Defibrillatore in barca, un amico
del cuore che può salvare la vita

Per spiegare cos’è una fibrillazione ventricolare molti medici amano prendere a esempio una barca a remi, invitando a immaginare che a bordo ci sia un certo numero di rematori: finché tutti seguono il ritmo del timoniere, la barca corre veloce sull’acqua; ma se ogni rematore rema per conto suo la barca, nel caos, non si muove. E così fa il cuore. Smette di muoversi, di battere, causando spesso la morte. Morti provocate da arresti cardiaci che possono avvenire nei  luoghi più disparati (sui campi di calcio, sul luogo di lavoro, per strada, a casa) e che in un’altissima percentuale dei casi (circa l’85 per cento) hanno come causa una aritmia, cioè un disturbo del ritmo cardiaco… per cui gli impulsi elettrici che fanno battere il cuore sono talmente veloci e irregolari che il cuore stesso non è più capace di pompare il sangue.

In mezzo al mare, a ore di distanza da un ospedale, può essere la sola speranza di sopravvivere

In questi casi l’unico intervento  che può salvare la vita è la defibrillazione,  cioè l’erogazione di corrente elettrica al cuore in modo che possano essere “risintonizzato”, possa riprendere a  battere seguendo il normale ritmo cardiaco, quello “dettato” dal timoniere della barca usata nell’esempio da molti medici. E proprio su una barca in mezzo al mare, distante decine o addirittura centinaia di chilometri dalla riva, ore o addirittura giorni da un centro ospedaliero, o da un’ambulanza con a bordo questo preziosissimo strumento, il defibrillatore può rappresentare l’unica speranza di sopravvivenza. Una speranza che ha possibilità di successo solo se si interviene, entro entro pochi minuti, evitando che durante un arresto cardiaco prolungato il cervello venga danneggiato dalla mancanza di sangue e quindi di ossigeno.

I defibrillatori automatici sono semplicissimi da usare: fanno da soli la diagnosi e scelgono la cura

Ecco perchè in barca, lontano chilometri e ore dalla riva e dalle strutture ospedaliere, bisognerebbe sempre avere a disposizione dei defibrillatori, facili da usare, alla portata di tutti. Defibrillatori automatici, in grado di  compiere da soli l’analisi del ritmo cardiaco e di erogare automaticamente la scarica elettrica, come quelli della serie Lifeline Aed prodotti da Defibtech, capaci di coniugare soluzioni tecnologiche avanzate a una grande immediatezza e semplicità d’uso, rendendo sicuro ed efficace l’intervento di emergenza, anche da parte di personale non medico.

Lifeline Aed, resistente alle cadute e all’acqua, ha superato i più severi test europei e americani

“Gli algoritmi di analisi del ritmo cardiaco sono così  sicuri ed affidabili da superare ampiamente i requisiti richiesti dai più stringenti standard americani ed europei”, spiegano i produttori dei defibrillatori Lifeline Aed, evidenziando come sia possibile utilizzarli anche in condizioni di utilizzo estreme.” Superando a pieni voti i più severi test di temperatura, umidità, vibrazioni, caduta, impermeabilità ad acqua e polvere, immunità a disturbi elettromagnetici, il Lifeline Aed è il defibrillatore semiautomatico più adatto a ogni condizione ambientale”. Come quella che si può incontrare in mare dove pochi minuti possono davvero diventare una questione di vita o di morte.

 

pubblicato il 3 Luglio 2025 da | in Accessori, Partner | tag: arresti cardiaci in mare, defibrillatori da barca, Defibtech, fibrillazione ventricolare, Lifeline Aed | commenti: 13
  • Lilliana ha detto:

    Potrebbe essere utilissimo in ogni barca, ma suppongo solo se utilizzato da gente che abbia un minimo di competenza e conoscenza del suo utilizzo. Chi lo commercializza è in grado anche di fornire indicazioni o addirittura corsi per imparare a usarlo adeguatamente?

  • Franca ha detto:

    Quanto costa?

  • Lorella ha detto:

    Che mi risulti, fino a oggi i defibrillatori vengono usati solo da medici o da personale paramedico…

  • Daniele ha detto:

    Oltre a sapere quanto costa, posso sapere se, come tutte le potenziali “cure” ha anche delle controindicazioni? Grazie.

    • Mariano ha detto:

      Il costo varia molto e dipende dal modello e dall’azienda produttrice. Controindicazioni non ne ha perchè il suo programma analizza il battito cardiaco del paziente e decide, in tutta sicurezza, se è necessaria la scarica oppure no. Ovviamente c’è un protocollo da seguire per il suo utilizzo quindi si dovrà fare un corso, della durata di poche ore, in cui saranno illustrate le regole e il suddetto protocollo. Durante il corso si farà pratica su un defibrillatore “trainer” che permetterà la simulazione di moltissimi scenari come fosse un defibrillatore vero e proprio senza che venga realmente emessa la scarica elettrica.

  • Mauro ha detto:

    Prima di metterlo sulle barche mettetelo su tutti i campi da calcio (compresi quelli degli oratori!!!!) dove il rischio che capiti qualcosa di grave è un miliardo di volte superiore che in barca!!!!

    • Mariano ha detto:

      Acquistare o meno un defibrillatore semiautomatico è una decisione dell’armatore o del gestore del campo di calcio o oratorio. Non può certo essere imposto. Certo, ci vorrebbe una legge specifica che imponesse ai gestori di impianti sportivi in genere, come prerequisito all’ottenimento della licenza, l’acquisto di un defibrillatore e la formazione dei dipendenti sul suo uso. IRC-Comunità nasce per formare istruttori che insegnino alla popolazione (i cosiddetti laici) l’uso del defibrillatore e, cosa importantissima, li addestrino sul BLS. BLS significa “Basic Life Support” cioè cioè supporto alle funzioni vitali di base (respiro e circolo) perchè sono la fase immediatamente sucessiva all’uso del defibrillatore.

  • Tiziano ha detto:

    Se non esponete quanto costa come contate di venderlo? Comunicatemi gentilmente l’ultimo prezzo, se ragionevole per le mie tasche potrei essere interessato all’acquisto!

  • Luigi ha detto:

    Insomma, quanto costa non ce lo volete dire?

  • Giuseppe ha detto:

    Una domanda piccola piccola, della quale non ho sentito parlare in nessun corso che ho fatto e ne ho fatti diversi, Blsd intendo: su un piccolo gommone o su una piccola barca si può usare il Dae durante il tragitto per arrivare a riva dove aspetta l’ambulanza, o meglio si deve portare a bordo il Dae, tenuto conto che durante la navigazione potrebbero arrivare degli schizzi d’acqua anche se pur piccoli? Sono consapevole che l’eventuale paziente va asciugato, ove possibile, ma come protocollo, si deve usare o portare a bordo o no? Grazie.

  • Giancarlo ha detto:

    Quest’estate avrò ospiti a bordo un paio di signori di una certa età (e di una certa corporatura….) e ho deciso di dotarmi di un defibrillatore. Dopo avermi fatto riflettere, col vostro articolo, e avermi convinto che è cosa saggia averlo a bordo sareste così gentili anche da consigliarmi un buon “prodotto” (fra i più affidabili ma anche facile da usare…..)

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