Vega fa rivivere l’epopea degli 8 metri
con cui l’Italia vinse l’oro olimpico
Vega fa rivivere l’epopea degli 8 metri  con cui l’Italia vinse l’oro olimpico

Se c’è un’imbarcazione da regata che i velisti guardano con particolare nostalgia questa è l’8 metri Stazza internazionale. Certamente uno dei motivi principali è perché ricorda la barca azzurra vincitrice della medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1936, l’unica della storia vinta con una barca progettata e costruita interamente in Italia. Sono passati più di 70 anni da quell’impresa e l’epopea dei mitici 8 metri, di cui noi italiani conserviamo ancora numerosi esemplari, non accenna a tramontare. Uno dei più vecchi 8 metri è Vega (I-4),  una costruzione del 1925 progettata da quel mago che è stato Vincenzo Vittorio Baglietto…

e costruita a Varazze, nell’omonimo cantiere, per il primo armatore Francesco Roncallo che, prima ancora del varo, la cede ai genovesi Pallavicino, D’Oria e Raggi.

Un gioiello costruito nel 1925 da un mago della nautica, Vincenzo Vittorio Baglietto…

Successivi passaggi di proprietà la vedono a Venezia, Napoli, Messina, Trieste e poi Fiumicino. La storia di Vega oggi è legata a quella del suo giovane armatore Luca Filippi, classe 1969, affermato imprenditore nel campo dell’edilizia stradale, torinese di nascita e romano di adozione.

… e riportato all’antico splendore da Luca Simeone per l’armatore Luca Filippi

La vela per Luca è una malattia ereditaria. Nonno e padre velisti con casa a Paraggi, lo iniziano alla scotta e al timone. La barca è un vecchio 30mq di famiglia, l’Henny IV. Allo Yacht Club Sanremo troviamo Luca sul 420 poi sul 470 e una volta cresciuto approda allo Star che lo vede impegnato per molti anni. Ma nel suo cuore e nella sua mente rimangono i ricordi delle prime veleggiate, con il nonno e il padre, su una barca dove quello che conta è la passione per la vela pura, dove non è la tecnologia che fa la differenza ma lo spirito che anima l’equipaggio e dove, soprattutto, manovrare vuol dire faticare. Nel 1998 a Fiumicino Luca incontra Vega, irriconoscibile, malridotta e trasformata per la crociera. Dopo un lungo corteggiamento nel 2000 l’acquista dall’avvocato romano che ne è l’armatore. Portata la barca a Gaeta, grazie alla maestria di Luca Simeone, iniziano le operazioni di restauro che si concludono con il varo del 2004. Vega, tornata all’originale splendore, partecipa spesso ai raduni ed è oggetto di ammirazione da parte di tutti.

C’è chi raggiunge il porticciolo di Santa Lucia a Napoli solo per poterla ammirare

La vecchia signora del 1925 ha ritrovato il suo fascino che mostra nelle acque di Santa Lucia proprio dove la barca dal 1930 al 1948 è stata di casa ormeggiata alla banchina del Reale Yacht Club Canottieri Savoia di Napoli, il cui guidone svetta su Vega.  Guidato  dalla stella più luminosa della costellazione della Lira (Vega appunto)  Luca Filippi è un armatore che naviga felice, soprattutto quando è col suo equipaggio preferito: i figli  Marco e Carlotta e mamma Criseide.

Libero adattamento per mareonline.it del testo di Paolo Rastrelli pubblicato sul numero 56 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale. Le immagini di Francesco Rastrelli sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali. Per visitare il sito:www.francescorastrelli.com

 

pubblicato il 23 Maggio 2018 da | in Barche a vela d'epoca | tag: 8 metri stazza internazionale, Luca Filippi, Luca Simeone, Vega, Vincenzo Vittorio Baglietto | commenti: 0

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