Il mare come non lo avete mai visto

Nomadic, il tender più famoso
al mondo ora è un museo galleggiante

Nomadic, il tender più famoso   al mondo ora è un museo galleggiante

Thomas Andrews le progettò entrambe, facendole costruire una accanto all’altra nello stesso cantiere Harland & Wolff di Belfast. Si può ben dire, quindi, che siano figlie dello stesso padre. Parliamo del Titanic e della sua “sorella minore”, il cui nome, in ottemperanza a una regola della compagnia terminava con il suffisso ic: si chiamava difatti Nomadic. È l’ultima sopravvissuta delle bellissime navi della White Star Line, ed è ritornata a nuova vita e splendore il 31 maggio 2013, proprio a Belfast, dopo un restauro durato sette anni e costato sette milioni di sterline. Di forme molto simili e con la stessa qualità di finiture, è stata spesso chiamata miniTitanic e il motivo appare evidente appena si sale a bordo. Nell’aprile 1912 il Nomadic fu utilizzato
per trasportare 172 entusiasti passeggeri di prima e seconda classe fino al Titanic, ignari di quello che sarebbe successo di lì a poco, mentre un altro tender, ancora più piccolo, l’SS Traffic, sempre opera dello stesso progettista e cantiere, fu utilizzato per trasportare i 102 passeggeri di terza classe.

A Cherbourg i transatlantici non potevano attraccare alla banchina

L’utilizzo di queste navi era legato al fatto che il porto di Cherbourg non poteva, a causa del basso fondale, accogliere navi come il Titanic o la sua gemella, l’Olympic, obbligate a stazionare al largo. La vita del Nomadic, naturalmente, non si fermò con la tragica fine della sorella maggiore, incontrata una sola volta, ma continuò per cinquant’anni, passati trasportando migliaia di passeggeri verso transatlantici più grandi e sopravvivendo a due guerre mondiali. Negli ultimi trent’anni, tuttavia, il Nomadic non ha mai navigato in quanto utilizzata come ristorante galleggiante ormeggiato vicino alla Torre Eiffel a Parigi. L’acquisto per 171.320 sterline, nel gennaio 2006, da parte del ministero dello Sviluppo Sociale Nord Irlandese ha permesso, dopo un restauro molto impegnativo e incominciato nel luglio dello stesso anno, di riportare la nave al suo antico splendore evitando un’ingloriosa demolizione.

Un museo galleggiante per rendere onore al Titanic

È stato anche possibile, tramite offerte e richieste pubbliche, recuperare molto del materiale originale, tornato a far bella mostra di sé all’interno della nave. Il Nomadic, purtroppo, non è però in condizione di navigare, perché gli mancano i motori. Ora si può ben dire che dopo cent’anni l’ultima delle navi della White Star Line è veramente tornata a casa, pronta ad accogliere nuove generazioni di visitatori. Il ministro del Turismo Arlene Foster ha definito il Nomadic “… una delle principali attrazioni di Belfast, insieme al Museo del Titanic e ai moli da cui partì la nave per il suo primo e ultimo viaggio capace di proiettarla, anche se tragicamente, nella leggenda. In un Paese dove scarseggiano gli appeal turistici, il complesso di Belfast costituisce un polo d’attrazione e un’opportunità reale per richiamare visitatori da tutto il mondo, attratti dall’aspetto culturale, marittimo e storico”. Inoltre, proprio perché molti visitatori ignorano purtroppo dove venne fisicamente costruito il Titanic, costituisce anche una rivalsa verso il Regno Unito, in ossequio al detto:”Titanic was built by irish men and sank by one english man”.

Testo di Tealdo Tealdi, pubblicato sul numero 77 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale. Le immagini sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.

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