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Le barche a remi più lunghe del mondo
gareggiano nella Venezia dell’India

La Snake Boat Race o Chundan Vallams, la gara delle barche a remi più lunghe del mondo, è il più importante evento nautico dell’India e ha luogo nella città di Alappuzha, nello stato del Kerala. Le barche serpente (chiamate così dai coloni inglesi per la loro somiglianza con le navi vichinghe) sono imbarcazioni con equipaggi composti da centinaia di uomini che gareggiano per il trofeo Nehru, attirando migliaia di spettatori locali e numerosissimi turisti da tutto il mondo nelle famose backwaters, le zone palustri della regione costiera. La gara si tiene il secondo sabato di agosto ogni anno sul lago Pannamada. L’origine di questo importante evento è moderna: risale al 1952, quando il Primo Ministro dell’India di allora, Pandit Jawaharlal Nehru, visitò Alappuzha ed ebbe l’idea
di trasformare le occasionali competizioni tra le lunghe barche a remi in un evento nel quale far gareggiare, in un vero e proprio palio remiero, le snake boat. Con le tipiche prue a forma di serpente, le barche sono state suddivise in varie categorie a seconda delle loro specificità (di recente una di queste battezzata Nedumbhagom è entrata nel Guinness dei primati come barca a remi più lunga del mondo). Al vincitore della regata va il Nehru Trophy, una replica di una barca del serpente in argento su un piedistallo di legno.

Una storia iniziata 400 anni fa per vincere una guerra indiana

Se le origini della Snake Boat Race sono recenti, la storia di queste barche va indietro di 400 anni, a quando i Raja dei principati di Chempakasseri (Ambalappuzha), Kayamkulam, Thekkumkoor (Changanacherry) e Vadakkumkoor (Kottayam) nella antica regione di Travancore incrociavano frequentemente le spade. Fu così che, sulle acque del delta e nel lago Pannamada, le truppe del Raja di Chempakasseri soffrirono perdite pesanti a causa della superiorità tecnica della marina militare dei nemici. Resosi conto che le sue navi erano lente e ingombranti il Raja chiamò tutti gli i migliori architetti navali alla sua corte e chiese loro di progettare barche più veloci per le sue truppe. Fu Asari, un architetto di Venkitanarayanan, a soddisfare i bisogni del Raja progettando una barca velocissima e facilmente manovrabile, capace di trasportare 100 guerrieri robusti. Lunga e stretta l’imbarcazione era ideale per lanciare imboscate, perché facilmente celabile tra la ricca vegetazione delle sponde del grande fiume. Asari fu ricompensato generosamente e nelle battaglie seguenti, il Raja di Chempakasseri sbaragliò i nemici. La storia però non finisce qui. Presto gli sconfitti cercarono di carpire il segreto delle splendide imbarcazioni e una delle loro spie finì con il sedurre la stessa figlia di Asari e convincere il suocero a rivelare i segreti della costruzione. Così Asari finì in prigione per tradimento e la figlia fu abbandonata dal finto innamorato, anche se le barche costruite dalle altre marine si dimostrarono molto meno valide di quelle originali di Asari.

Ci vogliono un carpentiere e un Aanijli, l’albero dal quale si ricava la lunga canoa

La morale della storia è valida ancora oggi: le snake boats sono imbarcazioni complesse da costruire e i carpentieri che vogliono cimentarsi nell’impresa necessitano di un lungo apprendistato. La teoria, in altre parole, non basta, La tradizione vuole che quando un villaggio decide di costruire una nuova barca-serpente forma un comitato per raccogliere almeno 600mila rupie, Con quella cifra assolda un carpentiere e parte (in senso letterale del termine) alla ricerca di un Aanijli, il nome popolare dell’Artocarpus hirsuta, l’albero il cui tronco viene cavato per realizzare la lunghissima canoa. La ricerca può essere lunga e difficile e può portare fino alle impenetrabili foreste dell’interno del Kerala.

La barca è una divinità che può essere toccata solo dagli uomini. A piedi nudi

Il villaggio considera la sua canoa (100-138 piedi di lunghezza, con la poppa 20 piedi sull’acqua e la prua altissima a forma di serpente) come una divinità. Solo gli uomini possono toccarla e solo se sono a piedi nudi, per rispetto. Prima di essere messa in acqua la Chundan viene calafatata con un misto di olio di pesce, carbone tratto dal guscio delle noci di cocco e uovo. La barca cerimoniale è comandata dal leader del villaggio, il Kaarnavan: sui due lati ospita da 64 a 125 rematori, ma al centro canoa siedono ben 25 cantori che danno il ritmo alla remata. Sul piccolo castello di poppa trovano posto 8 notabili (rappresentano le divinità che proteggono il popolo guardando in 8 diverse direzioni) e il maestro del coro. Ma torniamo alla Snake Boat Race. L’evento annuale è diventato ormai un’attrattiva turistica tra le più importanti per tutto lo Stato del Kerala e attrae 200mila persone: è un concentrato di spettacoli folkloristici, musica, danze, grande euforia collettiva e naturalmente combattutissime regate. Una occasione sportiva che mantiere il potere coinvolgente di una celebrazione tradizionale profondamente sentita dalla popolazione del distretto di Alappuzha, che si si è battezzato esplicitamente la Venezia dell’Est.

Le snake boat indiane sono come le gondole nella Vogalonga

Come non vedere qualche esotica rassomiglianza tra le barche-serpente e le gondole che nella Vogalonga sfilano in Laguna? La festa inizia proprio con la processione di diversi tipi di snake boats che procedono sul lago Pannamada. I rematori immergono le loro pagaie all’unisono, rispettando il ritmo dei cantori: il lago si riempie di spruzzi, le imbarcazioni avanzano nere con le decorazioni d’oro che brillano al sole, le grandi teste di serpente alte sull’acqua, i rossi ombrelli cerimoniali tenuti alti al centro dove stanno i notabili. Quando la gara inizia (il percorso di regata è di 1370 metri suddivisi in vari tratti), il ritmo della remata cambia fino a contare 100-120 colpi di remo a minuto. Allora la folla emette un ruggito di esaltazione con un entusiasmo che supera ogni differenza di religione, di provenienza, di censo, persino di casta, tanto da far meritare alla Snake Boat Race il titolo di vera grande festa dell’amicizia indiana.

Testo di Nicoletta Salvatori, pubblicato sul numero 58 di Arte Navale. Su gentile concessione della rivista Arte Navale. Le immagini sono pubblicate su gentile concessione della rivista Arte Navale. E’ fatto divieto per chiunque di riprodurre da mareonline.it qualsiasi immagine se non previa autorizzazione direttamente espressa dall’autore delle immagini al quale spettano tutte le facoltà accordate dalla legge sul diritto d’autore, quali i diritti di utilizzazione economica e quelli morali.

pubblicato il 4 Dicembre 2014 da admin | in Eventi nel mondo, Storie | tag: Chundan Vallams, Kerala, Pandit Jawaharlal Nehru, Snake Boat Race | commenti: 1
  • Maria Vittoria Cavina ha detto:
    15 Aprile 2025 alle 08:42

    Grazie per aver pubblicato questo articolo, molto interessante anche come conferma del valore universale del linguaggio figurale. Cordialmente Ma Vie crew master A bordo del Domenica 15 Aprile MMXXV Anno Domini

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    • Davide 29 Maggio 2025 at 12:17 su Crociere senza veli: in 3000 salpano
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