Una ricetta può salvare il mare? Sì se gli
ingredienti sono quelli consigliati da Oceanus
Una ricetta può salvare il mare? Sì se gli  ingredienti sono quelli consigliati da Oceanus

Ci sono migliaia di ricette di mare, ma possono essercene altrettante anche per salvare il mare e i suoi abitanti: basterebbe imparare a cucinare piatti non solo a base dei pesci più conosciuti, ma di moltissime altre specie commestibili che nel solo Mediterraneo sono  oltre 700  a fronte di appena una decina che “spopolano” sui banconi di pescherie e supermercati. Una “ricetta” per tutelare l’ambiente marino che i responsabili di Oceanus, fondazione internazionale che ha come obiettivo la “ricostruzione” degli oceani, hanno illustrato agli studenti dell’Isis Elena di Savoia di Napoli, istituto che nel menù delle sue proposte di studio offre anche la scuola alberghiera. A una prima parte teorica dell’incontro dedicata a una lezione sulla biologia e sui cicli di vita e riproduzione del pesce (che ha visto la biologa Tiziana Ventimiglia, e i docenti Carlo Riccio, Giovanni Franzese e Michele  Saviano “servire” comunque un “antipasto” sulle rotte da seguire per una scelta consapevole riguardo l’acquisto e proposta del pesce da servire a tavola rispettando stagionalità e territorio,) ha fatto seguito infatti una seconda parte che ha visto gli studenti impegnati in cucina nella realizzazione di ricette a base di pesce azzurro dall’alto contenuto di acidi grassi polinsaturi omega 3 e con uno straordinario rapporto qualità prezzo.  Una “lezione pratica” in cui gli aspiranti chef , sempre sotto l’occhio vigile di Carlo Riccio, affermato chef partenopeo, Giovanni Franzese e Michele Saviano, coadiuvati dallo staff tecnico dell’Istituto con Roberto Esposito, Salvatore Orefice ed Antonio Pollio, hanno cucinato alici, palamita, sgombro, seppie e calamari, pesce bandiera: ovvero  un pescato rigorosamente locale e di stagione. Esattamente così come suggerisce la campagna “Una ricetta per salvare il Mare” che da oltre un decennio mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità urgente di cambiare abitudini alimentari e tecniche di pesca in un mercato miope che condanna o esalta determinate specie tanto da considerare circa il 40 per cento di tutte le catture, seppur commestibili, inutili e infruttuose per le nostre tavole. E a cancellare ogni dubbio sulla possibilità di della possibilità di cucinare straordinari piatti di mare con “l’altro pescato”, destinato spessissimo a essere rigettato, morto, in mare, a conclusione dell’incontro ( che ha visto in collegamento da remoto intervenire anche lo scrittore e naturalista Gabriele Bertacchini, autore del libro “Il pesce è finito” patrocinato da Oceanus e lo chef Stefano Barbato tra i primi a sostenere, attraverso il suo canale YouTube, con più di 800mila iscritti, la campagna di Oceanus dedicando nuove e vecchie ricette a base di pesce locale e di stagione) è arrivato il “Gran Menu per salvare il mare” dell’istituto Elena di Savoia di Napoli. Un menu apprezzatissimo an che dalla dsirigente scolastica Daniela Oliviero composto da alici marinate, tortino di alici con provola, concassè di pomodoro in salsa al basilico, badonet di alici in pane panko, parmigiana di pesce bandiera, girellina di spatola scottata in spuma di agrumi, straccetti di spatola paprika e curry, raviolo al nero di seppia con cefalo di altura in guazzetto di frutti di mare, palamita marinato con salsa al ravanello, seppie scottate con finocchi, calamari farciti di verdure, insalatina di seppia in spuma di limone , seppie con carciofi bresaola di palamita. Un ventaglio di proposte per dimostrare come esista un mare di ricette inesplorate al mare di persone che da sempre coltivano l’abitudine di cucinare le solite specie di pesci, una decina o poco pi, fra le 700 esistenti, incapaci di comprendere che così facendo la biodiversità del Mar Mediterraneo è in pericolo, minacciata non soltanto dall’inquinamento, ma proprio dalla pesca eccessiva. “ Il nostro mare sembra essere condannato a un inesorabile impoverimento degli stock ittici e, quel che è più grave, con la compromissione dell’intero ecosistema marinociato da Oceanus. Per questo è un obbligo tutelare la pesca tradizionale e con essa il turismo sostenibile, in tutti i mari del pianeta.  Il Mar Mediterraneo risulta quello più sfruttato al mondo: basti pensare che solo 5 specie di pesci coprono il 50 per cento della richiesta di mercato: tonno, merluzzo nordico, salmone, pollack d’Alaska e gamberi. Cinque specie che rappresentano la metà della richiesta totale di consumo”. Una situazione da affrontare immediatamente con l’aiuto di ogni singolo consumatore, partendo da poche semplici mosse indicate dal team dei difensori del mondo sommerso sul proprio sito https://www.oceanus.it/una-ricetta-per-salvare-il-mare/ .Magari salpando dall’acquisto di pesce pescato lontano dalla sua fase riproduttiva, per proteggere la proliferazione della specie, per poi approdare.proprio in vecchie ricette poco note o dimenticate, a base di pesce azzurro o altre specie meno “popolari” ma comuni nei nostri mari, protagoniste della tradizione della cucina mediterranea. E chi volesse, infine, diventare protagonista realizzando un video o scattando una foto,  non dovrà fare altro che farlo per popi inviarlo all’indirizzo e mail  info@oceanus.it

pubblicato il 28 Marzo 2023 da | in | tag: Oceanus, ricette che salvano il mare | commenti: 0

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