica delle fiera di accessori per l’industria nautica, ci ha pensato però anche una luce particolare: quella che ha brillato nella Hall 12, stand 12.101, all’interno dell’Italian Pavilion organizzato da Confindustria nautica, accesa dalla F.lli Razeto e Casareto, azienda che da oltre 100 anni

pubblicato il 15 Aprile 2025 da | in | commenti: 0
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Forwardyachts, nel mare delle compravendite  seguite solo chi ha un’esperienza profonda

Una società di intermediazione di yacht può rappresentare un osservatorio straordinario sul mondo, dal quale guardare un vero e proprio mare di personaggi di ogni tipo. Tutti diversi fra loro, in qualche caso addirittura agli antipodi, passando dai più grandi ed esperti armatori al piccolo truffatore pronto a seguire la scia di Totò impegnato a provare a vendere la fontana di Trevi. Lo sa perfettamente Gianni Ricciardi, che dal proprio osservatorio, quello di Forwardyachts, società di intermediazione di yacht e super yacht specializzata nella gestione della compravendita di yacht a motore usati e nuovi da 15 a 45 metri, con sede principale a Porto Mirabello, in provincia di La Spezia, che lui stesso ha fondato 16 anni fa, ha visto, come confessa sorridendo,

Conchiglie, i gusci sono bellissimi  ma il vero capolavoro è all’interno

Per progettare il primo sommergibile della storia, varato nel 1800 nelle acque francesi per ordine di Napoleone Bonaparte, Robert Fulton attinse a piene mani dai migliori architetti dei mari: i molluschi. Per la precisione copiò il funzionamento del Nautilus, un mollusco che costruisce una conchiglia a forma di spirale composta da più camere disposte in successione di cui solamente l’ultima, e più grande, contiene l’animale, mentre le altre funzionano da camere d’aria e consentono di spostarsi verticalmente nelle acque del mare. E proprio Nautilus fu il nome dato alla rivoluzionaria invenzione, nome del resto utilizzato qualche anno dopo da Jules Verne per il sommergibile più famoso della fantascienza, quello condotto dal capitano Nemo per Ventimila leghe sotto i mari.

Scrimshaw, i denti di capodoglio incisi  dai marinai sono diventati capolavori

Tra le tante collezioni che un appassionato di mare e navigazione può fare ce n’è una decisamente curiosa: è quella degli scrimshaw, termine che sembra derivare da un termine dell’antico gergo marinaresco, scrimshaw, che significa, letteralmente, perdere tempo. Ma cosa è uno scrimshaw e cosa c’entra con le perdite di tempo? La risposta è semplice. Fra il Settecento e l’Ottocento, i sette mari erano solcati da navi a vela e, quindi, soggette al volere dei venti. Nei periodi di bonaccia, i marinai oziavano sul ponte o sotto coperta cercando modi per passare il tempo.

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Maledetto Passaggio a nord ovest,  così sterminò un intero equipaggio

“Con cento uomini di mare Franklin prese il largo / verso l’oceano ghiacciato nel mese di maggio / per cercare un Passaggio attraverso il Polo Nord / dove noi poveri marinai a volte andiamo. / Lottarono duramente contro crudeli difficoltà / la loro nave fu sospinta contro montagne di ghiaccio / solo l’eschimese con la sua canoa di pelle / era l’unico che poteva venirne fuori. / Nella baia di Baffin dove la balena soffia / nessuno è in grado di conoscere il destino di Franklin / il destino di Franklin nessuna lingua lo può raccontare / Lord Franklin riposa con i suoi marinai…”. I versi di questa celebre ballata inglese, Lord Franklin, ancora oggi nota agli appassionati di musica folk, non lascia dubbi: la tragica epopea della spedizione inglese, salpata nel 1845 per cercare il celebre Passaggio a Nord-Ovest, lasciò una profonda cicatrice nella memoria collettiva delle isole britanniche. Ma perché l’impavido contrammiraglio John Franklin e tutti i suoi uomini andarono incontro a una fine così orribile, sfiniti dal congelamento, dalla fame e dalle malattie?

Quadri di mare più famosi, c’è un’autentica falsaria pronta a farvene una copia perfetta

Nel romanzo “Il cimitero di Praga”, di Umberto Eco, tutti i personaggi principali sono realmente esistiti, tranne uno, il protagonista, il capitano Simone Simonini. Di professione falsario. L’unico personaggio falso, ma anche il più bello e affascinante in mezzo a tutti quelli originali. Un romanzo che se un giorno dovesse mai essere illustrato, non potrebbe che essere disegnato e dipinto da Maria Sidoli, pittrice milanese. O meglio, falsaria. Una falsaria autentica, però, di quelli che della copia dei grandi capolavori hanno fatto un’arte, una professione alla luce del sole, come del resto testimonia il nome della sua galleria d’arte: Appendi un falso alla parete.

pubblicato il 11 Aprile 2025 da | in Personaggi, Quadri, Storie | tag: Carolina di Monaco, galleria d'arte Appendi un falso alla parete, Maria Sidoli | commenti: 9
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